La scrittura come sublime sortilegio e chiave di accesso a infiniti mondi altri. Intervista a Davide Seidita

La scrittura come sublime sortilegio e chiave di accesso a infiniti mondi altri

Intervista a Davide Seidita

a cura di Luca Carbonara

Che cos’è per te la parola e dove e perché nasce? È ciò che manca che la fa esistere come diceva Patrizia Cavalli?

La parola è la chiave per aprire la porta della conoscenza, e conoscere significa essere liberi. Ogni giorno mi rendo conto che ciascuno di noi possiede questa chiave e che possiamo utilizzarla a nostro vantaggio. Ma è anche vero che noi artisti siamo legati dalle forze della terra e dell’universo. Noi percepiamo e assimiliamo ogni cosa, le cose belle e quelle brutte, e diventano fiamme che bruciano, fino a quando le elaboriamo e le trasformiamo in testi, dipinti, musica. È vero che la parola nasce quando manca qualcosa, ma non è qualcosa che, scrivendo, togliamo del tutto: semplicemente condividiamo ciò che sentiamo con tutti. Quale artista non ha assaporato il beneficio del dolore?

Davide Seidita

Qual è il percorso, la genesi dello scrittore Davide Seidita e che cosa significa per te scrivere?

Davide Seidita nasce da umili origini. Inizia a scrivere a cinque anni (ho imparato prima della scuola primaria, pensa un po’) ed è affascinato dalle favole dei fratelli Grimm che sua madre gli leggeva. Ricordo tutte quelle volte di aver rinunciato ad andare a giocare con gli altri bambini, preferendo di stare da solo a scrivere le mie prime storie. Ma l’infanzia è durata davvero troppo breve, e la realtà di cosa stava accadendo nella mia vita mi ha segnato parecchio: a sedici anni ho dovuto rinunciare agli studi e ho iniziato a lavorare in un negozio di frutta e verdura per mantenere mia madre e mia sorella, dato che mio padre ci aveva lasciato. Avevamo davvero una situazione economica critica. Ricordo molto bene come mi sentivo in quel periodo: solo, triste, annullato. L’idea di aver rinunciato a tutto ciò in cui sognavo mi ha portato in un tunnel di depressione, all’interno del quale non vedevo via d’uscita. Avevo diciassette anni, e il mondo sembrava crollarmi addosso. E fu proprio in quel periodo che venne fuori Dave Street e il mio ritorno alla scrittura. Da quel momento, scrivere è stato come una terapia, un riscatto sociale per il quale poter andare avanti. Iniziai a scrivere Dave Street e il Mago Pietrificatore e, in poco tempo, nacquero i vari personaggi che avrebbero accompagnato questa lunga storia che narra le vicende di Dave Street contro il Signore Oscuro Mortifer.

Il tempo e/è lo spazio, grandezze variabili e interconnesse cariche di significati e di  arcani misteri. Come interagisci con il tempo presente, ne percepisci il respiro? E con lo spazio che ti circonda?

Il tempo e lo spazio sono concetti complessi e affascinanti che influenzano profondamente la nostra percezione e la nostra esistenza. Personalmente, cerco di essere consapevole del tempo presente e di vivere nel momento, cercando di apprezzare le esperienze e le emozioni che si presentano in ogni istante. Percepisco il respiro del tempo attraverso i cambiamenti che avvengono nella mia vita e nella mia crescita personale. Quanto allo spazio che mi circonda, cerco di rendermi conto della sua importanza e della sua influenza sulla mia vita quotidiana. Mi sforzo di creare spazi che ispirino e mi permettano di esprimere la mia creatività e la mia individualità. Mi interesso anche alla relazione tra o spazio fisico e il benessere mentale, cercando di mantenere un ambiente che favorisca il mio equilibrio e la mia serenità.

Che cos’è per te la realtà e cosa è reale? Ciò che è fisicamente tangibile e/o percettibile? Che rapporto hai con la realtà che ti circonda?

La realtà è una porta d’accesso che mi riporta dal mondo che ho creato nei miei libri. Quando scrivo, per esempio, non esisto a 360° e questa cosa mi fa davvero pensare quanto mi senta davvero libero e felice. Il rapporto che ho con la realtà è l’essenza dalla quale io traggo molte idee. Sai quante volte mi ritrovo ad osservare tutti i passanti che trovo nella Underground di Londra? Ammetto di essere una persona curiosa, e non ti nascondo che inizio a fantasticare sulle loro vite, immaginando cosa fanno, dove stanno andando, quale lavoro svolgono. Mi è anche capitato di restare particolarmente colpito da certi volti che mi hanno aiutato a descrivere i miei personaggi. Forse per alcuni potrebbe essere inquietante, persino per Steven King, ma trovo che sia davvero fantastico. La realtà, dopotutto, ci serve anche per raccontare cosa succede nella società e nel mondo, che sono in continua trasformazione.

Sei autore di ben sette libri, una vera e propria saga, con protagonista Dave Street, giovane mago direttore del Priorato di Nemesi che nel romanzo edito da Calibano Editore Dave Street e l’amuleto di fuoco scopre che il Signore Oscuro Mortifer è alla ricerca del prezioso amuleto grazie al quale potrà ottenere il potere assoluto. Con l’aiuto delle sue fedeli amiche Paula e Deborah e di un potente Stregone cercherà di impedirlo in un susseguirsi di avvincenti e rocambolesche avventure in cui assistiamo alle più prodigiose magie e incantesimi con la fantasmagorica girobussola e il portentoso metroquadro, protagonisti i vampiri, i fantasmi, i malvagi Morditeschi, i folletti, i maghi, le streghe… un mondo parallelo in cui il mondo magico e il mondo profano (vale a dire quello degli uomini?) si alleano contro i vampiri. Balza agli occhi la stretta assonanza tra il tuo nome e quello del protagonista: è il tuo alter ego? Chi si cela dietro le sembianze di Mortifer? Se la Gioconda che si trova al Louvre è una copia dell’originale dove si trovano e cosa rappresentano le città di Enclipoli e Kartenia? In quale tempo si svolgono i fatti narrati?

Ho riflettuto molto su questa assonanza tra il mio nome e quello del protagonista, ma è una cosa che ho capito nel tempo, man mano che la storia si sviluppava e il forte peso che il protagonista ha nel mondo magico per salvarlo dall’ascesa del Signore Oscuro Mortifer. C’è sicuramente una somiglianza, specie nei tratti somatici, ma anche nell’aspetto caratteriale: molti lettori, dopo aver letto il libro, mi chiamano Dave, proprio perché vedono me all’interno della storia. Riguardo a Mortifer, voglio darti un grande beneficio: sei il primo che mi fa una domanda che attendevo da molto tempo, sai? Ho analizzato nel tempo la nascita di Mortifer, l’antagonista della saga, e mi sono sempre chiesto da quale parte della mia anima potesse essere nato un personaggio oscuro, cattivo, con il desiderio di dominio nel mondo. Mi sono sempre detto che i personaggi, in qualche modo, sono lo specchio dell’autore/trice. Da un punto di vista psicologico, credo fortemente che Mortifer sia nato dalla mia rabbia e dal forte dolore che stavo attraversando quando c’erano problemi in casa. Io, mia madre e mia sorella stavamo veramente messi molto male, anche dal punto di vista psicologico su ciò che mio padre ci aveva inflitto. A Dave Street devo veramente tutto: mi ha aiutato a credere in me stesso e a ricostruire la mia famiglia. Quando iniziai a scrivere la trama e i vari intrecci fra un libro e l’altro, realizzai qualcosa che mi ha davvero reso molto felice: la collocazione del tempo parte dal 2014 (dal primo libro di Dave Street), mentre invece lo spazio ha delle incertezze, ma sappiamo che Xander, fratello di Dave e ricercatore di manufatti Profani (noi umani praticamente), viaggia nel loro mondo e ha visitato città come New York, Tokyo, ed è stato anche in Australia. Enclipoli, capitale dell’Isola di Arath, come Kartenia, capitale delle Terre di Soterghage, insieme ad altre terre di cui non posso fare il nome (spoiler!), non hanno una collocazione ben precisa, e sai perché? Lascio che siano i lettori di tutto il mondo a decidere dove collocarli. Tutti devono viaggiare con la fantasia.

Avrà mai fine l’annosa lotta tra il Bene e il Male?

A questa domanda, non posso rispondere in pieno, poiché potrei rivelare spoiler delle trame successive, tuttavia posso dirti che in questo libro i personaggi iniziano ad avere una collocazione: abbiamo infatti Dave Street e i suoi amici, con Alastair Marth, Kathlyn e molti altri che si preparano all’ascesa di Mortifer, dall’altra ci sono i Morditeschi e tutti i sostenitori che già vengono un po’ menzionati. Il mondo magico si prepara alla minaccia dell’oscurità, all’interno del quale l’amicizia, la famiglia, l’amore verranno messi a dura prova. Mentre questo tema può sembrare senza fine e eterno, spesso porta con sé un messaggio di speranza e di fiducia.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Ho già  terminato il quarto libro e ho iniziato a scrivere il quinto, anche se sto procedendo con estrema calma. Per fortuna non ho scadenze, per cui sto concentrando le mie attenzioni verso gli studi, dato che sto frequentando l’università a Londra, dove spero con tutto il cuore di ottenere la laurea in lingue. Al momento sono anche in fase di lettura, periodo in cui divoro un libro ogni tre giorni. Mi sto godendo le bellezze che circondano la città di Londra, la quale offre davvero tanto. Qui mi sento a casa, nel mio posto. E non sono mai stato così felice.

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