Crisi energetica a Gaza: la Flotilla e il diritto alla luce.

Energia tagliata, vite sospese: Gaza al limite della sopravvivenza

L’energia elettrica a Gaza continua a essere insufficiente per soddisfare le esigenze quotidiane. I blackout regolari lasciano ospedali, scuole e abitazioni senza corrente, con gravi conseguenze sui servizi essenziali. La mancanza di elettricità riguarda anche acqua potabile, refrigerazione dei farmaci e funzionamento dei generatori negli ospedali. La popolazione vive con poche ore di corrente al giorno, una situazione che mette in crisi la sopravvivenza e l’accesso ai servizi fondamentali.

La crisi elettrica ha impatti diretti su:

  • le pompe idriche,

  • gli impianti di desalinizzazione,

  • la conservazione di alimenti e farmaci

In contesti normali, la gestione dell’energia elettrica prevede un accesso continuo e regolamentato ai servizi essenziali, con strutture che garantiscono distribuzione e consumo equilibrati. In media, una famiglia italiana consuma circa 2.700 kWh di elettricità all’anno e 1.150 metri cubi di gas naturale, valori che permettono di coprire tutte le esigenze domestiche. Questi numeri aiutano a comprendere quanto sia critica la situazione a Gaza, dove tali standard di consumo sono impossibili da raggiungere.

La dimensione energetica del potere israeliano

Dietro a questa emergenza si nasconde un uso politico dell’energia come strumento di controllo. La dipendenza della Striscia da Israele rende Gaza vulnerabile, limitando la possibilità di sviluppo e autonomia.

Il controllo delle risorse impedisce a Gaza di ottenere autonomia energetica. Le dinamiche del potere energetico includono:

  • controllo delle infrastrutture,

  • limitazione dell’accesso all’energia,

  • uso politico dell’elettricità.

Per un confronto, nei Paesi senza restrizioni è possibile scegliere liberamente i fornitori di energia elettrica, mentre sono i distributori a occuparsi della gestione della rete e a garantire la fornitura continua di energia alle abitazioni.

La Flotilla e il diritto alla luce: energia come resistenza

La Global Sumud Flotilla aveva raggiunto le acque di Gaza con un carico di aiuti per Gaza. La Flotilla simboleggiava:

  • la resilienza dei civili,

  • la lotta per un diritto umano universale,

  • la ricerca di un futuro basato giustizia.

La Flotilla ricordava al mondo che la sostenibilità non è solo un tema ambientale, ma anche un diritto umano. L’energia non deve essere un’arma, ma un ponte verso dignità e autonomia, mentre Gaza continua a vivere una crisi energetica drammatica.

Fonte: papernest.it

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