Il 10 giugno la storica Villa monumentale Carafa Belvedere, nota anche come Palazzo
Belvedere, al Vomero apre in via eccezionale al pubblico. In mostra il dialogo tra l’arte di Franco Mazzucchelli, il “sarto dell’aria”, l’architettura barocca e il design del nuovo Forno Expressive di Gaggenau.
Dettagli
IN-NATURA. Franco Mazzucchelli a cura di Sabino Maria Frassà
10 giugno 2025 – Napoli, Palazzo Belvedere -Via Aniello Falcone, n. 122
Apertura straordinaria al pubblico: martedì 10 giugno 2025 dalle ore 11.00 alle ore 18.00
(ultimo ingresso 17:30), gratuito previa registrazione a questo https://gaggenau-formae.com/napoli/

Franco Mazzucchelli
***
Napoli – Il 10 giugno 2025, la storica Villa Carafa Belvedere, nota anche come Palazzo
Belvedere, aprirà eccezionalmente al pubblico per un solo giorno con la mostra “In Natura” di Franco Mazzucchelli, a cura di Sabino Maria Frassà. L’installazione site-specific, allestita nelle sale affrescate da Luca Giordano – massimo esponente della pittura barocca napoletana – propone un dialogo inedito tra l’arte gonfiabile dell’artista milanese, l’architettura seicentesca della dimora e il design essenziale del nuovo forno Expressive firmato Gaggenau. L’iniziativa rappresenta la terza tappa – dopo Milano e Firenze – del ciclo FORMAE, promosso dal brand di design di lusso Gaggenau, in collaborazione con CRAMUM e Italy Sotheby’s International Realty, che porta – sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà – nei più affascinanti palazzi italiani la metamorfosi della materia in forma, pensiero e bellezza. Franco Mazzucchelli, riconosciuto a livello internazionale come il maestro dei gonfiabili, rivela in questo percorso espositivo la sua identità più profonda: “da oltre cinquant’anni, il sarto dell’invisibile”, afferma Sabino Maria Frassà. Le sue celebri sculture gonfiabili invadono le sale storiche del palazzo, sollevando la domanda centrale della sua ricerca: cos’è davvero naturale? È ciò che ha una forma definita, o ciò che muta, respira, si adatta?
“Mazzucchelli ci costringe a ripensare radicalmente il concetto di forma. La sua arte è movimento puro, un’azione che dà corpo all’aria, senza mai indulgere nella decorazione o nella retorica del peso. Così come nei dipinti di Luca Giordano, attraverso il mito di Niobe, si manifesta una riflessione sulla misura e sull’equilibrio tra grandezza e consapevolezza, anche Mazzucchelli ci ricorda, con poetica leggerezza, che la vita – come l’arte – non è che un continuo respiro: fragile, impermanente, vitale”, afferma Frassà. La scelta di esporre solo opere trasparenti altera radicalmente la percezione dello spettatore: queste opere ci avvolgono, ci attraversano, ci costringono a ripensare lo spazio come entità viva, in trasformazione. In questo contesto, ogni forma è provvisoria, ogni visione è relativa, ogni certezza – per sua natura – destinata a mutare. “Il gesto artistico di Mazzucchelli, assoluto eppure intrinsecamente leggero, si intreccia con forza al pensiero di Aristotele, secondo cui la materia è potenza – possibilità di essere – e la forma è atto – realizzazione concreta di quell’essere. La materia informe non è assenza, ma apertura alla trasformazione. Come scrive Aristotele nella Metafisica(IX, 8, 1050a): ‘ἡ μὲν ὕλη δύναμις, τὸ δὲ εἶδος ἐνέργεια’ – ‘La materia è potenza, la forma è atto’. La materia esiste come possibilità, la forma come il compimento di tale possibilità”, continua Frassà. Il percorso espositivo guida il visitatore in un’esperienza immersiva. Le opere non si limitano a occupare lo spazio: lo trasformano, lo mettono in discussione, lo riscrivono. Nella sala principale, una forma totemica accoglie il nuovo forno Expressive di Gaggenau, le cui linee minimali e baussiane custodiscono la celebre Cubosfera di Mazzucchelli – una scultura simbolica, con cui l’artista riflette sulla quadratura del cerchio e sulla tensione verso la perfezione. L’opera trova nel forno non solo un contenitore, ma una fucina alchemica: luogo in cui la materia si compie attraverso l’incontro tra ingegno, tecnologia e visione artistica. “In apparenza, nella tappa di Napoli del progetto FORMAE, l’interazione tra il linguaggio artistico distintivo del Maestro Mazzucchelli e la sintesi di tecnologia e ricerca estetica che appartiene a Gaggenau sembra proporre l’accostamento tra dimensioni dissonanti”, dichiara Mistral Accorsi,
Product & Brand Communication Manager Gaggenau.
“Al contrario, l’incontro tra i forni Expressive e la leggerezza evocativa delle installazioni d’arte – che, per citare Shakespeare, sono fatte della stessa sostanza dei sogni – compone una sinfonia di contrasti armonici. Questo dialogo tra materia e visione ci invita a una riflessione sull’essenza della creatività e sull’ingegno umano, capace di trasformare la materia quotidiana in forma, bellezza e significato”. Con “In-Natura”, Mazzucchelli indaga la mutevolezza della forma, l’assenza del vuoto e la natura come processo continuo di adattamento. Le sue sculture d’aria – celebri anche per i progetti pubblici Abbandoni – superano ogni barriera tra artista e spettatore, invitando alla condivisione, alla trasformazione, al gioco. Franco Mazzucchelli spiega: “Cos’è l’arte, se non il tentativo di dare forma ai propri pensieri e condividerli con gli altri? L’arte, per me, è da sempre questo scambio, prima ancora che un oggetto fisico. Il manufatto è solo l’inizio di un viaggio che si apre all’infinito, spingendosi oltre me stesso e oltre il tempo presente”.
“Questa mostra ci ricorda che ciò che è vivo non è stabile, ma in divenire. L’arte di Mazzucchelli è un atto di respiro collettivo”, conclude Frassà.
Franco Mazzucchelli, il sarto dell’invisibile
Testo critico di Sabino Maria Frassà alla mostra di Franco Mazzucchelli “In-Natura” a Villa Carafa di Belvedere di Napoli, 10 giugno 2025
Per molti, Franco Mazzucchelli è conosciuto come l’artista dei gonfiabili. In realtà, dovrebbe essere celebrato come il sarto dell’aria. Mazzucchelli fa vivere, sin dal 1964, il suo lavoro di aria, di quel respiro invisibile e necessario che egli stesso ha descritto nel 2022 con queste parole: “Non ce ne rendiamo conto, ma il nostro respiro è origine di ogni nostra valutazione… Mi resi conto di come respirare venga prima del bere e del nutrirsi. Respirare non è una scelta. È un’azione involontaria fondamentale.” È proprio attorno a questa intuizione primaria che si costruisce il senso della mostra “In Natura”, parte del ciclo FORMAE by Gaggenau, dove Mazzucchelli interpreta, nelle sale seicentesche affrescate dal maestro della pittura napoletana barocca Luca Giordano, a Villa Carafa di Belvedere di Napoli — dimora sul Vomero dei Borbone e soggiorno estivo della Regina Maria Carolina d’Asburgo — la domanda fondamentale: cos’è naturale? È forse tutto ciò che non è informe? O, al contrario, è naturale proprio ciò che sfugge a ogni forma rigida e precodificata? Nel percorso espositivo, che si snoda attraverso una selezione delle sculture gonfiabili, Mazzucchelli rende visibile l’invisibile: l’aria si fa corpo, la trasparenza si fa materia, sfidando le convenzioni percettive e concettuali. La selezione curatoriale di opere trasparenti altera radicalmente la nostra percezione: ci avvolge, ci attraversa, ci costringe a confrontarci con uno spazio che cambia e si muove insieme a noi. In questo ambiente, ogni forma è provvisoria, ogni visione è perfetta nella sua relatività, e ogni certezza è, per natura, destinata a mutare. Il gesto artistico di Mazzucchelli, così assoluto e in fondo sempre e comunque profondamente concettuale, pur nella sua innata leggerezza, si connette in modo intenso con il pensiero di Aristotele, per cui la materia è potenza — possibilità di essere — mentre la forma è atto — realizzazione concreta dell’essere. La materia informe esiste sempre come apertura alla trasformazione. Per Aristotele: “ἡ μὲν ὕλη δύναμις, τὸ δὲ εἶδος ἐνέργεια” (“La materia è potenza, la forma è atto”, Metafisica, IX, 8, 1050a) La materia esiste come possibilità, la forma come realizzazione compiuta di quella possibilità. Nella sala principale, una forma totemica accoglie il nuovo forno Expressive di Gaggenau, le cui linee minimali e baussiane custodiscono un cubosfera trasparente — elemento iconico con cui Mazzucchelli ha più volte riflettuto sulla quadratura del cerchio e sulla ricerca della perfezione. Il cubosfera trova nel nuovo forno di Gaggenau non solo un custode, ma una fucina alchemica, il luogo in cui la materia si trasforma, tende all’evoluzione e al dispiegamento della propria innata potenza e perfezione. Questo volume trasparente, racchiuso in modo caleidoscopico in altri volumi, non è sfera né cubo, È informe? La risposta, senza opposizione, è no. La materia diventa nuova e ulteriore geometria. La materia informe non è quindi assenza, ma energia latente, pronta a manifestarsi e, diciamo noi oggi, lo fa grazie all’ingegno umano, tanto nel design quanto nell’arte. È lo stesso Mazzucchelli che ha specificato, in merito al progetto di questa mostra: “Cos’è l’arte, se non il tentativo di dare forma ai propri pensieri e condividerli con gli altri? L’arte, per me, è da sempre questo scambio, prima ancora che un oggetto fisico. Il manufatto è solo l’inizio di un viaggio che si apre all’infinito, spingendosi oltre me stesso e oltre il tempo presente”. Lasciate spesso incustodite nei luoghi pubblici — si pensi ai noti Abbandoni (A to A – art to abandon – e A on A – art on art) — le sue opere invitano il pubblico a toccarle, esplorarle, trasformarle. Come il respiro che si adatta a ogni corpo, come l’aria che riempie ogni spazio, l’arte di Mazzucchelli non si lascia rinchiudere, ma vive trasformandosi, mutando, respirando con chi la incontra. L’artista ne dà una sua forma, cristallizzando un pensiero in un momento che, nell’istante in cui incontra l’altro, diventa altro nell’accezione migliore del termine. E così, il vuoto — per Aristotele come per Mazzucchelli — non esiste: la natura stessa lo aborre, riempiendo ogni spazio, in primis con l’aria, poi con il pensiero e infine con un “noi” che è la sintesi di ogni cosa. Mazzucchelli traduce questi concetti millenari in pratica artistica: le sue sculture d’aria non si limitano a occupare uno spazio visivo, ma rivelano il dinamismo invisibile che permea il reale. Superano l’apparenza stabile delle cose, mostrando che l’essere stesso è un continuo divenire, una tensione tra forma e potenza, tra visibile e invisibile. Con In Natura, l’artista riflette con la sua proverbiale leggerezza sul fatto che è naturale ciò che cambia, si adatta, respira con noi. Con le sue opere, Franco Mazzucchelli ci insegna che l’informe non è mancanza, ma promessa; che ogni forma è provvisoria, ogni verità un movimento continuo; che l’informe stesso ha un valore unico perché è potenza, materia offerta per essere plasmata. In un mondo che ricerca rassicuranti quanto impossibili definizioni e dogmi, Mazzucchelli ricorda che la natura — come l’arte più autentica — esiste solo nell’atto incessante di trasformarsi, evolversi e migliorarsi attraverso sempre nuove … formae.
BIOGRAFIA – FRANCO MAZZUCCHELLI
Nato a Milano il 24 gennaio 1939, Franco Mazzucchelli si diploma in pittura nel 1963 e in scultura nel 1966 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua carriera è segnata da importanti partecipazioni, tra cui la Biennale di Venezia nel 1976 e nel 2024, e l’11ª Quadriennale di Roma nel 1986. Nel 2022 gli viene conferito il Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade. A partire dagli anni Sessanta, Mazzucchelli intraprende una sperimentazione pionieristica sui materiali plastici, che lo porta alla creazione di imponenti strutture gonfiabili. Queste opere, installate in spazi aperti e concepite per essere abbandonate, mirano a instaurare un dialogo inedito tra arte, paesaggio urbano e contesto naturale. Attraverso tali interventi, l’artista esplora il ruolo sociale dell’arte, promuovendo la partecipazione attiva del pubblico. La fusione tra opera e ambiente viene documentata con cura attraverso fotografie e filmati, enfatizzando la contaminazione tra scultura e spazio circostante. Nella seconda metà degli anni Settanta, le sue sculture gonfiabili in PVC evolvono in strutture aeree in polietilene, pensate per coinvolgere i visitatori invitandoli a entrare all’interno delle installazioni, rendendoli parte integrante dell’opera. Negli anni Novanta, la sua ricerca si amplia, abbracciando nuove dimensioni estetiche e sociali con i cicli REC e A.ON.A.. Verso la fine del decennio, questo percorso culmina con il progetto Bieca Decorazione (BD), dove l’arte si muove sul sottile confine tra estetica e provocazione. Oggi Mazzucchelli continua a sperimentare, mosso dalla volontà di esplorare nuove percezioni della realtà attraverso i suoi materiali distintivi: plastica e aria. Tra le sue mostre personali più recenti spiccano quelle frutto del sodalizio artistico con Cramum e il curatore Sabino Maria Frassà, tra cui Non abbandonarmi! allo Studio Museo Francesco Messina (Milano, 2015); Non ti abbandonerò mai al Museo del Novecento (Milano, 2018); BI-FACE al Gaggenau di Milano (2019).
Significative anche le installazioni: Salvami Andata-Ritorno per la Design Week 2018
e Quadreria 2050 presso il Museo Macro di Roma.