Tra Arte e Sacro: esposizione del dipinto. “Dall’impronta di Gesù” di Veronica Piraccini. Nato per contatto dalla Sindone di Torino. In occasione della Santa Pasqua 2025

Roma, 16 aprile 2025 | In occasione della Santa Pasqua, da oggi, mercoledì 16 aprile, e fino al 22 aprile, la CHIESA SANTA MARIA IN CAPPELLA della Famiglia Floridi Doria Pamphilj, in Vicolo di S. Maria in Cappella 6 a Roma, ospita l’esposizione del dipinto “Dall’impronta di Gesù” di Veronica PIRACCINI, nato per contatto dalla Sindone di Torino. Nella Chiesa, fondata nel 1090 da Papa Urbano II, sono tuttora presenti i giacigli dove Santa Francesca Romana accudiva i malati. L’esposizione è stata fortemente voluta e promossa da Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj e dal consorte Don Massimiliano Floridi.

Un dipinto mistico

L’Artista con Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj

Icona reinterpretata, tra reliquia e opera d’arte, dipinto impercettibile, visibile/invisibile, nasce per contatto dalla Sindone di Torino, il sudario sul quale si sarebbe posata l’impronta del corpo di Gesù. In qualche modo ne costituisce una rivisitazione, resa possibile da una tecnica innovativa basata sull’uso di colori solo apparentemente impercettibili. Il quadro sembra bianco, ma in realtà è dipinto con Pittura Impercettibile. Metafora della luce che illumina la vita del credente, la luce che colpisce l’opera di Veronica Piraccini, apparentemente solo un grande telo di lino bianco tessuto a mano, antico di più di 150 anni, consente come per miracolo l’apparizione del corpo di Cristo a grandezza naturale, speculare all’immagine sindonica come tradizione vuole sull’idea antica, realizzato con il metodo del ricalco e a occhio nudo e con l’uso di pigmenti invisibili. I pigmenti appaiono e scompaiono sul corpo a seconda della luce che colpisce il telo – una grande opera di 4,47 X 1,13 metri –, l’oro bronzeo per il corpo, come emittente di luce,  l’azzurro ad evidenziare i colpi di flagello, le escoriazioni e le trafitture del martirio, il rosso per il sangue colato dalle ferite provocate al costato dalla lancia, sulle mani dai chiodi e sulla testa dalla corona di spine: un impatto cromatico molto forte per sottolineare tutta la sofferenza del Cristo e nello stesso tempo lanciare il suo messaggio di misericordia senza tempo. Esempio della tecnica della “Pittura impercettibile” inventata da Veronica Piraccini, esposto in innumerevoli sedi, nazionali e internazionali, un’opera in costante pellegrinaggio, ogni volta “Dall’impronta di Gesù”, il dipinto che appare e scompare, già definito “un miracolo tra arte e alchimia”, ha un grande impatto emotivo sui visitatori, credenti o meno. L’artista lo ha realizzato nel 2013. L’anno prima, di Giovedì Santo, dei frati cappuccini le avevano fatto avere una riproduzione a grandezza naturale della Sindone e un anno dopo il dipinto era stato realizzato. Dodici mesi a contatto con l’immagine del Cristo che, per sua stessa ammissione, hanno profondamente cambiato la donna e l’artista. Attraverso l’opera che mostra e cela al tempo stesso, Veronica Piraccini offre così il suo personale contributo artistico al disvelamento della Verità, coniugando – come ha avuto modo di scrivere Mariano Apa – “l’arte al tema della conversione e al riconoscimento dell’evangelizzazione, per il tramite di svolgimenti artistici di una nuova immagine nella specificità della Santa Sindone. L’opera abita quel pneumatico spazio-tempo dell’Annuncio, dove l’immagine della Sindone si offre come icona della Salvezza, e viene artisticamente riletta e reinterpretata come ‘impronta ‘da Veronica Piraccini e attraversa il tempo”. “La pittura così intesa – scriveva invece Gabriele Simongini – porta allo svelamento di mondi e dimensioni inediti, nascosti, generando stupore e meraviglia. L’invisibile, per manifestarsi, ha bisogno del visibile ed entrambi si ricompongono in una unità feconda e rivelatrice”.

Veronica Piraccini

Ritengo che il problema dell’arte oggi consista nel vedere nuovamente e profondamente che cos’è l’uomo, il quale forse è un’identità varia in un suo flusso illimitato, senza confine o distinzione netta tra interno ed esterno”. Così Veronica Piraccini, bolognese, ma romana d’adozione, Artista, Performer, Maestro in Pittura e Docente di Pittura e Fenomenologia del Sacro. Vince a soli 23 anni la cattedra di pittura all’Accademia di Brera (Milano), per poi passare a Palermo. Frosinone e infine a Roma, dove è titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti e Coordinatore del Dipartimento di Arti Visive. Esperta di pigmenti, dai più tradizionali e antichi come la Porpora ai più tecnologici, nel 1989 dà vita alla Pittura Impercettibile, tecnica unica per essere Invisibile/Visibile. Le sue opere sono presenti in Collezioni private, Musei e Istituzioni dello Stato. Tiene conferenze e promuove esposizioni e ha fondato a Milano la rivista “Tutto da capo” con F. Leonetti, E. Fiorani, A. Pomodoro e Dadamaino dando inizio ad un movimento artistico dove si argomenta  un nuovo immaginario definito “Anti-rappresentazione”. Teorizza anche l’Antisistema nel Sistema stesso come una nuova consapevolezza del fare e del pensare che si determina come “Teopratica”, un suo neologismo a designare un modo diverso di essere nella Ricerca Artistica che sarà anche il titolo del suo libro pubblicato nel 2023 da “L’ERMA” di BRETSCHNEIDER. Tra i numerosi riconoscimenti, ha vinto nel 2016 il premio internazionale “Spoleto Art Festival,” per le importanti attività svolte nel campo dell’arte, anche in favore dei più giovani per i quali cura mostre e seminari.

“Dall’impronta di Gesù“di Veronica Piraccini | Chiesa Santa Maria in Cappella – Vicolo di S. Maria in Cappella 6

Orari: giovedì – Venerdì Santo ore 19.00-22.00. Domenica di Pasqua Messa ore 18.00. Gli altri giorni su appuntamento (Veronica Piraccini T. 328-5489356) 

e in orario museo: 9.00-19.00 – T. 06-5803737

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Satirico: l’Europa attraverso lo sguardo umoristico della satira. Un viaggio nella Storia attraverso le carte geografiche e i giornali satirici tra XIX e XX Secolo.

Sarà inaugurata mercoledì 16 aprile alle ore 17.30 presso il Museo Civico di Bari in Strada Sagges, 13 “Satirico: l’Europa attraverso lo sguardo umoristico della Satira”, una mostra originale che propone al pubblico un’inedita lettura della storia europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Attraverso una preziosa selezione tratta dalla Collezione Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno – appassionato cultore della materia che, nel tempo, ha raccolto esemplari rari e di grande valore storico – la mostra presenta circa quaranta opere, tra carte geografiche e giornali satirici d’epoca. Un percorso visivo che racconta, con sguardo ironico ma lucido, le tensioni, le alleanze e le trasformazioni sociali che hanno attraversato l’Europa in quel periodo.

Organizzata dalla Fondazione Nikolaos, in collaborazione con il Museo Civico di Bari e l’associazione culturale Giovane Europa, la manifestazione esporrà, tra le opere, anche carte firmate da celebri nomi come l’inglese Fred Rose e l’italiano Gabriele Galantara, capaci di raccontare con ironia e acume il complesso scenario geopolitico europeo alle soglie della Grande Guerra.

I materiali esposti – di dimensioni variabili da 35×50 cm fino a 200×150 cm – includono anche documenti sciolti e volumi conservati in apposite bacheche che saranno corredati da pannelli didascalici per l’approfondimento storico e simbolico.

«Con questa mostra – dichiara con entusiasmo il presidente della Fondazione Nikolaos Vito Giordano Cardone – vogliamo offrire al pubblico uno sguardo nuovo sulla storia d’Europa, utilizzando il linguaggio pungente e immediato della satira, capace di raccontare anche le contraddizioni e gli stereotipi che ancora oggi ci fanno riflettere. Come Fondazione Nikolaos crediamo profondamente nel valore educativo e culturale di iniziative come questa, capaci di unire memoria storica e attualità, arte e riflessione

Un’occasione unica per immergersi in un periodo storico cruciale grazie a documenti originali – molti dei quali raramente esposti – che illustrano, con tratti caricaturali e simboli immediati, gli stereotipi nazionali, i conflitti emergenti e gli stili comunicativi dell’epoca. Le immagini, più delle parole scritte, diventavano strumenti potentissimi, capaci di stimolare dibattiti accesi nei caffè e nelle piazze.

«Si rinnova – dichiara il direttore del Museo Civico di Bari Francesco Carofiglio – la collaborazione con la Fondazione Nikolaos, a conferma di un legame ormai consolidato nel tempo. La mostra si integra perfettamente con la storia e l’identità del museo, che custodisce una preziosa sezione dedicata alla satira e alla caricatura tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un patrimonio che porta la firma di importanti artisti locali, tra cui Menotti ed Esperus, testimoni di un linguaggio grafico vivace e pungente, capace di raccontare la società con ironia e spirito critico.»

La mostra sarà aperta dal 16 aprile all’11 maggio e seguirà i seguenti orari:

 – da lunedì a venerdì dalle ore 9,30 alle ore 18,30;
– sabato e domenica dalle ore 9,30 alle ore 13,30.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Nikolaos, in collaborazione con il Museo Civico di Bari e l’associazione culturale Giovane Europa, con il patrocinio di assessorato alle Culture del Comune di Bari, Regione Puglia, Città di Bari, Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari, Aeroporti di Puglia, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Acquedotto Pugliese, Nuova Fiera del Levante, Confcommercio Bari – BAT, Puglia Culture e AGCI Puglia.

Sponsor tecnici: Grafica 080 e Holly Agency.

Con il contributo di: Camera di Commercio Bari e Banca Popolare di Puglia e Basilicata.

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Premio Carlo Mazzacurati 2025: tutti i vincitori della Seconda Edizione – Vicenza

Premio Carlo Mazzacurati 2025
Vicenza, 12 e 13 aprile 2025
Seconda edizione

La consegna del premio come Migliori Personaggi in un’opera cinematografica italiana a Jasmine e Rino del film Vittoria, il messaggio video inviato da Nanni Moretti,  l’incontro pubblico con Giuseppe Battiston moderato da Federico Pontiggia e la menzione speciale al “Film Nascosto” 2025 consegnata a El Paraiso diretto da Enrico Maria Artale nella serata di domenica 13 aprile del Premio Carlo Mazzacurati. I premi realizzati dall’artista Lorenzo Mattotti

Si è conclusa con un messaggio inviato da Nanni Moretti e l’incontro con il pubblico dell’attore e regista Giuseppe Battiston, condotto dal critico cinematografico della Rivista del CinematografoFederico Pontiggia, la serata di premiazioni al Cinema Odeon di Vicenza, della seconda edizione del Premio Carlo Mazzacurati. Ideato e prodotto proprio dal Cinema Odeon (la sala cinematografica dall’attività continuativa più longeva in Italia) e dalla Scuola di Cinema Carlo Mazzacurati, in collaborazione con la Fondazione Ente dello Spettacolo, il Premio dedicato a Carlo Mazzacurati mira a individuare attraverso un approccio innovativo, il Miglior Personaggio tra quelli dei film usciti nelle sale cinematografiche nell’ultima stagione. Durante la serata finale, sono stati premiati come Migliori Personaggi dell’anno Jasmine e Rino, interpretati rispettivamente da Marilena Amato Gennaro Scarica per il film Vittoria, diretto a quattro mani da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman. Registi e attori del film sono intervenuti a Vicenza per ritirare il premio. La motivazione del premio recita: “Jasmine e Rino ci trascinano con straordinaria energia nella loro avventura emotiva, vissuta sia come coppia che come genitori. Jasmine insegue il suo desiderio con fede e determinazione, senza guardare in faccia nessuno. Ed è spiazzante. All’opposto, suo marito Rino guarda tutti, cerca di far fronte con la razionalità a uno squilibrio inaspettato, che ne rivelerà l’anima più profonda. In questo conflitto, tuttavia non ci sono armi, c’è amore. Jasmine e Rino sono al tempo stesso persone e personaggi, ci fanno camminare con loro sul filo delicato che separa verità e finzione, scrittura e vita, restituendoci un sentimento inconsueto e originale, che ce li fa sentire incredibilmente vicini“.

Gli altri due personaggi e film finalisti del Premio erano il Dean Barry interpretato da James Franco nel film Hey Joe di Claudio Giovannesi e la Francesca interpretata da Romana Maggiora Vergano nel film Il tempo che ci vuole diretto da Francesca Comencini. La Giuria ufficiale 2025, presente al gran completo alla serata finale, è composta dall’attore e regista Giuseppe Battiston, dallo sceneggiatore Marco Pettenello, dal regista e sceneggiatore Luca Scivoletto, dal montatore Paolo Cottignola e da Marina Zangirolami Mazzacurati, fondatrice e direttrice della Scuola di Cinema Carlo Mazzacurati.

Durante la serata, la consegna della Menzione Speciale al “Film Nascosto” 2025 con la premiazione del film “El Paraiso” diretto da Enrico Maria Artale, con protagonista Edoardo Pesce (che ha partecipato al festival in collegamento video in diretta presentando la proiezione del film in sala), che ha ricevuto dal comitato organizzatore con il giornalista Federico Pontiggia questo riconoscimento al valore dell’opera e all’importanza di riscoprirla con nuove proiezioni in sala, promosse dal Premio Carlo Mazzacurati nel corso del 2025. La motivazione del premio recita: “El Paraiso è un film che esplora le dinamiche primordiali e simbiotiche nel rapporto tra un figlio e una madre, entrando con delicatezza in un microcosmo edipico che è insieme una protezione e una gabbia. Su uno sfondo di vita quotidiana, fatto di abitudini, gesti e pulsioni, si muove l’esistenza apolide di chi vive ai margini e trova nella famiglia l’unica patria possibile. Il personaggio interpretato da Edoardo Pesce esprime con maestria il senso di alienazione ed estraneità, ma anche i tentativi di rivendicare la propria libertà di vivere. Il racconto di El Paraiso apre porte e possibilità a una vita che sembra immutabile, lasciando filtrare luce dove tutto in apparenza sembra oscuro“. Il regista Artale, raggiunto in Colombia dove sta presentando il film, ha dichiarato: “Sono particolarmente felice di ricevere questo Premio, per diverse ragioni. A partire dalla mia grande ammirazione per Carlo Mazzacurati, che avevo avuto la fortuna di intervistare tanti anni fa, quando impegnavo il mio tempo atteggiandomi a critico cinematografico. E poi perché El Paraìso è effettivamente rimasto nascosto al grande pubblico, nonostante sia una storia universale che ha trovato i suoi spettatori in giro per il mondo. L’ultima tappa di questo lungo viaggio è stata proprio la Colombia, dove abbiamo ricevuto un’accoglienza molto “caliente” in attesa dell’uscita in sala prevista per fine mese. Spero quindi che il premio sia ancora una volta un’occasione per allungare la vita a questa mia opera già tanto vissuta, lungo quasi dieci anni di cammino. In fondo mi pare che i buoni premi servano solo a questo: a far vedere i film, a fare altri film, a fare film migliori“.

La serata è stata impreziosita da due incontri speciali, quello dal vivo con l’attore e regista Giuseppe Battiston, tre volte David di Donatello e due volte Nastro d’Argento, interprete per Mazzacurati de La Passione e La sedia della felicità e protagonista a Vicenza di un vero e proprio dialogo creativo condotto da Federico Pontiggia sulla scrittura e la messa in scena di un personaggio cinematografico. Quindi, il messaggio video inviato da Nanni Moretti che ha salutato pubblico e premiati ricordando l’importanza dell’idea di cinema di Carlo Mazzacurati, fin dall’esordio di Notte Italiana, primo film prodotto da Moretti e la sua Sacher Film, che ha co-prodotto il film Vittoria insieme a Lorenzo Cioffi e Giorgio Giampà.

Il Premio al Miglior Personaggio consiste in una speciale targa in Pietra di Vicenza con l’illustrazione originale che rappresenta il Premio, opera dell’artista Lorenzo Mattotti, mentre la Menzione Speciale al Film Nascosto si propone di ripresentare il lungometraggio nel circuito delle sale e arene d’essai che collaborano con il Premio, alla presenza del regista.

La due giorni del Premio ha visto – sabato 12 aprile – la proiezione dei tre film finalisti al Cinema Odeon, mentre la mattinata di domenica 13 aprile si è aperta con la proiezione speciale di Carlo Mazzacurati – Una certa idea di cinema diretto da Mario Canale ed Enzo Monteleone, introdotta dal critico cinematografico della Rivista del Cinematografo, Federico Pontiggia. Già presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia nella sezione Venezia Classici, il film ripercorre la vita e la carriera di Carlo Mazzacurati a dieci anni dalla morte.

Il Premio Carlo Mazzacurati 2025 è stato realizzato con il contributo di Fondazione Monte di Pietà di Vicenza e Fondazione Giuseppe Roi e con il patrocinio e il contributo della Città di Vicenza e di Europa Cinemas – Creative Europe Media, con il patrocinio della Regione del Veneto e del comune di Padova. Media partner: Cinematografo, in collaborazione con Ente dello Spettacolo. Con il patrocinio di Veneto Film Commission, AGIS, FICE, ANAC. Partner: Laboratorio Morselletto, PrintMateria, The Glam Boutique Hotel & ATP. Digital partner: Vulcano.

Il Cinema Odeon di Vicenza è oggi la sala cinematografica dall’attività continuativa più longeva in Italia, avendo avviato le proiezioni fin dal 18 maggio 1907 senza interruzioni fino ai giorni nostri, nemmeno durante le due guerre mondiali. In quasi 118 anni d’esercizio sono stati proiettati oltre 17mila film.

La Scuola di Cinema Carlo Mazzacurati nasce dopo l’esperienza del Master in Sceneggiatura con l’Università di Padova. Offre corsi di alta specializzazione con i migliori professionisti del settore.

La Fondazione Ente dello Spettacolo, istituita nel 1947, promuove la cultura cinematografica, su mandato della Conferenza Episcopale Italiana, attraverso la Rivista del Cinematografo, Cinematografo.it, le iniziative festivaliere, il Premio Robert Bresson, i Cinematografo Awards e l’editoria.

Per maggiori informazioni:

Premio Carlo Mazzacurati

www.premiomazzacurati.it

info@premiomazzacurati.it

www.facebook.com/premiocarlomazzacurati/
www.instagram.com/premiocarlomazzacurati/

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Stasera a Roma l’inaugurazione della mostra sui lavori di Vincenzo Frisina

Il mondo, o meglio l’universo, di Vincenzo Frisina a Roma

L’inaugurazione a Bibliothe il 14 aprile

Vincenzo Frisina

Bibliothe nel cuore di Roma, in via Celsa 5, inaugura oggi, lunedì 14 aprile, alle 19.00 l’esposizione sul lavoro di Vincenzo FRISINA, artista italiano di origini siciliane che attualmente vie e lavora a Roma. Una produzione artistica, la sua, che spazia tra pittura, scultura e mosaico, con una predilezione per l’acrilico su tela e materiali naturali come legno e ceramica. Frisina ha esposto le sue opere in diverse città italiane e all’estero, tra cui Giappone, Australia e Svizzera.

Una visione suggestiva e simbolica

Tre le tele in mostra, mentre molto altro della ricerca dell’artista sarà raccontato per immagini nel corso del Vernissage. Tema comune ai quadri esposti è il ciclo cosmico di creazione, trasformazione e rigenerazione, con il trittico delle Uova Galattiche a rappresentarne l’inizio, il trittico della Forgia Galattica il processo di formazione e le nebulose del Cosmo interiore il risultato finale: un universo in continua evoluzione. Una trilogia che vuole indurre a riflettere sulla natura dell’esistenza e sul posto dell’uomo nell’universo. Nel trittico della Forgia Galattica, in particolare, torna il tema della sfera, caro all’artista: fin dal 2017, infatti, in una delle sue mostre più significative proprio dal titolo “Sphaerae”, Frisina esplorava il simbolismo della sfera come rappresentazione dell’Essere nella sua evoluzione e unicità, ispirandosi a concetti filosofici e cosmologici. Così Frisina: “Penso che l’esplorazione critica e tecnica del mondo naturale, insieme alla sensibilità, come l’archetipo dell’immaginazione, possa produrre una realtà che di per sé è unica e senza tempo. All’interno di ciò che chiamiamo il nostro mondo terreno, coesistono diversi livelli di percezione e comprensione di questa realtà, mondi diversi per i quali sento il costante bisogno di esprimermi e di evidenziarne le barriere reali e talvolta contradittorie che sono poste in essere come un confine”.

Influenze

Come racconta lo stesso Frisina, molte sono le opere e gli artisti, incontrati nel corso dei suoi tanti viaggi, che lo hanno aiutato a trovare la propria direzione di ricerca. Tra questi, si sente particolarmente debitore a tre, tutti conosciuti in Australia: John Howley, Asher Bilu e David Bradtke. Il primo, anche musicista, per il suo innegabile contributo all’arte fantastica e per il suo interesse verso il racconto della civiltà contemporanea, in particolare della transizione verso una società tecnologicamente controllata. Bilu crea pitture, sculture e installazioni di arte astratta, sperimentando diversi materiali e tecniche, ma sempre attraverso la sua per la luce, la musica e la cosmologia. Bradtke propone opere caratterizzate da immagini surreali, anche per lui derivanti da impressioni raccolte lungo una lunga abitudine al viaggio. Tutti questi artisti hanno sicuramente influenzato e arricchito il percorso creativo di Frisina, contribuendo alla sua visione artistica unica. All’interno della quale le tematiche spazio-tempo rispondono al suo vissuto più intimo: “Da sempre i colori, le forme e le luci che creo mi mettono in contatto con lo spazio galattico. Con questa mostra – dice l’artista – spero di potervi portare in altre dimensioni,  che non sono fantascienza, ma parte della mia realtà”.

Di più su Vincenzo Frisina

Per informazioni sui suoi lavori e mostre, qui il suo sito ufficiale: www.vincenzofrisina.it.

Opere di Vincenzo Frisina in mostra a Bibliothe 14 – 22 aprile 2025  

Via Celsa, 5 , Roma 

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L’ANPI Nazionale con il contributo di Roma Capitale-Assessorato alla Cultura e IX Municipio di Roma presenta “80 volte Bella Ciao!” .

80 volte Bella Ciao!

da un’idea e per la cura di Roberto Gramiccia

23 aprile-11 maggio 2025

La Vaccheria

Via Giovanni L’Eltore 35, Roma

Vernissage 23 aprile 2025  |  Ore 17.00

Ennio Alfani; Francesco Paolo Ambrosecchio; Paolo Assenza; Gianfranco Basso; Angelo Bellobono; Jacopo Benci; Paolo Bielli; Valeria Cademartori; Ennio Calabria; Bruno Ceccobelli; Primarosa Cesarini Sforza; Caterina Ciuffetelli; Angelo Colagrossi; Ettore Consolazione; Marzia Corteggiani; Gianni Dessì; Paolo Di Nozzi; Davide Dormino; Alessandra Giovannoni; Pierluigi Isola; Adele Lotito; Mauro Magni; Roberta Maola; Giuseppe Modica; Daniela Monaci; Franco Mulas; Gianfranco Notargiacomo; Luca Padroni; Claudio Palmieri; Maurizio Pierfranceschi; Luca Piffero; Salvatore Pulvirenti; Pietro Ruffo; Saverio Ruiu; Jack Sal; Stefano Salvi; Sandro Sanna; Maurizio Savini; Vincenzo Scolamiero; Silvia Stucky.

Roma – 80 volte Bella Ciao! è il titolo della grande mostra ideata e curata da Roberto Gramiccia per celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Sostenuta e fatta propria dall’ANPI Nazionale, realizzata con il contributo di Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, l’esposizione verrà inaugurata mercoledì 23 aprile 2025, alle ore 17.00, presso La Vaccheria di Roma (Via Giovanni L’Eltore, 35). Non solo un progetto celebrativo – una festa in ricordo di quel 25 aprile di ottanta anni fa – ma un ritorno all’arte come strumento di indagine, di recupero della memoria in connessione con il presente. La ricorrenza si colloca infatti un momento storico cruciale, in un tempo di guerre e di stermini segnato dal ritorno al lessico bellico, dall’inquietante normalizzazione della retorica del conflitto. Così, nell’urgenza di invocare uno scenario alternativo, quaranta artisti e artiste di fama nazionale e internazionale reinterpretano e tramandano gli ideali della Liberazione attraverso una pluralità di linguaggi e forme.

Alla presentazione della mostra interverranno, oltre al curatore Roberto Gramiccia, l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio, la Presidente del IX Municipio Titti Di Salvo, la Presidente dell’ANPI di Roma Marina Pierlorenzi e Fabrizio De Sanctis, della Segreteria nazionale dell’ANPI.

L’esposizione è visitabile fino all’11 maggio, dal martedì al giovedì ore 10.00 – 13.00 e dal venerdì alla domenica ore 9.00 – 19.00.

Il progetto è realizzato con il contributo di Roma Capitale-Assessorato alla Cultura.

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Sandro Angelucci illumina l’invisibile. La recensione di Amalia Mancini alla silloge poetica “Titiwai” edita da Giuliano Ladolfi Editore

Titiwai non è solo una raccolta di poesie: è una carezza all’anima, un canto lieve e profondo che ci accompagna nei luoghi più nascosti dell’essere, là dove la luce – anche la più tenue – può diventare rivelazione. Il titolo stesso è un invito al mistero: i titiwai, larve che risplendono nelle grotte della Nuova Zelanda, illuminano l’oscurità con una luce propria. Così fanno i versi di Angelucci, capaci di portare bagliori nelle pieghe più buie dell’esistenza umana. In ogni poesia si respira una ricerca incessante del sacro, un desiderio di andare oltre la superficie delle cose, oltre la banalità, verso l’Assoluto.
C’è la natura, protagonista silenziosa e potente: uccelli in volo, il ritorno della primavera, i fiori che sbocciano come promesse. Ma c’è anche il dolore, il dubbio, la fragilità. Angelucci non li teme, li abbraccia. Perché sa che è proprio lì, in quella fessura sottile tra luce e ombra, che si può percepire la vera bellezza. Quella che consola, che guarisce, che salva. Titiwai è poesia che non si legge soltanto: si ascolta, si respira, si sente scorrere dentro come un piccolo fiume in un tempo che ha dimenticato l’essenziale. Un libro che risveglia, che richiama alla vita vera, quella fatta di silenzi densi, di attese feconde, di segni minuti ma eterni. Chi ha occhi per vedere – e cuore per sentire – troverà in queste pagine una luce rara. E forse, uscendo da questa “grotta poetica”, sarà un po’ più vivo. Un po’ più vicino al cielo.

Amalia Mancini

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“Il Cantico delle Creature”: il nuovo progetto fotografico internazionale

“Il Cantico delle Creature” diventa un progetto fotografico internazionale: un omaggio visivo a San Francesco d’Assisi nell’VIII centenario del suo scritto più celebre.

In occasione dell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, Trieste Photo Days lancia un progetto fotografico internazionale realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori – Fondazione OFM Fraternitas, la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università AntonianumGPIC Frati Minori d’Italia e Albania e la co-organizzazione del Comune di Assisi. Il Cantico delle Creature, considerato il primo testo poetico della letteratura italiana, è un inno alla creazione, alla fraternità universale e al rispetto per ogni forma di vita, che San Francesco compose nel pieno della sofferenza, ormai quasi cieco, trasformando il dolore in lode e gratitudine. Ospite speciale del progetto è il fotografo Dario De Dominicis, riconosciuto per i suoi reportage intensi, come quello dedicato al secondo pellegrinaggio più importante al mondo legato a San Francesco d’Assisi. Il cuore dell’iniziativa è l’open call internazionale aperta fino al 4 maggio che invita i fotografi a raccontare il proprio “cantico” attraverso i nove temi ispirati dal celebre scritto. Le opere selezionate faranno parte di un volume fotografico ed esposte in mostra al Palazzo Frumentario di Assisi, dal 1° settembre fino al 21 settembre 2025, e alla XII edizione del Trieste Photo Days 2025 (24-26 ottobre).

Incontro con l’ospite:

Dario De Dominicis

Dario De Dominicis

Dario De Dominicis (Roma, 1965) lavora come fotografo professionista dal 1993 e ha pubblicato i suoi lavori in diverse riviste italiane e internazionali (EspressoEl PaisLe MondeNewsweekThe Guardian). Dal 1998 ha rivolto sempre più la sua attenzione verso la fotografia documentaristica, realizzando diversi progetti personali. Nel 2001 ha pubblicato sul Corriere della Sera un’indagine quadriennale sui movimenti monarchici in Italia. Dal 2002 al 2009 ha insegnato fotogiornalismo presso l’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini di Roma. Dal 2003 al 2009 ha tenuto corsi di fotoreportage presso Officine Fotografiche e altre scuole della capitale. Nel 2004 ha pubblicato il suo primo libro in bianco e nero, “Una storia cubana“, edito da Postcart. Questo progetto a lungo termine riassume un’indagine decennale sulla trasformazione in atto a Cuba dopo la caduta del blocco socialista europeo.

Nel 2009 si è trasferito a Rio de Janeiro. Dal 2011 al 2016 ha collaborato con i principali quotidiani europei per i quali, in Brasile, ha seguito gli eventi sociopolitici antecedenti ai Mondiali di calcio e alle Olimpiadi. Tra il 2012 e il 2013 ha compiuto diversi viaggi in Amazzonia per la documentazione fotografica del libro “Soldati di Gomma“, pubblicato nel 2015 da Escrituras Editrice. Tra il 2013 e il 2017 ha seguito un importante pellegrinaggio dedicato alla figura di San Francesco, che si svolge nel Nordest del Brasile. Il lavoro è stato esposto a Roma e a Rio de Janeiro ed è parte di un film documentario sulla fotografia, prodotto da Globo Film. Dal 2014 Dario De Dominicis documenta le gravi conseguenze che l’inquinamento marino sta causando sull’economia e sulla salute della comunità di pescatori artigianali nella Baia di Guanabara. Questo progetto fotografico nel 2020 ha vinto il primo premio nella sezione “Madre Terra” del Festival della Fotografia Etica di Lodi e nel 2021 è stato finalista per il W. Eugene Smith Fund Grant.

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A Roma dall’11 aprile la Terza Edizione di “I am Io sono” una call fotografica internazionale e una mostra espositiva, percorsi esperienziali e motivazionali, talk di approfondimento.

Con la collaborazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia,

Università di Roma Tor Vergata, UnitelmaSapienza 

Con il patrocinio della Fondazione Rome Technopole

e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Roma Fotografia e Municipio Roma I Centro

presentano la terza edizione di

I am Io sono

Una call fotografica internazionale e una mostra espositiva, percorsi esperienziali e motivazionali, talk di approfondimento

dall’11 Aprile al 25 Maggio 2025

Sara Camporesi

Sostenere le donne in un percorso di pari opportunità ampliando conoscenza, consapevolezza e possibilità. Torna a Roma I am Io sono, organizzato da Roma Fotografia e dal Municipio Roma I Centro, con il patrocinio della Fondazione Rome Technopole e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La rassegna è in collaborazione con Museo Nazionale Etrusco di Villa GiuliaUniversità di Roma Tor Vergata, UnitelmaSapienza.

La terza edizione di I am Io sono, attraverso partner istituzionali e università, guiderà le partecipanti in un viaggio di emozioni ed esperienze, un supporto concreto per realizzare sé stesse contrastando paure, limiti e relazioni tossiche che troppo spesso ancora le espongono a recinti ingiustificabili e pericolosi. Un programma nel quale ogni donna potrà individuare e scegliere le tematiche che percepirà più affini per iniziare un diverso e appassionante inizio verso mete che lei stessa potrà definire.

I am Io sono sosterrà le donne in un percorso di conoscenza e consapevolezza. Grazie alle esperienze acquisite insieme alle protagoniste e ai protagonisti delle precedenti edizioni, il progetto amplia con ulteriori linguaggi e forme espressive il calendario degli appuntamenti attraverso una call fotografica internazionale, percorsi esperienziali e motivazionali, talk di approfondimento e visite guidate.

Paola Lizarazo Peña

“La nostra partecipazione a questa iniziativa nasce da un impegno concreto verso l’empowerment femminile e la promozione di una cultura dell’uguaglianza. I am Io sono rappresenta per noi molto più di un evento culturale: è un percorso, un’occasione di crescita e consapevolezza, uno spazio sicuro in cui ogni donna può riscoprire sé stessa, affrontare le proprie paure e superare i limiti imposti. Siamo convinti che attraverso l’arte, la fotografia e l’esperienza condivisa si possa generare un cambiamento reale, profondo e duraturo. Particolarmente significativa è la Call fotografica internazionale Premio Fotografia al Femminile, che dà voce e visibilità alle storie di donne provenienti da tutto il mondo, celebrandone forza, talento e unicità. È un’iniziativa che non solo valorizza la creatività femminile, ma contribuisce a ridisegnare l’immaginario e i ruoli nel nostro tessuto sociale e culturale” dichiara Giulia Silvia GhiaAssessora alla Cultura del Municipio Roma I Centro.

“I AM IO SONO è un’idea di rilettura dell’universo femminile che attraversa modi di pensare, linguaggi, culture e arti differenti. Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è custode di una civiltà, quella etrusca, che ha saputo unire forme ed espressioni culturali differenti e nella quale le donne hanno potuto esprimere sé stesse e la loro condizione più che in altri contesti sociali e culturali. Villa Giulia, dunque, accoglierà le vincitrici del Premio Fotografia al Femminile con la consapevolezza di poter dare il giusto contesto alla valorizzazione della creatività femminile” spiega la direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Luana Toniolo.

“Coadiuvare le donne attraverso un pensiero laterale, con incontri che osservano le tematiche da angolazioni non tradizionali. Le donne istintivamente comprendono questa direzione alternativa poiché la utilizzano da millenni per aggirare i limiti imposti dalle società in cui vivono. Nei percorsi di esperienze emozionali inseriti nel nostro progetto I AM IO SONO ci poniamo accanto alle donne per suggerire loro di osservarsi e conoscersi con un approccio inconsueto, ma concreto. Il pensiero laterale fornito dalla scienza, dalla cultura e dall’arte agisce svelando, in un gioco di specchi, ciò che appartiene ma che a livello di consapevolezza non sempre si possiede. Acquisire questa conoscenza è il passaggio fondamentale per determinare la propria vita” afferma Maria Cristina Valeri, presidente di Roma Fotografia.

LA CALL FOTOGRAFICA INTERNAZIONALE

La parte espositiva di I am Io sono sarà dedicata alle vincitrici della Call fotografica internazionale “Premio Fotografia al Femminile” che si è conclusa il 30 marzo scorso. Fotografe professioniste, fotoamatori e cittadine di ogni nazione hanno raccontato un’innovazione concettuale che non riguardi più, o non solo, il dimostrare di essere capaci di ricoprire o conquistare ruoli e spazi storicamente maschili, ma anche ciò che ogni donna è, in relazione con il contesto sociale, professionale e relazionale.

LE ATTIVITÀ DI I am Io aono:

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Percorsi esperienziali e motivazionali | 11, 12 e 13 aprile

A cura del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Fondazione Rome Technopole, Università di Roma Tor Vergata, UnitelmaSapienza, INGV Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e due ricercatrici di neuroscienze.

Mostra Fotografica | dal’11 aprile al 4 maggio

All’interno della Sala Zodiaco saranno esposte tutte le fotografie vincitrici della Call Premio Fotografia al Femminile ‘I AM IO SONO’.

Casa del Municipio Roma I Centro

Percorsi esperienziali e motivazionali | 24 e 25 maggio

Partecipano fotografe, artiste, psicologhe, scrittrici e counselor.

Mostra Fotografica | dal 13 al 25 maggio

Sarà esposta una selezione delle fotografie vincitrici della Call Premio Fotografia al Femminile I am Io sono.

Visite guidate | dall’11 aprile al 4 maggio

I “Percorsi al femminile per le strade di Roma” metteranno in luce storie e figure femminili di rilievo nel contesto storico e culturale della città.

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PROGRAMMA ‘I AM IO SONO’

Venerdi 11 aprile

Ore 16:00

Incontro esperienziale | Costruendo storie. Umano e ‘artificiale’ a confronto

In un dialogo a due, la linguista Francesca Dragotto e l’informatico Roberto Basili discuteranno di storie e della loro costruzione. Lo faranno adottando il punto di vista umano e quello “artificiale” Prendendo spunto da una trama narrativa forzatamente ‘decolorata’ da implicazioni socio demografiche, accompagneranno il pubblico, che sarà attivamente coinvolto, attraverso una pratica di creazione narrativa, alla scoperta di come i cervelli animino le storie.

Intervengono:

Francesca Dragotto, Professoressa di Linguistica generale e Sociolinguistica presso l’Università di Roma Tor Vergata.

Roberto Basili, Professore di Informatica e Intelligenza Artificiale presso l’Università di Roma Tor Vergata.

Ore 17:30

Inaugurazione della Mostra Fotografica con tutte le fotografie vincitrici della Call Premio Fotografia al Femminile ‘I AM IO SONO’

Sabato 12 aprile

Ore 11:00

Incontro esperienziale | Epicentro donna

Eruzioni vulcaniche, terremoti, tsunami sono fenomeni naturali che si manifestano nel pianeta con conseguenze spesso devastanti. Proprio per il senso evocativo che producono nelle nostre percezioni, le stesse parole vengono comunemente utilizzate anche per descrivere accadimenti che riguardano unicamente le nostre singole vite quando qualcosa genera un terremoto nella quotidianità o ci attraversa come uno tsunami. In questo incontro esperienziale, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e umanisti guideranno i partecipanti nella comprensione di come l’universo femminile, grazie ad una particolare sensibilità intuitiva e strategica, sia capace di affrontare, risolvere e spesso trasformare in positività momenti complessi.

Intervengono:

Alessandro Amato Coordinatore Centro Allerta Tsumani INGV.

Cecilia Valbonesi Ricercatrice di Diritto penale presso UnitelmaSapienza di Sapienza Università di Roma.

Lorenzo Cugliari Sociologo e dottorando in Comunicazione e Ricerca Sociale.

Ore 16:30

Da un’idea di Il Talento di Roma in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la Fondazione Bellonci e il patrocinio del Municipio II di Roma Capitale nasce un circolo di lettura antologico per dare voce ai romanzi più celebri del Premio Strega, dove si racconta, si discute, si dialoga di lettere e letteratura, di autori e trame, dove si può amare e dissentire. Nell’incontro di sabato 12 aprile si parlerà del romanzo La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, vincitore Premio Strega nel 2018. L’incontro sarà introdotto dalla giornalista Annalisa Camilli. Questo libro racconta la vita di una ragazza ribelle, l’amore con Robert Capa, l’avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta. È la storia della fotoreporter Gerda Taro, uccisa durante la guerra civile spagnola, narrata attraverso i punti di vista ed i ricordi di alcuni personaggi a lei molto vicini.

Ingresso gratuito in Sala Fortuna su prenotazione all’indirizzo mail: stregatiavillagiulia@gmail.com

Domenica 13 aprile

Ore 11:00

Talk | La forza rigenerante dell’antico: la riscoperta della classicità dalle Merveilleuse a Theda Bara

Incontro a cura della Direttrice Luana Toniolo del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. La riscoperta di vari siti archeologici a partire dalla fine dell’Ottocento, dal Mediterraneo orientale all’Italia, ha portato a profondi cambiamenti nella ricezione dell’antico nella danza e nella moda, con creazioni segnate dallo spirito di fin de siècle. Le donne ebbero un ruolo fondamentale in questo processo con figure come Lady Hamilton prima e poi Isadora Duncan per la danza e Madeleine Vionnet per la moda, tutte portatrici di una particolare visione e lettura dell’antico come mezzo, estetico o ideale, per la lettura della contemporaneità.

Ore 16:00

Incontro esperienziale | Le ragioni della bellezza.

La bellezza, da sempre oggetto di ricerca per poeti e artisti, è un concetto sfuggente che ricerchiamo in natura, nell’arte, nella filosofia e persino negli oggetti che ci circondano. Sebbene i filosofi abbiano cercato di definire la bellezza per secoli, oggi gli scienziati possono aiutarci a comprendere i meccanismi che guidano la percezione della bellezza. Nel corso dell’evento i partecipanti, attraverso attività interattive e multimediali, scopriranno come il cervello umano interpreta e reagisce alla bellezza.

Intervengono:

Viviana Triaca e Daniela Marazziti, ricercatrici di neuroscienze.

INFORMAZIONI ‘I AM IO SONO’

Quando: dall’11 aprile al 25 maggio 2025

Organizzatori: Roma Fotografia e Municipio Roma I Centro

Patrocinio: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Fondazione Rome Technopole.

Collaborazioni: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Università di Roma Tor Vergata, UnitelmaSapienza.

Ingresso gratuito previa prenotazione (maggiori informazioni su www.roma-fotografia.it)

 

Ufficio Stampa

Leeloo srl – Informazione e comunicazione

ufficiostampa.leeloo@gmail.com

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Daniele Parisi debutta a Fortezza Est dal 10 al 12 aprile con “Non è uno sport acquatico”: in prima assoluta una commedia tragica e grottesca dove la voce dell’attore diviene segno e scenografia sonora con cui dialogare.

Non è uno sport acquatico

Di e con Daniele Parisi

Con il sostegno di Fortezza Est

Fortezza Est

10- 11-12 aprile 2025 | h. 20:30

Arriva a Fortezza Est l’atteso debutto di Daniele Parisi con il suo nuovo lavoro in prima assoluta “Non è uno sport acquatico”. In scena dal 10 al 12 aprile un monologo che mette in gioco la sua straordinaria capacità di evocare più voci e personaggi attraverso una commedia tragica e grottesca. Un fatto inconsueto finisce per sconvolgere l’ordine naturale delle cose. E così, per nascondere la propria miseria, i personaggi di questa vicenda si ritrovano a scomodare i massimi sistemi. Senza alcun addestramento o competenza. Con filosofia da accatto e psicologia da bancone frigo, si fa a gara a chi la spara più grossaSfiorando il ridicolo, perlopiù.  In minima parte, rompendocisi la testa. In un tardo pomeriggio d’estate, in bilico sul cornicione di una palazzina di quattro piani, appare l’avvocato Fideli. Fermo, immobile. Sembra volersi gettare di sotto, a quanto pare. Una stasi insostenibile che getta nel panico Antonio, il portiere del palazzo, e tutti quei condomini sfuggiti al dovere delle ferie d’agosto per godersi la serenità della città svuotata. Come nei lavori precedenti, Parisi affronta la scrittura scenica e la drammaturgia musicale avvalendosi di una loop- station, incidendo dal vivo e con la propria voce i suoni di questa incapacità di stare al mondo, dando corpo sonoro all’inabilità alla vita. Stavolta scarnificando del tutto lo spazio, rendendolo privo di ogni orpello. Nell’epoca contemporanea dell’immagine, la necessità in questo spettacolo sembra essere quella di tornare ad  un lavoro artigianale dell’attore, dove la voce diviene segno e scenografia sonora con cui dialogare.

Non è uno sport acquatico

10-11-12 aprile 2025 ore 20:30

Fortezza Est Stagione Teatrale 2024/25

Siamo argento vivo – Mutevoli, inquieti, imprevedibili

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 12.00€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219 

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com

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Falcone e Vespaziani: la lotta alla mafia che ha cambiato tutto. Il 13 aprile la presentazione a Roma del nuovo libro della giornalista e scrittrice reatina Amalia Mancini dal titolo: “Falcone e Vespaziani. Un’alleanza per la verità”.

 

La scrittrice e giornalista Amalia Mancini

Nel cuore degli anni più bui della storia italiana, mentre infuriava il maxiprocesso di Palermo, un incontro cambiò il corso della lotta alla mafia. Era il 1988 quando il giudice Giovanni Falcone, simbolo della giustizia incorruttibile, scelse l’avvocato Giovanni Vespaziani, allora presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rieti, per difendere il collaboratore di giustizia Antonino Calderone durante i delicati interrogatori in carcere. Una scelta coraggiosa, che diede vita a una collaborazione intensa e leale tra due uomini apparentemente distanti, ma uniti da un unico ideale: servire la verità. A raccontare questa vicenda poco nota ma di straordinario valore umano e civile è il nuovo libro della giornalista e scrittrice reatina Amalia Mancini, dal titolo: Falcone e Vespaziani. Un’alleanza per la verità .Attraverso documenti, testimonianze e ricordi, l’autrice illumina il rapporto di stima, rispetto e amicizia che si sviluppò tra il giudice siciliano – assassinato dalla mafia nella strage di Capaci del 23 maggio 1992 – e l’avvocato Vespaziani, oggi 94enne. Le rivelazioni di Calderone, insieme a quelle di Tommaso Buscetta e altri pentiti, furono fondamentali per consolidare le accuse nel più grande processo alla mafia mai celebrato.
In un’Italia ferita da corruzione e violenza, la fiducia tra due uomini d’onore ha incarnato una speranza concreta di rinascita e giustizia. 📖 La presentazione ufficiale del libro si terrà domenica 13 aprile alle ore 18.00, a Roma, presso il Caffè Letterario “Horafelix” (via Reggio Emilia 89), nell’ambito della Rassegna IPLAC. All’incontro interverranno, insieme all’autrice, Livia Cattan e Loredana D’Alfonso. A moderare sarà la presidente del Circolo IPLAC, Maria Rizzi, che ha definito l’evento “un grande momento dedicato alla legalità”. Le letture saranno affidate alla voce intensa di Federica Sciandivasci.  Amalia Mancini, giornalista, sceneggiatrice e critico musicale, è autrice di numerose opere, tra cui “Emozioni Private. Lucio Battisti. Una biografia psicologica”. “Lucio Battisti. L’enigma dell’esilio”“L’amore piace a tutti”, “La tata dei divi”. Ha ricevuto premi prestigiosi il Switzerland Literary Prize, il Premio Scriptura, e il Premio Internazionale Spoleto Art Festival per la sezione Letteratura.

Un evento da non perdere, per chi crede che la memoria sia il primo passo verso la verità.

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