Cosentino (AVS): Non è fatalità, è responsabilità: basta morire di lavoro nel Lazio

“Due morti sul lavoro in poche ore, nel Lazio. A Colleferro un operaio di 66 anni è precipitato da una piattaforma dopo la rottura del braccio elevatore. A Terracina, una giovane sommelier di trentuno anni, Mara Severin, è rimasta uccisa nel crollo del solaio di un ristorante stellato. Due vite spezzate, due storie diverse, un’unica verità: nel nostro Paese si continua a morire mentre si lavora. Una vergogna inaccettabile”. Così Danilo Cosentino, segretario di Sinistra Italiana Lazio, interviene sulla drammatica sequenza di infortuni mortali sul lavoro che ha colpito il territorio regionale.
“Mara aveva scelto di trasformare la sua passione in mestiere. L’operaio di Colleferro aveva probabilmente trascorso una vita intera tra impalcature e cantieri. Due persone che stavano semplicemente facendo il proprio dovere. Due cittadini che avevano diritto a tornare a casa, e invece hanno trovato la morte. Perché nel 2025, in Italia, la sicurezza sul lavoro continua a essere considerata un costo, un optional, qualcosa di cui si può fare a meno. Non può esserci alcuna zona grigia. È lo Stato che deve garantire che si lavori in sicurezza: nei ristoranti come nei palazzi da tinteggiare. Le responsabilità individuali vanno accertate, ma quella politica è già evidente: è di chi continua a tagliare sui controlli, a tollerare la precarietà, a ignorare il tema della formazione e della prevenzione. È di un Governo che tace davanti alle morti, e che continua a legittimare modelli produttivi fondati sul massimo ribasso e sullo sfruttamento. Quella che viviamo è una vera e propria strage silenziosa. Una strage che non commuove più i palazzi del Potere ma che devasta ogni giorno le nostre comunità. Non ci accontenteremo più del cordoglio. Chiediamo un piano straordinario sulla sicurezza, più ispettori, più formazione, più controlli e sanzioni vere per chi mette a rischio la vita dei lavoratori.

Danilo Cosentino
Segretario Sinistra Italiana Lazio

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