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La bella e coinvolgente presentazione della silloge di racconti edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore “Super Cavie. Racconti satirici di Transumanesimo e ‘Pornodistopia’” a Roma presso il Parco della Resistenza dell’8 settembre
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Mercoledì 11 settembre alle ore 19.00 presso l’Oasi Cestia nel Parco della Resistenza dell’8 settembre in viale Manlio Gelsomini a Roma, presentazione della silloge di racconti di Rossella Monaco edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore “Super Cavie. Racconti satirici di Transumanesimo e ‘Pornodistopia’”.
Mercoledì 11 settembre alle ore 19.00 presso l’Oasi Cestia nel Parco della Resistenza dell’8 settembre in viale Manlio Gelsomini (nei pressi della Piramide Cestia) a Roma, presentazione della silloge di racconti di Rossella Monaco edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore Super Cavie. Racconti satirici di Transumanesimo e “Pornodistopia“. Con l’autrice interverrà Evaldo Cavallaro, psicoterapeuta esperto di ipnosi.
Tra uomini robotizzati, microchip, estremizzazione di una realtà sempre più virtuale e aumentata, un viaggio tanto straniante quanto perturbante in un presente quanto mai prossimo venturo in un mondo distopico abitato da un’umanità sempre più disumanizzata.. Tra una sana satira e una feroce ironia.
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“Palladio a Palla!” di GOGODUCKS. Il felice connubio tra la Musica, la regina delle arti, l’Architettura, sublimata dalla visione palladiana, e l’Universo digitale in espansione
Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
Un omaggio a uno dei più grandi artisti della storia.
Un viaggio nel territorio che l’ha visto nascere e operare, in equilibrio tra jazz, musiche improvvisate, architettura e universo digitale
Trentunesima produzione per nusica.org, associazione culturale ed etichetta musicale particolarmente attiva nella promozione e nel supporto di artisti innovativi.
Il nuovo lavoro di GOGODUCKS uscito il 6 settembre 2024. Il disco è stato anticipato dall’uscita dei singoli Hang Arano (26 luglio), Broder (9 agosto), At the roundabout (23 agosto).
Si muove in bilico tra estro e linearità l’ultimo lavoro di GOGODUCKS (Francesca Remigi, Luca Zennaro e Paolo Peruzzi) in uscita il 6 settembre per l’etichetta musicale nusica.org.
Vincitore del bando “Per Chi Crea” di SIAE, con il sostegno del MIC, Palladio a Palla! è un disco che già dal titolo svela l’originalità del suo impianto, omaggio in musica a uno dei più influenti architetti della storia, il veneto Andrea Palladio.
Il progetto, ispirato a nove delle ville cinquecentesche note appunto come palladiane, tenta una virtuosa sintesi fra jazz, musiche improvvisate, architettura e universo digitale.
Partendo dallo studio del patrimonio lasciato da Palladio, i GOGODUCKS presentano un album tributo alla sua architettura, traducendo in musica alcune delle tecniche compositive adottate nelle sue opere: l’utilizzo ben delineato di ritmo, armonia, struttura, energia, i rapporti tra gli elementi, le proporzioni matematiche e la rilettura della tradizione. Il legame con il territorio veneto, loro Regione d’origine, porta i GOGODUCKS alla collaborazione con il creative coder veronese Sergio Zacco per la realizzazione di un videomapping ispirato alle planimetrie e ai disegni architettonici, rendendo così visibile la traduzione musicale dell’architettura palladiana. Fondamentale anche la collaborazione con Villa Angarano e Villa di maser per lo shooting del videoclip, di una video intervista e alcuni reels.
In questa prospettiva, il lavoro compositivo messo in atto nell’album mira a dar vita a organismi sonori via via apparentabili alle forme di Palladio, ai ‘meccanismi’ di linearità e bellezza del suo agire che conducono, spesso, a un’immersione contemplativa.
I nove brani di Palladio a Palla! definiscono così una nuova geografia, un mosaico dalle tessere ironiche ed evocative con titoli fondati su giochi di parole, calembours che svelano il carattere innovativo del progetto (Better ask Barbra, Sir Ego, At the roundabout, Hang Arano, Poiena, E mò?, Broder, Corner, Malcontenta) e mostrano la forza della tradizione come il carattere perennemente attuale delle bellezza eterna.
Francesca Remigi, batterista versatile, compositrice sperimentale e improvvisatrice innovativa, è un’artista residente a Milano. Vincitrice del concorso di Italia-Jazz Nuova Generazione Jazz 2021 e del Top Jazz 2022 (Musica Jazz) come miglior nuovo talento italiano, Francesca è conosciuta per le molteplici collaborazioni internazionali nel campo della Creative Music con musicisti come Steve Lehman, Danilo Perez, Dee Dee Bridgewater, Carmen Staaf, George Garzone, Joachim Florent, Kris Davis, Val Jeanty, Nicole Glover, Immanuel Wilkins, Marion Hayden, Ellen Rowe, Sharel Cassity, Bruno Chevillon, Yuhan Su, Alexander Hawkins, Tomeka Reid, Angelika Niescier, Antonello Salis, Gianluigi Trovesi, Camila Nebbia. Nota per la partecipazione a rinomati festival internazionali tra cui L’Off Jazz 2022, Melbourne International Jazz Festival 2022, EFG London Jazz Festival 2023, DC Jazz Festival 2021, Tashkent Jazz Festival 2024, Umbria Jazz Festival 2022 e Panama Jazz Festival 2022, Francesca è vincitrice del Premio SIAE 2022, del Premio come miglior solista al Getxo Jazz Competition 2022 e del primo premio al prestigioso Keep an Eye International Award 2023, ed è finalista del Next Jazz Legacy Award 2023 e 2024 di New Music USA.
Luca Zennaro è un chitarrista, compositore e bandleader nato a Chioggia (Venezia) nel 1997. Negli anni passati Luca ha esplorato vari territori musicali: con il suo nuovo EP “ZENMUSIC” approccia la musica elettronica in un progetto che coinvolge musicisti come Chris Fishman, Giovanni Iacovella, Michelangelo Scandroglio, Francesco Panconesi e PPIERRRRE. L’originalità del gruppo sta nel sapersi muovere con disinvoltura sia sul versante elettronico che su quello acustico. Luca è inoltre ci-fondatore di Hackout!, trio con il quale ha registrato due album in 2 anni e con cui ha realizzato due tour europei. Luca ha collaborato con musicisti nazionali ed internazionali come Benjamin Clementine, Francesco Bearzatti, Jacky Terrasson, Gabriele Mirabassi, Chris Fishman, Alessandro Lanzoni e molti altri. Negli anni passati si è esibito in festival e club in Messico, India, Israele, Danimarca, Svezia, UK, Senegal, Norvegia, Germania, Olanda, Belgio, Grecia, Spagna, Ungheria, Francia, Austria e Lettonia. Luca è considerato come uno dei musicisti più interessanti della scena jazz italiana.
Paolo Peruzzi, “un musicista con la natura curiosa ed inquisitiva per spingere il genere in avanti” nelle parole della NEA Jazz Master Terri Lyne Carrington. Kris Davis lo descrive come “straordinariamente talentuoso, laborioso, curioso”. Fondatore nel 2015 del pluripremiato ensemble di percussioni da camera Palladrum, dopo il diploma al conservatorio Pedrollo di Vicenza, ha proseguito con il diploma di performance al Berklee College of Music di Boston, USA. È stato parte del Berklee Institute of Jazz and Gender Justice, la cui missione è quella di sostenere e supportare una trasformazione culturale nel jazz avendo la giustizia di genere e la giustizia razziale come principi guida.
- Malcontenta (04:06)
- Hang Arano (06:32)
- Broder (05:29)
- At the roundabout (05:09)
- Corner (03:31)
- E mò? (04:00)
- Poiena (05:38)
- Better ask Barbra (03:26)
- Sir Ego (05:36)
Francesca Remigi | batteria, percussioni Luca Zennaro | chitarra, elettronica
Paolo Peruzzi| vibrafono e programmazione Sergio Zacco | creative coding
Andrea di Pietro della Gondola | architettura
Registrato presso Artesuono Recording Studio Registrato, mixato e masterizzato da Stefano Amerio Prodotto da GOGODUCKS
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Anna Maria Fabriani. Riverberi e trame dalla Scuola Romana
Anna Maria Fabriani
Riverberi e trame dalla scuola romana
La prima mostra di un’artista centenaria, allieva di Carlo Socrate ed interprete “nascosta” della tradizione pittorica del Novecento
5 settembre | 6 ottobre 2024
Via Merulana 121, Roma
Palazzo Merulana, custode di numerosi capolavori della Scuola Romana appartenenti alla Collezione Cerasi, continua insieme a CoopCulture la sua attenta opera di indagine e di valorizzazione di uno dei momenti più interessanti e vitali dell’arte italiana del ‘900 accogliendo, dal 5 settembre al 6 ottobre 2024, la mostra “Anna Maria Fabriani. Riverberi e trame dalla Scuola Romana” a cura di Sabina Ambrogi, con testo critico di Giulia Ambrogi. Per pubblico e critica si tratterà di un’occasione, da un lato, di scoprire il tratto e l’eleganza della ricchissima produzione di un’artista formatasi all’Accademia delle Belle Arti alla fine degli anni ’40 e allieva di Carlo Socrate, che della Scuola Romana fu uno dei massimi esponenti; dall’altro di approfondire la conoscenza di un periodo storico-sociale, quello della patriarcale Italia del Secondo dopoguerra, in cui Fabriani, come forse molte donne dell’epoca, ha coltivato tra le mura domestiche il proprio talento artistico quasi autocensurandosi, senza mai pensare di “essere all’altezza” di rivelarsi al mondo.
È, dunque, la prima volta che viene esposta una selezione del lavoro di Anna Maria Fabriani. Ed è una prima volta resa ancora più preziosa ed emozionante dalla sua età, 100 anni, compiuti alla fine dello scorso giugno. La mostra, frutto di prestiti di privati o di opere appartenenti alla famiglia, inizia dal primo ritratto a Maria Magris, madre della pittrice, databile intorno alla fine degli anni ’40, e giunge fino alla natura morta Limoni e bottiglia di amaro, eseguita nel 2018, cioè fino a quando la pittrice è riuscita a stare in piedi di fronte al cavalletto. L’intera esposizione è frutto di un lavoro di ricerca, recupero e catalogazione, iniziato diversi anni fa, da parte della curatrice. I restauri sono a cura di Cristiana Noci che ha letteralmente riportato alla luce alcune opere come Rosetta (1953) il pezzo più pregiato della collezione, insieme a Grigio su grigio (1958).
L’arte che coincide con la vita
<<La retrospettiva evidenzia il culto del “lavoro dell’artista” che è forse uno dei tratti più forti che saldano la sua opera al periodo della Scuola Romana, alla frequentazione dell’atelier di Villa Strohl-Fern e al maestro Socrate – scrive la critica Giulia Ambrogi – Un’attitudine nei confronti dell’arte che per Fabriani è stata ambizione di crescere all’interno di esercizi pittorici quotidiani, in una ricerca continua che, non avendo mai avuto l’obiettivo di tradursi in visione pubblica, finisce con il coincidere con la vita stessa. Non si è mai confrontata con il mercato ma neppure ne è stata mai condizionata>>.
Riflessioni che si intrecciano con i ricordi della curatrice Sabina Ambrogi, giornalista, autrice e figlia dell’artista: <<Mia madre aveva a disposizione una casa grande e molti posti per poter dipingere, invece teneva colori pennelli e cavalletto nella sua stanza da letto che era il suo atelier. Sistemava degli stracci e dei fogli di giornale sui vetri e dirigeva la luce naturale sugli oggetti. La pittura era un rito unico, metodico, perfino un accanimento ossessivo, intimamente e forse esclusivamente legato alla luce e alla capacità di dare il volume e determinare le forme. Andava a dormire con l’odore di trementina>>.
Dal maestro Fabriani ha preso forse anche la stessa “sofferta timidezza”, come aveva tratteggiato Efisio Oppo nelle cronache che ne descrivevano le attitudini. Una predisposizione morale che sembra accompagnare anche la produzione della stessa pittrice: capitava che, dopo aver dipinto, grattasse il colore dalla tela con la lametta per poi ricominciare il giorno dopo, ripetendo l’operazione anche per un mese di seguito, fino a trovare il giusto equilibrio. Metodi e percezioni, visioni e composizioni che contribuiscono alla creazione di un tempo sospeso che accompagna le sue opere. Trapela, così, a volte, un’inquietudine latente, quasi un disturbo, anche in soggetti implicitamente rasserenanti di fiori come L‘urlo, e frutta La metafisica dei limoni, nella rappresentazioni di azioni misteriose e piene di suspense – Girando l’angolo -, perfino nell’esplosione dei petali delle Peonie di Lella in cui il rosa interno è una specie di rivelazione.
Luce e inquadratura “cinematografica”
La produzione artistica di Fabriani si divide in due fasi. La prima inizia verso la fine degli anni ’40 e si interrompe negli anni ’70. La seconda risale al 1997, subito dopo la morte del marito Silvano Ambrogi, e dura fino al 2018. Interruzione di un’attività e di un ragionamento artistico capace, tuttavia, di ripartire arricchito da nuove visioni contemporanee. Persino di inquadrature cinematografiche come per lo Scorfano, Colazione in Calabria, oppure con Campo e Controcampo a Migliarino, due dipinti concepiti proprio come due fotogrammi di un film e oggetto di una stessa visione. Come sottolinea anche Vladan Radovic, fra i direttori della fotografia più accreditati in Italia: <<Anna Maria Fabriani sembra ricalcare nel suo mestiere di pittrice quello della direzione della fotografia, adottando una direzione della luce decisa, con una morbidezza unica gentile, sottile, che crea un dialogo silenzioso con le ombre, tra la realtà e l’immaginazione. Spesso nelle sue opere risalta un punto di vista cinematografico con delle prospettive fedeli alle ottiche della macchina da presa. In queste armonie, la sua attenzione alla luce diventa poesia visiva, un linguaggio artistico che trasforma ogni tela in una scena di cinema di straordinaria bellezza>>.
Alla ricerca dei quadri perduti al porto di Caracas
Circa una decina di dipinti eseguiti sono ancora oggetto di ricerca. Sono andati perduti in Venezuela al porto di Caracas La Guayra dopo una spedizione in nave in una cassa, nel 1959. Il fratello dell’artista, Maurizio Fabriani, destinatario della spedizione, dirigeva cantieri per le costruzioni delle strade nel cuore del paese in zone molto impervie a più di venti ore di macchina dalla capitale venezuelana. Non ha fatto in tempo a tornare per recuperarli. O si è forse perso il tempo utile per farlo. La mostra è un’occasione per lanciare “un messaggio nella bottiglia” e chiedere a chi li avesse di farsi avanti per poterli catalogare ed esporre.
Modalità di visita:
Mercoledì – domenica ore 12 – 20 (ultimo ingresso alle 19)
Biglietto Intero euro 12.00 – Biglietto Ridotto 10.00
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Willy Monteiro Duarte, il cartoon 3D proiettato nelle scuole e nelle carceri. Il 6 settembre l’anniversario della morte.
Side Academy, il cartoon 3D su Willy Monteiro Duarte nelle scuole
Nei giorni del quarto anniversario della barbara uccisione di Willy Monteiro Duarte (era il 6 settembre 2020 quando fu ucciso dai bulli) alla Mostra del Cinema di Venezia l’annuncio: nella giornata nazionale del rispetto (20 gennaio) sarà trasmesso nelle scuole e nelle carceri. La sorella di Willy, Milena: “Il linguaggio perfetto per comunicare i valori ai bambini”
Willy Monteiro Duarte aveva ventuno anni, era originario di Capo Verde, isola al largo dell’Africa, ed era appena uscito dal ristorante dove lavorava da cuoco quando difese un amico aggredito dai bulli. Esattamente quattro anni fa, il 6 settembre del 2020 è stato ucciso a Colleferro (Roma) vittima di un pestaggio razzista. La brutalità dell’aggressione ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica italiana, tanto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito alla memoria la Medaglia d’oro al valor civile
Un episodio che adesso è diventato un cortometraggio d’animazione 3D dal titolo “Willy – Different is good”, presentato tra gli happening “fuori concorso” del Festival del Cinema di Venezia. Erano presenti gli studenti di Side Academy, giornalisti e professionisti di livello mondiale nell’ambito cinematografico e dei videogame. Il direttore artistico dell’accademia veronese, Stefano Siganakis, è orgoglioso. “Vogliamo lavorare sui temi dell’inclusione e della tolleranza”, spiega. “Per questo adesso il nostro obiettivo è presentare il cartoon di Willy ad un più ampio pubblico possibile. Lo caricheremo sui siti internet, lo porteremo nelle scuole, inviteremo le istituzioni a diffonderlo. Speriamo che possa così passare il messaggio che la differenza è un valore”.
La sorella di Willy, Milena Monteiro, ha sposato l’iniziativa. “Il cartoon di Side Academy fa arrivare ai ragazzi un messaggio profondo in modo semplice ed efficace, lo stesso messaggio che la nostra famiglia ripete da quattro anni”, ha detto in un videomessaggio. “Fin da piccoli tutti noi guardiamo i cartoni animati ed è più facile insegnare i comportamenti buoni ai bambini con questo linguaggio. Dobbiamo insegnare la forza dell’amicizia, il valore dell’essere diversi, il desiderio di raggiungere la migliore versione di noi stessi, la parte di noi che fa del bene al prossimo: nel cartoon un abbraccio può far tornare bambino anche il più duro dei bulli”.
Presente alla proiezione del corto anche la vicepresidente Cristina Virili dell’Associazione Nazionale “Nel Nome del Rispetto”, sodalizio che ha ottenuto l’ istituzione della giornata nazionale del rispetto dedicata proprio a Willy Monteiro che si terrà ogni anno il 20 gennaio, e che contribuirà alla diffusione del corto presso le scuole di ogni ordine e grado e nelle carceri che partecipano al progetto annuale indetto dall’Associazione per la promozione e la comprensione del principio del rispetto tra le giovani generazioni.
A sposare il progetto anche l’amministrazione comunale di Colleferro, alla prima c’era il sindaco Pierluigi Sanna. “Siamo grati al lavoro di Side Academy”, ha detto “La risposta della generazione dei giovani alla tragedia è stata una risposta di tolleranza, di valori, di solidarietà, di arte, riconoscenza e creatività rivolte non all’odio e alla sopraffazione ma ai valori nobili che Willy ha saputo distillare con il suo sacrificio”.
In sala c’erano anche la docente di Side Academy, Sarah Arduini (oscar per gli effetti speciali nel film Disney “Il libro della giungla”) e Jan Luc Sala, direttore artistico del gigante multinazionale tech Ubisoft, che hanno ribadito la qualità tecnica dei ragazzi di Side Academy nel creare il cortometraggio: le tecnologie utilizzate sono quelle che usano i programmatori di videogiochi.
Nello sviluppo del video la storia di Willy rivive attraverso le peripezie di un piccolo alieno, minacciato da bulli, che non vogliono solo umiliarlo, ma anche riprendere con un video il pestaggio per poi diffonderlo sui social. Nasce proprio da questa idea un contrasto tra i “cattivi” destinato a regalare al pubblico l’emozione di un finale sorprendente. La resa è merito dei ragazzi e dei professionisti che ruotano attorno al mondo di Side Academy, che si è classificata tra le prime cinque migliori università, college e accademie private del mondo del settore dell’animazione 3D, un concorso a cui partecipano realtà provenienti da oltre 100 nazioni e gestito dalla piattaforma The Rookies.
I cinque minuti e mezzo del corto 3D sono stati realizzati con tecnologie pionieristiche in Italia. Sono state necessarie centomila ore di lavoro, distribuite per esigenze accademiche in un triennio, che hanno impegnato una settantina di studenti. Circa ottomila i frame prodotti dagli animatori di Side Academy, guidati dalla loro insegnante Arduini. Per la produzione, è stato utilizzato in modo innovativo il software “Unreal Engine”di Epic Games. Questo software è il “game engine” di riferimento, da diversi anni, per il mondo dei videogame e ha permesso lo sviluppo di titoli come Fortnite, Cyberpunk 2077, Star Wars Jedi e The Fallen Order.
Schede di approfondimento. Storia Side Academy.
Side Academy ha sede a Verona, in centro storico, in un edificio del Cinquecento che nel corso dei secoli ha ospitato numerosi personaggi illustri tra i quali anche Luigi XVIII. Oggi vi studiano circa 200 studenti, il fatturato previsto per il 2024 è di tre milioni di euro e c’è un ambizioso piano di crescita per il triennio, Il direttore generale e fondatore è Stefano Siganakis. A giugno del 2024 Side Academy ha ottenuto il quinto posto a livello mondiale ai “Rookies Awards”, la classifica basata sulla piattaforma mondiale che decreta i migliori studenti delle accademie e delle università di tutto il mondo (sono presenti oltre 100 nazioni). Side Academy propone percorsi formativi indirizzati alla formazione di figure professionali specializzate nel settore del cinema d’animazione, degli effetti speciali, dell’advertising e dei videogame. Molti dei suoi ex studenti sono oggi “cervelli in fuga dall’Italia”, che lavorano su progetti delle più famose società di produzione al mondo, dalla Walt Disney alla Marvel fino a Ducati. I docenti sono “top trainer” del settore e molti hanno vinto importanti premi internazionali.
Accanto alla didattica, nell’ecosistema di Side Academy c’è anche la “Wargames Studios”, azienda specializzata nella produzione di cartoon e videogiochi. In Wargames tra docenti e collaboratori la forza lavoro si attesta attualmente sulla quarantina di unità. Lo studio si occupa di animazione e computer grafica e cura progetti per importanti committenti del settore. Tra le opere originali firmate Wargames Studio spicca ora la collaborazione e lo sviluppo del cortometraggio animato in 3D su Willy Monteiro.
Informazioni e contatti su www.sideacademy.com.
Contatti:
PK COMMUNICATION
press@pkcommunication.it / 351 6896663
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Volti, immagini, versi. Rossella De Cicco e i suoi “Ritratti di parole”
Volti, immagini, versi. Rossella De Cicco e i suoi Ritratti di parole
Non seppellire i talenti dovrebbe essere un imperativo etico, un concetto da trasferire sul piano pratico quando la vita inizia a rivelarsi nel suo carattere unico, di dono irripetibile. Così Rossella De Cicco ha deciso di dare corpo al suo sentire. Dopo anni di lavoro in ambito finanziario («un’attività che ho molto amato», dichiara), il richiamo della poesia è stato più forte di ogni calcolo. Un bisogno quasi fisico, lo sbocco naturale di un percorso di passione.
«Ho iniziato venti anni fa, un po’ per gioco», racconta De Cicco con voce vibrante, il timbro incrinato dall’emozione. «A pensarci mi sembra ancora incredibile. Un giorno mi chiama un amico, stava organizzando una mostra fotografica. Voleva che ogni opera fosse narrata in versi, e lo stava chiedendo a me. Lo stupore è stato fortissimo. “Ma io non sono in grado”, “Ma io non l’ho mai fatto”. Era un susseguirsi di “ma”. Lui ha insistito, e così mi sono messa in gioco. Ho dato vita a componimenti che raccontavano quegli scatti. Erano fotografie bellissime, parlanti. In quell’occasione un signore si è avvicinato per dirmi che desiderava alcuni versi, e voleva un mio autografo». La voce di Rossella ora è colma di commozione «“Non sono mica famosa”, gli ho detto. E lui – ricordo bene – mi ha risposto: “Lo diventerai. Per questo conserverò gelosamente la tua firma”».
È questo l’episodio che segna una deviazione nel suo cammino. La finanza, i numeri, non bastano più. Ed è un percorso in salita quello che aspetta Rossella, per sua ammissione nata in una famiglia in cui il concetto di arte comprende la musica, la pittura, ma non dà sopravvivenza. Eppure qualcosa deve essere scattato nella mente di questa donna che riesce a leggere l’invisibile, a vedere oltre la superficie liscia del quotidiano. Merito della Mindfulness che l’ha ispirata, ma anche di un senso che la pone oltre l’orizzonte comune.
Dagli oggetti decide di passare alle persone, di fissare su carta aspetti che gli altri non riescono a cogliere. Inizia con chi gli è vicino, e pian piano si avvicina agli sconosciuti, a chi non ha (ancora) incrociato la sua strada. Il risultato è sorprendente: «Sono riuscita a inquadrarli in modo preciso, tanto da generare in loro emozioni forti. Amici e conoscenti, ancora a distanza di anni, mi confessano di conservare i miei componimenti come qualcosa di raro. C’è addirittura chi li ha incorniciati». Si fa fatica a non crederle, poiché l’arte di Rossella – senza correre il rischio dell’esagerazione – somiglia a un prodigio, procede da barlumi improvvisi, quasi riuscisse ad agganciarsi all’ignoto, a ciò che è in ombra e non si vede.
«La vita ci dà dei talenti ma non il libretto di istruzioni per maneggiarli, per metterli a frutto», dice. «Io ora però l’ho trovato, e desidero regalare tante emozioni con le mie parole. Mi sento in cammino, sempre. Oggi i miei ritratti di parole impreziosiscono diversi eventi, dal mondo del wedding a quello delle mostre d’arte. Sono stati utilizzati anche come bomboniera per un matrimonio, che bella soddisfazione! Desidero specializzarmi in questa direzione, per continuare a dar corpo al mio sogno e a un’arte a cavallo tra la poesia e la performance».
Nulla di più bello, in un mondo in cui ogni passione risulta piegata, fiaccata, dalle leggi dell’omologazione e del consumo.
Ginevra Amadio
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Alla Mostra del Cinema di Venezia il corto in 3D su Willy, il giovane barbaramente ucciso dai bulli a Colleferro in provincia di Roma. Opera di Side Academy
Side Academy presenta il corto in 3D su Willy, il giovane ucciso dai bulli
Il 31 agosto alla Mostra del Cinema di Venezia l’anteprima dell’opera di animazione 3D realizzata da una settantina di ventenni, studenti della Side Academy di Verona che insegna l’arte digitale per il settore cinematografico, del videogame e pubblicitario. Il fondatore della scuola, Stefano Siganakis: “Abbiamo usato la tecnologia dei videogiochi per creare un universo parallelo con un piccolo alieno. Oltre centomila ore di lavoro in tre anni, un corto per spiegare che la diversità è un valore”. Nell’occasione consegnati i “Draghi d’Oro” ai migliori studenti.
Willy Monteiro Duarte aveva ventuno anni, faceva il cuoco e difese un amico aggredito dai bulli. Per questo, il 6 settembre del 2020 è stato ucciso a Colleferro (Roma) vittima di un pestaggio razzista: Willy era originario di Capo Verde, isola al largo dell’Africa. La brutalità dell’aggressione ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica italiana, tanto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito alla memoria la Medaglia d’oro al valor civile.
Un episodio che adesso è diventato un cortometraggio d’animazione 3D dal titolo “Willy – Different is good”, che sarà presentato il prossimo 31 agosto, alle ore 19, nella “Sala Tropicana” dell’Hotel Excelsior. L’evento è una prima assoluta, inserita nel programma degli happening “fuori concorso” del Festival del Cinema di Venezia. Vi parteciperanno gli studenti di Side Academy, ma anche il corpo docenti (che include Sarah Arduini, vincitrice del premio Oscar per gli effetti speciali nel film Disney “Il libro della giungla”) e professionisti di livello mondiale nell’ambito cinematografico e dei videogame, è atteso anche il direttore artistico del gigante multinazionale tech Ubisoft. Invitata come ospite d’onore dell’evento anche la sorella di Willy, Milena Monteiro. I cinque minuti e mezzo del corto 3D sono stati realizzati con tecnologie pionieristiche in Italia, il direttore artistico è Stefano Siganakis, che è anche il CEO di Side Academy. Sono state necessarie centomila ore di lavoro, distribuite per esigenze accademiche in un triennio, che hanno impegnato una settantina di studenti. Circa ottomila i frame prodotti dagli animatori di Side Academy, guidati dalla loro insegnante Arduini. Per la produzione, è stato utilizzato in modo innovativo il software “Unreal Engine”di Epic Games. Questo software è il “game engine” di riferimento, da diversi anni, per il mondo dei videogame e ha permesso lo sviluppo di titoli come Fortnite, Cyberpunk 2077, Star Wars Jedi e The Fallen Order.
Nello sviluppo del video la storia di Willy rivive attraverso le peripezie di un piccolo alieno, minacciato da bulli, che non vogliono solo umiliarlo, ma anche riprendere con un video il pestaggio per poi diffonderlo sui social. Nasce proprio da questa idea un contrasto tra i “cattivi” destinato a regalare al pubblico l’emozione di un finale sorprendente. L’alta tecnologia impiegata e la trasposizione in un ambiente “cartoon” rendono la storia narrata nel corto emblematica di quella accaduta nella vita reale. Con la differenza che nella fiction le differenze servono a far evolvere la società, e non a creare conflitti.
Il progetto di Side Academy giunge così a conclusione dopo esser stato avviato nel 2021. “Già in fase di realizzazione il nostro corto animato ha catalizzato attenzioni mediatiche dovute ai valori culturali, oltre che estetici e tecnologici, di un progetto che speriamo abbia la più ampia diffusione possibile per i valori che trasmette ai ragazzi”, spiega Stefano Siganakis, CEO di Side Academy. “Questo è solo l’ultimo dei nostri lavori. Side Academy è in vertiginosa espansione e ha come obiettivo per i prossimi tre anni di moltiplicare il numero degli iscritti grazie anche al processo di internazionalizzazione iniziato quest’anno”.
Va ricordato che lo scorso giugno Side Academy si è classificata tra le prime cinque migliori università, college e accademie private del mondo del settore dell’animazione 3D, un concorso a cui partecipano realtà provenienti da oltre 100 nazioni e gestito dalla piattaforma The Rookies. I progetti sono stati valutati da un judging panel di cui fanno parte direttori creativi, technical director e professionisti di società internazionali come Disney, Netflix, Amazon Prime Video, Pixar, Riot Games, Microsoft e Sony.
La serata alla Mostra del Cinema sarà anche l’occasione per la consegna dei Draghi d’Oro, premio giunto alla quarta edizione che gratifica con l’ambita statuetta i migliori studenti dell’academy veronese. Gli allievi arriveranno sul pontile dell’Excelsior. Poi, una volta giunti nella sala “Tropicana”, saranno chiamati a ricevere un premio che è il miglior auspicio possibile per questi visionari 3D del futuro. Lalocation è iconica: ha ospitato tantissime proiezioni e prestigiosi eventi collaterali dell’Hotel Excelsior, è luogo di culto per tanti attori e registi hollywoodiani che ogni anno sfilano nell’adiacente red carpet o approdano nella leggendaria darsena dell’Hotel.
Molti degli studenti che saranno premiati, peraltro, hanno già l’opportunità di lavorare nel settore. Infatti, nel corso del 2025 l’academy veronese ha in programma di procedere a una trentina di nuove assunzioni per gestire l’aumento di richieste generato dai propri corsi. Va detto che le opportunità lavorative nell’ambito della Cgi, dell’animazione e dei games non mancano e che oggi Verona può considerarsi una delle capitali italiane di questo ecosistema artistico ed economico.
Ricordiamo infine che la computer generated imagery è quell’applicazione nel campo della computer grafica 3D che si utilizza per creare gli effetti speciali digitali nei film, in televisione, negli spot commerciali, nei videogiochi di simulazione e in tutte le applicazioni di grafica visiva. I colossi che primeggiano nel settore sono soprattutto americani, ma anche francesi, grazie a scuole e corsi di primissimo livello che sfornano miriadi di talenti. Ora anche l’Italia entra in questo gruppo ristretto grazie alla Side Academy di Verona.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: STORIA DI SIDE ACADEMY
Side Academy ha sede a Verona, in centro storico, in un edificio del Cinquecento che nel corso dei secoli ha ospitato numerosi personaggi illustri tra i quali anche Luigi XVIII. Oggi vi studiano circa 200 studenti, il fatturato previsto per il 2024 è di tre milioni di euro e c’è un ambizioso piano di crescita per il triennio, Il direttore generale e fondatore è Stefano Siganakis. A giugno del 2024 Side Academy ha ottenuto il quinto posto a livello mondiale ai “Rookies Awards”, la classifica basata sulla piattaforma mondiale che decreta i migliori studenti delle accademie e delle università di tutto il mondo (sono presenti oltre 100 nazioni).
Side Academy propone percorsi formativi indirizzati alla formazione di figure professionali specializzate nel settore del cinema d’animazione, degli effetti speciali, dell’advertising e dei videogame. Molti dei suoi ex studenti sono oggi “cervelli in fuga dall’Italia”, che lavorano su progetti delle più famose società di produzione al mondo, dalla Walt Disney alla Marvel fino a Ducati. I docenti sono “top trainer” del settore e molti hanno vinto importanti premi internazionali.
Accanto alla didattica, nell’ecosistema di Side Academy c’è anche la “Wargames Studios”, azienda specializzata nella produzione di cartoon e videogiochi. In Wargames tra docenti e collaboratori la forza lavoro si attesta attualmente sulla quarantina di unità. Lo studio si occupa di animazione e computer grafica e cura progetti per importanti committenti del settore. Tra le opere originali firmate Wargames Studio spicca ora la collaborazione e lo sviluppo del cortometraggio animato in 3D su Willy Monteiro.
Informazioni e contatti su www.sideacademy.com
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Giovedì 22 agosto alle ore 19,30 presso il Museo Archeologico “Ferruccio Barreca” nel Parco storico-archeologico di Sant’Antioco presentazione della silloge di racconti di Rossella Monaco edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore “Super Cavie. Racconti satirici di Transumanesimo e ‘Pornodistopia’”
Giovedì 22 Agosto alle ore 19:30 presso il Giardino MAB- Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco presentazione della silloge di racconti edita da Cultura e dintorni Editore Super Cavie. Racconti satirici di Transumanesimo e “Pornodistopia”
Da non perdere l’appuntamento con la presentazione della silloge di racconti di Rossella Monaco, una satira sulla nostra società.
La Pornodistopia di Rossella Monaco: ribellione e satira in un futuro distorto
Rossella Monaco ci porta in una “pornodistopia” dove il turbocapitalismo tecnologico ha ridotto l’umanità a cavie manipolate.
Le “Super”, figure ribelli e consapevoli, sfidano questo sistema mantenendo una spiritualità ancestrale e un’ironia erotica. Rossella Monaco usa la satira per parodizzare l’ossessione salutista e il controllo totale, facendoci ridere di noi stessi e riflettere sulla nostra complicità in questo futuro già presente.
Un grido di allarme mascherato da satira feroce, che ci invita a risvegliare la nostra coscienza critica.
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L’audiodescrizione è un ausilio essenziale, ma va fatta bene
L’audiodescrizione è un ausilio essenziale, ma va fatta bene
di Marina Capria
«Come ipovedente – scrive Marina Capria -, posso attestare l’impatto estremamente positivo che le audiodescrizioni hanno sulla mia vita. Tuttavia, capita spesso di ascoltare audiodescrizioni che già dalle prime battute non mi restituiscono le immagini e le azioni, producendo così un lavoro inadeguato e irrispettoso nei confronti di chi ha bisogno di quelle descrizioni per seguire i film e le serie. Le audiodescrizioni richiedono infatti precisione tecnica, sensibilità artistica e nel processo di collaudo l’incaricato dovrebbe essere affiancato anche da una persona cieca o ipovedente».
Costruire una società inclusiva e accessibile significa garantire che ogni individuo, indipendentemente dalle proprie abilità, abbia le stesse opportunità di fruizione culturale e di partecipazione alla vita sociale. Un aspetto cruciale per raggiungere questo obiettivo è rappresentato dalle audiodescrizioni, servizio che permette alle persone con disabilità visive, e non solo, di godere appieno dei prodotti audiovisivi.
In qualità di persona ipovedente e fruitrice di audiodescrizioni, posso attestare l’impatto estremamente positivo che queste hanno sulla mia vita. La possibilità di seguire una scena e comprendere le azioni dei personaggi mi consente di partecipare attivamente e consapevolmente.
Tuttavia, capita spesso di ascoltare audiodescrizioni che già dalle prime battute non mi restituiscono le immagini e le azioni, producendo così un lavoro inadeguato e irrispettoso nei confronti di chi, come me, ha bisogno di quelle descrizioni per seguire i film e le serie. Per non parlare del mancato rispetto dell’opera originale e delle linee guida italiane ed europee: queste ultime sono essenziali, in quanto stabiliscono regole intransigenti che garantiscono la realizzazione di ausili professionali e davvero utili.
Nel mio percorso per imparare l’arte dell’audiodescrizione e del collaudo, più volte sono inciampata in gravi errori che non mi hanno permesso di comprendere appieno l’azione scenica, distogliendo così la mia attenzione. Degli esempi possono essere: errori grammaticali gravi; l’uso di parole auliche o specialistiche che prevedono l’ascolto del film con il vocabolario alla mano; tecnicismi di regia; utilizzo di parole piuttosto di altre, come confondere uno chiffon (tipo di tessuto) da uno chignon (tipo di acconciatura).
Questi orrori, insieme a molti altri che ho ascoltato, sono stati “accettati” e trasmessi a causa di un mancato, o svogliato, collaudo e della mancata professionalità e competenza da parte degli addetti ai lavori. Al fine di evitare che ciò avvenga, è importante che nel processo di collaudo, l’incaricato venga affiancato anche da una persona cieca o ipovedente, in modo da comprendere quali possano essere le maggiori difficoltà e migliorarne la comprensione.
Le audiodescrizioni richiedono non solo precisione tecnica, ma anche una sensibilità artistica: è necessario, quindi, che chiunque voglia approcciarsi a questo mestiere si renda conto dell’importanza di questo ausilio e non ci si può permettere di risparmiare sull’istruzione di figure professionali.
(da superando.it)
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Sulle tracce di Corrado Alvaro
Sulle tracce di Corrado Alvaro.
Comunicato della visita dell’Associazione Le città visibili, di Lamezia Terme
Un viaggio nell’Aspromonte più autentico e verace quello che Le città Visibili hanno sperimentato, sulle tracce di Corrado Alvaro. Dopo svariati tentativi, durati anni, questo breve viaggio si è concretizzato grazie, oltre alla testardaggine della nostra presidente Anna Misuraca, al nostro infaticabile e appassionato amico architetto e guida naturalistico-escursionistica Peppe Battaglia, ad Andrea Laurenzano che, come sempre si è messo a disposizione per aiutarci nell’organizzazione, Tony Russo, presidente dell’associazione Sentiero dell’Inglese, collaboratori di Naturaliter, Società Cooperativa turistica a r.l. con sede a Bova, Tito Sgrò, di Calabria Fly, e Pino. Infinitamente grazie alla Ditta Bilotta che ci ha permesso di realizzare questo tour e all’autista Eugenio Stranges che si è “avventurato” e ha anche dovuto aspettare il nostro ritorno in una giornata a dir poco rovente. Con una temperatura esterna di circa 36° partiamo per Reggio Calabria, mentre Franca Guarna ci espone un’accurata e interessantissima introduzione a Corrado Alvaro. La nostra prima tappa prevede la visita alla Biblioteca Comunale “Pietro De Nava”, dove veniamo accolti con entusiasmo e dedizione dalle dottoresse Daniela Neri e Sabrina Versaci e dalla signora Maria Fotia, che ci mostrerà antichi libri e manoscritti di grande importanza. Entriamo nella bellissima Villetta De Nava, casa natale di Giuseppe De Nava, che ospita la Biblioteca storico-conservativa più importante del Meridione, e che giustamente le dottoresse Neri e Versaci annoverano tra le “risorse condivise che la città vuole offrire, per portare avanti la conoscenza, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale di cui è in possesso”. Ci viene spiegata la storia dello splendido palazzo Liberty e della Biblioteca, in cui ogni stanza, oggi, è dedicata ai donatori. La Sala 1 porta il nome del bibliofilo Gennaro Giuffrè, e custodisce, tra le altre cose, la copia anastatica (l’originale è conservato nella Biblioteca Estense di Modena) della Bibbia di Borso d’Este, miniata su pergamena, e la copia numero 445 (ne esistono mille esemplari) di una maestosa Divina Commedia illustrata ad acquerello da Amos Nattini, artista tra i più autorevoli illustratori danteschi del Novecento. Visitiamo, subito dopo, la Sala Pietro De Nava, in cui ci vengono fatti notare importanti disegni e progetti opera dell’ingegnere e urbanista a cui è intitolata la sezione, e la Sala Corrado Alvaro, donazione della moglie dello scrittore, Laura, contenente l’arredo dello studio (sulla scrivania il premio Bergamotto d’oro) e parte della biblioteca personale dello scrittore di San Luca. La visita alla Biblioteca prosegue e ci viene illustrato un bellissimo plastico che rievoca la Reggio Calabria del 1600; successivamente osserviamo, sfogliato dalle mani attente ed esperte della signora Fotia, il Commentarius in Pentateuchum in riproduzione anastatica (l’originale si trova nella Biblioteca Palatina di Parma); il commentario venne stampato a Reggio Calabria nel 1475 dal tipografo Abraham Ben Garton ben Isaac e può considerarsi il primo libro in ebraico che porti la data di pubblicazione.
Con la bellezza di questi tesori ancora negli occhi, risalendo vallata di Gallico, nota per le arance tardive, dette Belladonna, oggi presidio Slow Food, proseguiamo il nostro itinerario e giungiamo a Gambarie al Bellavista Park Hotel (grazie al titolare Luca Lombardi che si è dedicato a noi con attenzione e cura infinite), dove ci rifocilliamo con squisite pietanze tradizionali preparate con ottimi prodotti a km zero. Nel pomeriggio, per cercare un po’ di fresco, Peppe Battaglia ci conduce in una passeggiata verso Tre Aie e nel Bosco delle Fate; sostiamo in vari punti con ko sguardo ai meravigliosi faggi e abeti che caratterizzano queste zone, mentre la nostra attenta guida ci informa che fu proprio al Sud, con i Borboni, che si istituì la prima legge sul taglio dei boschi. Qualche minuto di relax e poi un’ottima cena al Bellavista Park Hotel e una chiacchierata sotto le stelle nel giardino: lontani dalle luci dei lampioni si riescono a scorgere innumerevoli stelle e, addirittura, la via Lattea.
La mattina dopo ci avviamo a Polsi, accompagnati dai mezzi messi a disposizione da Andrea Laurenzano e con un carico di panini farciti d’ogni ben di Dio, opera di Luigi Belmonte. Ammirevole è stata la guida sicura sulle strade impervie e sui sentieri dell’Aspromonte, i nostri accompagnatori e driver hanno dimostrato sensibilità, disponibilità e competenza, permettendoci di ammirare la natura verdeggiante e ruvida dell’Aspromonte, a tratti quasi protettiva verso le mura erette dall’uomo come quelle del Santuario di Polsi. Nel tragitto ci fermiamo in due punti d’osservazione: nel Vallone della Madonna si snodano varie strade che confluiscono nelle due principali che portano al Santuario della Madonna della Montagna. Peppe Battaglia ci spiega l’origine geologica del paesaggio e la stratificazione delle rocce e aggiunge un tocco letterario leggendo con noi un passo di Corrado Alvaro, tratto da una delle sue opere. “…Le montagne sembrano ferite da qualche mano secolare: hanno i fianchi squarciati dal cadere precipitoso di qualche cosa d’inesorabile e d’immenso: forse da un masso che nella caduta abbia lasciato la sua grandezza infranta in mille pezzi”. L’altra tappa panoramica è quella che abbraccia la vallata delle Grandi pietre, Pietra Cappa, Pietra Lunga e Pietra Castello, dopodiché, proseguiamo la discesa verso il santuario, uno dei luoghi più mistici di tutto il Meridione attorno al quale sussistono diverse storie e leggende; proprio Corrado Alvaro, appena diciassettenne, scrisse “Polsi nell’arte, nella leggenda e nella storia”. Tra le leggende più note c’è quella del pastore Italiano che, cercando un bue smarrito, lo trovò mentre dissotterrava una croce di ferro; a quel punto gli apparve la Madonna col Bambino che gli chiese di fondare in quel punto una Chiesa in suo onore. Recentemente, è stata attestata la presenza greca (statuette votive, monete, reperti di provenienza siciliana e calabrese) di un culto legato a Demetra proprio dove sorge il santuario. “Il primo nucleo del culto cristiano si forma, al principio dell’XI secolo, attorno a un gruppo di monaci di rito greco, ma è a partire dal XV secolo, in concomitanza con la diffusione dei miracoli legati al luogo, che lo stesso viene consacrato alla Madonna, denominata da allora Madonna della Montagna”. La leggenda che risale a questo periodo afferma che fosse stato il conte Ruggero il Normanno ad avere la visione della Madonna durante una battuta di caccia e i levrieri del nobile a portare alla luce una croce sotterrata. All’interno del Santuario c’è un percorso museale che Peppe Battaglia ci illustra e che racconta la storia del luogo; vi sono esposti oggetti di pregio artistico legati al culto ma anche numerosi, piccoli ex-voto donati da sconosciuti fedeli, che raccontano una storia secolare fatta di fede, pellegrinaggi e venerazione per la Madonna di Polsi. Dopo aver pranzato con gli ottimi panini, raggiungiamo con le navette un punto agevole e, a piedi, proseguiamo fino a Montalto, la cima più alta dell’Aspromonte; sulla sua sommità, vi è una grande statua bronzea del Redentore e una Rosa dei Venti. Il sentiero è immerso in faggete e abetaie e offre scorci panoramici unici al mondo: foschia permettendo, infatti, si possono osservare addirittura tre vulcani: Etna, Vulcano e Stromboli.
La tappa conclusiva è San Luca d’Aspromonte, città natale di Corrado Alvaro, dove ci accoglie Sebastiano Romeo e ci racconta della fondazione omonima, istituita il 24 gennaio del 1997 e fortemente voluta dal Comune di San Luca, dalla Regione Calabria, dall’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e dall’Università della Calabria, “per onorare il sanluchese che ha varcato il Pollino; l’aspromontano che ha raccontato la montagna; il calabrese che ha raggiunto l’Europa”. Entriamo nelle stanze dove ritratti dello scrittore e della sua famiglia ci scrutano dalle pareti e copie dei suoi innumerevoli libri e di alcune traduzioni sono visibili sotto le teche che li custodiscono per proteggerli dal tempo. È importante che tutti noi contribuiamo a tenere viva la fama di questo scrittore che ha dato lustro e ha riscattato questa fantastica perla di una Regione la cui realtà naturalistica montanara è troppo spesso dimenticata.
In questi giorni abbiamo avuto il piacere di avere con noi il noto regista piemontese Gianluca De Serio, che opera con il fratello gemello Massimiliano con cui forma una tra le coppie più talentuose del cinema italiano (Sette opere di misericordia; I ricordi del fiume; Spaccapietre). Gianluca ha voluto riassumere così il suo viaggio: “I due giorni con “Le città visibili”, passati con una compagnia davvero piacevole, interessata, curiosa, mi hanno fatto scoprire una Calabria profonda, stratificata, lontana dalle immagini stereotipate (positive o negative) più in voga. È stata una vera immersione nel cuore spirituale di un popolo, che pulsa nei luoghi di vita di un grande scrittore come Corrado Alvaro. Grazie all’organizzazione perfetta eppure leggera di Anna Misuraca, abbiamo goduto di un’esperienza lenta, ben diversa dal concetto di turismo e più vicina a quella del cammino. Non ci sono stati solo panorami da guardare, ma paesaggi, della natura e dell’anima, da attraversare. La guida di Peppe Battaglia, vero conoscitore del suo territorio come raramente si incontrano, ci ha condotto nella storia antropologica, religiosa e perfino botanica e geologica dell’Aspromonte. Nella sua voce commossa al ricordo del rito del Santuario di Polsi, ho scorto l’essenza di un popolo e la sua dignità”.
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