Pietro Piro a Termini Imerese

Lunedì 22 agosto alle ore 18:00 presso la libreria “Punto 52” di Termini Imerese (Pa) incontro con il sociologo Pietro Piro in occasione della presentazione del saggioAuschwitz è ancora possibile? Temi e argomenti per un pensare civile, edito per i tipi di Cultura e dintorni Editore, Roma, 2016. L’autore incontrerà il pubblico e risponderà alle domande dei lettori.

Leggiamo dall’introduzione al volume: “Per noi che viviamo come ha scritto Primo Levi “sicuri nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici”,  Auschwitz rischia di diventare un esercizio d’indignazione, una parentesi di eccezione nella Storia da evocare alla memoria solo nei giorni comandati.  Un orrore classificabile e gestibile.  Auschwitz appartiene a un passato sempre più lontano che diventa sempre più difficile trattenere nel presente. Il male assoluto diventa apparentemente sempre più “decifrabile” e l’incredibile dibattito innescato dai negazionisti,  genera dubbi illeciti sull’autenticità di un dolore senza fine. Il rischio di un livellamento pacificatore, funzionale alle dinamiche politiche del presente è altissimo e vittime e carnefici  sono stati equiparati da revisionisti volgari in una logica che crea confusione e rende impossibile una distinzione netta e chiara. Nel saggio che apre questo volume e che lo caratterizza per intensità e impegno civile Auschwitz, resta un crimine unico nella Storia del mondo. I carnefici sono identificati con un nome e un volto e  le loro gesta non possono in nessun modo essere confuse con la disperazione delle vittime. Auschwitz deve sfuggire a ogni tentativo d’incasellamento, a ogni dinamica di normalizzazione a ogni logica di razionalizzazione.  Auschwitz deve restare una ferita aperta, che fa male ogni giorno, che impone un freno e un limite. Un monito su ogni nostro pensiero fiducioso sull’uomo. L’autore è convinto che Auschwitz non si ripeterà perché l’evoluzione tecnologica ha reso quel “metodo di distruzione” obsoleto. Tuttavia, non si tratta di una certezza consolatoria perché  Auschwitz  “avrà un altro nome e abiterà un altro tempo” e porterà un nome che sarà “una maschera dietro la quale si nasconderà il vero volto di meccanismi vecchi mai sconfitti dall’educazione e dall’amore”. Oltre al saggio che apre il volume, il libro contiene riflessioni, dubbi, interrogativi che testimoniano la passione civile dell’autore e che ci stimolano a interrogarci e non lasciare che la realtà si appiattisca nel quotidiano senza un nostro sguardo critico”.

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