Violenza sessuale nei conflitti bellici, Stop Rape Italia: il 19 luglio, a Roma, l’ultimo evento della campagna di sensibilizzazione.

“Dopo il successo delle iniziative promosse nel mese di giugno, continua l’impegno di ‘Stop Rape Italia’ (Campagna italiana contro lo stupro e la violenza sessuale nei conflitti) nell’informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza sessuale nei conflitti bellici, vera e propria arma di guerra e terrorismo, spesso deliberatamente impiegata”. Così, in una nota, i promotori della Campagna.
Martedì 19 luglio, alle ore 14, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato (Piazza Madama) – continua la nota – sarà presentato il report ‘La violenza sessuale nei conflitti bellici: analisi, criticità e prospettive d’intervento’, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre nell’ambito delle attività del Laboratorio di sociologia e ricerca sociale coordinato dal prof. Francesco Antonelli. Oltre al prof. Antonelli e alla dott.ssa Pina Sodano, curatori dell’indagine, interverranno la senatrice Valeria Fedeli e l’ex senatrice Silvana Amati. Le conclusioni saranno affidate alla viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Marina Sereni. La presentazione della ricerca sarà accompagnata dall’esposizione fotografica “Portraits of Courage: Survivors at the forefront of peace and change”, promossa da ‘Stop Rape Italia’ in collaborazione con la “Dr. Denis Mukwege Foundation” e la rete SEMA (Global Network of Victims and Survivors to End Wartime Sexual Violence) con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”. “Il report – sottolinea la dott.ssa Tibisay Ambrosini, Coordinatrice ‘Stop Rape Italia’ – se da un lato si pone come uno strumento divulgativo – ci auguriamo il primo di una serie – vuole essere anche la base di partenza per confronti che diano vita a ulteriori approfondimenti e integrazioni. Un processo che, come partecipanti al OEWG 1325 guidato dal Comitato interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) riteniamo fondamentale per giungere alla creazione di uno strumento giuridico internazionale che tracci una linea rossa contro l’uso della violenza sessuale come metodo di guerra e stabilisca un quadro chiaro per un’azione di contrasto forte e tempestiva”.
“L’evento – conclude la nota – fa parte di un progetto più ampio, ‘La resilienza delle sopravvissute allo stupro come arma di guerra, protagoniste di pace e cambiamento’, finanziato grazie a un bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in attuazione della Risoluzione Onu 1325 del 31 ottobre 2000”.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *