“Somewhere story” di Oscar Del Barba OX Quartet, la nuova edizione musicale di nusica.org. Dal palcoscenico al suono: un nuovo sguardo musicale su “West Side Story” di Leonard Bernstein.

Trentottesima pubblicazione per nusica.org, etichetta che da oltre dieci anni indaga i linguaggi del jazz e dell’improvvisazione contemporanea. In “Somewhere Story”, l’Oscar Del Barba OX Quartet rilegge l’eredità di Bernstein con uno sguardo nuovo: un viaggio sonoro
tra acustico ed elettronico, dove la musica nata per il teatro diventa materia viva di esplorazione. Il disco sarà disponibile su tutte   le piattaforme digitali dal 18 novembre 2025,
preceduto dal singolo “America”, in uscita il 14 novembre.

Oscar Del Barba OX Quartet
Oscar Del Barba – pianoforte, synth, electronics, arrangiamenti
Achille Succi – clarinetto, clarinetto basso, sax contralto
Giacomo Papetti – basso elettrico, electronics
Andrea Ruggeri – batteria
Il nuovo progetto discografico dell’Oscar Del Barba OX Quartet nasce quasi per caso, come spesso accade alle idee più felici. L’occasione fu la Festa dell’Opera organizzata dal Teatro Grande di Brescia nel 2018, che quell’anno celebrava l’anniversario della nascita di Leonard Bernstein. Invitato a rendere omaggio al grande compositore, il quartetto decide di affrontare West Side Story, una delle opere più iconiche del Novecento, rielaborandone alcuni estratti e arricchendo la tavolozza sonora con l’inserimento di suoni elettronici che dialogano con i colori acustici del gruppo. Il concerto, accolto con grande entusiasmo, portò i musicisti a registrare il repertorio in studio in un’unica giornata, catturando la spontaneità e l’energia di quell’esperienza. Dopo essere rimasto nel cassetto per alcuni anni, il progetto vede oggi la luce grazie a nusica.org, che ne firma la pubblicazione discografica. Somewhere Story restituisce al pubblico quella freschezza originaria, trasformando quell’omaggio a Bernstein in una rilettura personale e appassionata, sospesa tra memoria e invenzione.
La formazione — Oscar Del Barba (pianoforte, synth, electronics, arrangiamenti), Achille
Succi (clarinetto, clarinetto basso, sax contralto), Giacomo Papetti (basso elettrico,
electronics) e Andrea Ruggeri (batteria) — dà vita a un dialogo serrato e creativo, in cui
ogni strumento contribuisce alla costruzione di una dimensione sonora ampia e sfaccettata. Con Succi, in particolare, Del Barba rinnova una collaborazione già sperimentata in un precedente progetto dedicato a Giuseppe Verdi. Cuore concettuale del progetto è la ricontestualizzazione: l’Oscar Del Barba OX Quartet affronta i temi bernsteiniani come materiale vivo, liberandoli dal testo e dalla scena per farli rivivere in un nuovo spazio musicale, svincolato dalla narrazione teatrale. La scrittura di Bernstein, così ricca di ritmo, colore e teatralità, si presta naturalmente a questa visione collettiva, in cui la melodia diventa materia d’improvvisazione e di continua trasformazione. L’uso dell’elettronica, introdotto con misura e consapevolezza, amplia la gamma dei suoni senza mai snaturare l’essenza acustica dell’ensemble, che costruisce una drammaturgia autonoma ma fedele allo spirito originario di Bernstein, dove libertà e forma si incontrano e si rispecchiano.
«Abbiamo voluto togliere West Side Story dal palcoscenico e riportarla alla sua essenza
musicale, trattando i brani come standard jazz aperti all’improvvisazione e al colore. Già dalle prime prove abbiamo lavorato su piccoli adattamenti armonici e ritmici per lasciare a ciascun musicista lo spazio di intervenire liberamente, costruendo il suono insieme. Bernstein ha sempre dialogato con il jazz e con la musica latina, e noi abbiamo proseguito quel dialogo, cercando un equilibrio tra rispetto dell’originale e libertà interpretativa. L’elettronica ci ha permesso di ampliare ulteriormente la gamma dei timbri, senza mai perdere il respiro acustico del gruppo. È un progetto vivo, che si trasforma ogni volta che lo suoniamo: ogni brano è un piccolo mondo da esplorare, dove la memoria di Bernstein si intreccia alla nostra voce e al piacere di suonare insieme.»
Oscar Del Barba
I sette brani del disco ripercorrono alcuni dei momenti più intensi di West Side Story, ognuno reinterpretato con libertà e fantasia. America apre l’album con un’energia trascinante, dove la forza ritmica si intreccia a un senso di vitalità quasi rock. Cool alterna atmosfere sospese e improvvisazioni dal carattere spiccatamente jazzistico, mentre I Feel Pretty rievoca con leggerezza e ritmo danzante i colori della musica sudamericana. In Maria il lirismo del tema originario si dilata in un dialogo tra timbri acustici ed elettronici, creando un paesaggio sonoro ricco di contrasti. One Hand, One Heart si muove su registri più intimi e sognanti, con un suono rarefatto e meditativo. Somewhere richiama le sonorità del jazz-rock anni Ottanta, fondendo melodia e improvvisazione in un equilibrio sempre dinamico, mentre Tonight chiude il percorso con un crescendo di tensione e intensità che restituisce tutta la potenza drammatica e l’emozione della partitura bernsteiniana. Il risultato è un viaggio musicale che attraversa stili e sensibilità — dal jazz alla musica latina, dal rock al lirismo contemporaneo — restituendo a West Side Story la sua natura più profonda: quella di un racconto di contrasti, di tensioni e armonie, di emozioni che trovano nella musica la loro lingua universale. Somewhere Story non è solo un tributo, ma una dichiarazione d’amore per la libertà espressiva. È la storia di un incontro — tra epoche, generi e sonorità — che continua a parlare al presente con la vitalità del jazz e la poesia di Bernstein. Il disco sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 18 novembre 2025,preceduto dal singolo “America”, in uscita il 14 novembre.
Profili
OSCAR DEL BARBA. Pianista, compositore e arrangiatore bresciano, diplomato in pianoforte e jazz con il massimo dei voti, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali tra cui il Premio Gorni Kramer, il Premio Valentino Bucchi e il Concorso “Scrivere in Jazz” di Sassari. Ha collaborato con musicisti come Markus Stockhausen, Dave Liebman, Javier Girotto e Francesco Guccini, esibendosi in Europa e America Latina. Autore di oltre dieci album come leader — tra cui Two Suites for Jazz Orchestra (Dot Time Records), Giuseppe Verdi Entangled (Da Vinci Records) e In Fabula (nusica.org) — insegna pianoforte jazz al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
ACHILLE SUCCI. Clarinetto basso e sassofono contralto tra le voci più originali del jazz
europeo, Achille Succi è tra i principali improvvisatori italiani della sua generazione. Ha
collaborato con Kenny Wheeler, Uri Caine, Ralph Alessi, Franco D’Andrea e Furio Di
Castri, partecipando a numerosi festival internazionali. Noto per il suo linguaggio personale e la capacità di fondere jazz, avanguardia e musica contemporanea, ha pubblicato diversi album acclamati dalla critica e insegna jazz in varie istituzioni italiane tra cui Siena Jazz University e il Conservatorio di Ferrara.                                                            GIACOMO PAPETTI (Brescia 1984). Bassista elettrico, contrabbassista, compositore, ,
attivo nel jazz contemporaneo e nel pop-rock alternativo così come nella musica
sperimentale. Ha inciso oltre 35 album tra cui diversi come leader/co-leader con gruppi quali The Loom (con F. Sigurtà, A. Succi, N. Bandello) e Small Choices (con E.Maniscalco e G.Rubino), Mopoke (con Michele Bonifati e Filippo Sala), Dimidiam (con Massimiliano
Milesi) e altri. Ha tenuto centinaia di concerti presso teatri, club e festival italiani e
internazionali. Attualmente insegna contrabbasso jazz presso il Conservatorio Verdi di
Milano e basso elettrico pop-rock presso il Marenzio di Brescia.
ANDREA RUGGERI. Batterista e compositore attivo tra jazz, world music e ricerca sonora, ha collaborato con Paolo Fresu, Ralph Alessi, Stefano Battaglia, Furio Di Castri, Rita Marcotulli, Gianluigi Trovesi e Elena Ledda. Ha partecipando a numerosi festival in Europa e nel Mediterraneo e ha inciso oltre quaranta dischi per etichette come Dodicilune, Da Vinci Jazz, S’Ard Music e Caligola Records. Membro di progetti che hanno vinto premi come la Targa Tenco e il Premio Nazionale Città di Loano, è tra i migliori talenti del Top Jazz 2023. È fondatore dell’ARE Andrea Ruggeri Ensemble e membro stabile dell’Oscar Del Barba OX Quartet.
Oscar Del Barba OX Quartet
Somewhere Story
Tracklist
America
Cool
I Feel Pretty
Maria
One Hand, One Heart
Somewhere
Tonight
Musiche: Leonard Bernstein
Arrangiamenti: Oscar Del Barba
Produzione
Registrazione, mix e mastering effettuati a Mantova, il 24 ottobre 2018, da Carlo Cantini
presso il Digitubestudio.
Prodotto da Oscar Del Barba OX Quartet
Pubblicato da nusica.org, 2025
Per informazioni
www.nusica.org – info@nusica.org
Ufficio stampa e comunicazione
Giuseppe Bettiol – comunicati@giuseppebettiol.it – +39 349 1734262

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Debutta a Fortezza Est dal 4 al 6 dicembre “Samar – folie à la sicilienne” di e con Giovanni Alfieri e Sergio Beercock, in scena con un esperimento di teatro partecipativo, radicato nel suono, fra racconti popolari, canti tradizionali e musica elettronica dal vivo.

Samar

– folie à la sicilienne –

canti, rime e testi scritti o recuperati da

Giovanni Alfieri e Sergio Beercock

produzione Babel

con il sostegno di Spin Time Labs – LaMaMa Umbria

ideazione artistica La Mandria | libero consorzio di individui artistici

 Fortezza Est

4-5-6 dicembre 2025 | h. 20:30

Debutta a Fortezza Est dal 4 al 6 dicembre “Samar – folie à la sicilienne” uno spettacolo di canti, rime e testi scritti o recuperati da Giovanni Alfieri Sergio Beercock, in scena con un esperimento di teatro partecipativo, radicato nel suono, che invita a ripensare la comunità, la cura e il tempo.

Samar è un rituale di teatro musicale che festeggia, nostro malgrado, il lutto delle tradizioni: “Un popolo muore quando gli tagliate la lingua”. Buio. SAMAR è una veglia performativa, un’esperienza teatrale collettiva che si consuma di notte, intorno a una tavola, tra il racconto e il canto, tra il rito e la presenza. Il titolo stesso, tratto dall’arabo “samàr”, evoca la parola detta nella notte, la narrazione che si prolunga fino all’alba, nella condivisione di storie.

Due compàri accolgono convitati e convitate ad una tavolata con pane e vino. Fra un brindisi e un temporale improvviso, la notte si trasforma in una evocazione poetica di antichi fools mediterranei e orlandi furiosicanti di galera e parodie religiose. Fra i canti tradizionali e l’elettronica dal vivo si dispiega un duello all’ultimo sangue, folle e ubriaco: il semplice banchetto diventa una briscola apocalittica fra pupo tradizionale e puparo contemporaneo, dove il puparo finisce per rompere il pupo per eccesso di entusiasmo

La voce e il corpo dei performer, affiancati da strumenti tradizionali (tamburo a cornice, friscaletto, marranzano) e da un tessuto sonoro elettronico elaborato dal vivo, generano un paesaggio immersivo, in cui convivono passato e presente, oralità arcaica e tecnologia. La narrazione si rigenera ogni sera, affidata anche all’ascolto delle storie vere raccolte in anni di interviste a donne e uomini del Sud, le cui voci entrano in scena sotto forma di registrazioni originali, riportando alla luce memorie dimenticate e formule rituali.

Samar non è solo uno spettacolo, ma un patto: ogni spettatore è invitato a prendere parte attiva, offrendo un gesto, un dono, un detto, un canto, un brindisi: un frammento di sé. Pane e vino diventano strumenti di connessione, piccoli sacramenti laici che sigillano un legame: diventare compàri e comàri, per la durata di una notte, o forse per sempre.

Samar – folie à la sicilienne –

4-5-6 dicembre 2025 ore 20:30

POETICA Stagione Teatrale 2025/26 Fortezza Est

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 14.00€

Abbonamenti 3 spettacoli 30€/ 5 spettacoli 45€/ 10 spettacoli  70€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com

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Il trio di Alessio Lega ed Enrico Intra omaggiano Enzo Jannacci sabato 6 dicembre alla Camera del Lavoro di Milano

L’auditorium Di Vittorio ospiterà un concerto-spettacolo che vuole mantenere viva la memoria di una grande personalità della canzone d’autore italiana. Ingresso libero fino a esaurimento posti 

 MILANO – Come fuori programma della XXXI edizione dell’Atelier Musicale, l’associazione culturale Secondo Maggio presenta uno spettacolo dedicato al mondo di Enzo Jannacci, ideato e interpretato da Alessio Lega con il suo trio e in programma sabato 6 dicembre alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30, ingresso libero fino a esaurimento posti), con la partecipazione straordinaria del pianista Enrico Intra.

Cantautore dal forte impegno sociale ed esistenziale, Lega è anche interprete di canzoni popolari e di autori italiani del passato e realizza adattamenti in traduzione italiana di pagine di Brel, Brassens e Ferré. Nel 2004, nel suo esordio discografico con il cd Resistenza e amore, ha vinto la Targa Tenco (nel 2019 ha fatto il bis nella categoria “interpreti di canzoni non proprie”). Questa volta il suo sguardo si rivolge a Enzo Jannacci come figura di cantore delle vite degli ultimi, di artista dall’immaginazione surreale, di protagonista di una Milano della canzone che era culturalmente vivacissima.

Il programma che Lega proporrà con Rocco Marchi alle tastiere e Guido Baldoni alla fisarmonica, sul palco dell’auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro, riprende integralmente quello, ormai storico, che nel 1964 consacrò Jannacci: 22 canzoni, concepito per lui da Dario Fo, andato in scena al Teatro Gerolamo e poi documentato su disco. Un recupero storico straordinario, che si arricchirà della significativa  testimonianza di Pietro Colaprico, giornalista e scrittore, oggi direttore dello storico teatro milanese Gerolamo, oltre che autore di diversi romanzi, tra cui i racconti del maresciallo Binda, con i primi tre volumi scritti a quattro mani con Pietro Valpreda. Colaprico è anche l’inventore del termine “Tangentopoli”.

Altrettanto importante sarà l’intervento di Enrico Intra, uno dei grandi maestri europei del jazz, che di Jannacci era amico e con cui, fin dalla nascita del Derby Club (fondato proprio da Intra, nel 1962, con il nome di Intra’s Derby Club) ha più volte collaborato, anche in epoche recenti.

Quello di sabato 6 dicembre sarà, dunque, un concerto-spettacolo che mantiene viva, senza alcuna retorica, la memoria di una grande personalità della canzone d’autore italiana.

 Sabato 6 dicembre 2025, ore 17.30

Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro, corso di Porta Vittoria 43, Milano.

Fuori Atelier – Jannacci e la “sua” Milano

Alessio Lega (chitarra e voce), Rocco Marchi (tastiere), Gudio Baldoni (fisarmonica).

Con la partecipazione straordinaria di Enrico Intra (pianoforte).

Interverrà  lo scrittore Piero Colaprico, direttore del Teatro Gerolamo.

Programma

Ohè sunt chi (Dario Fo – Enzo Jannacci);

Ma mi (Giorgio Strehler – Fiorenzo Carpi);

Quella cosa in Lombardia (Franco Fortini – Fiorenzo Carpi);

Qualcosa da aspettare (Fausto Amodei);

Sopra i vetri (Dario Fo – Fiorenzo Carpi);

La luna è una lampadina (Dario Fo – Fiorenzo Carpi);

E l’era tardi (Enzo Jannacci);

La forza dell’amore (Dario Fo – Enzo Jannacci);

Veronica (Dario Fo/Sandro Ciotti – Enzo Jannacci);

L’Armando (Dario Fo – Enzo Jannacci);

Aveva un taxi nero (Dario Fo – Fiorenzo Carpi);

Prete Liprando e il giudizio di Dio (Dario Fo – Enzo Jannacci);

Sei minuti all’alba (Dario Fo – Enzo Jannacci);

Sfiorisci bel fiore (Enzo Jannacci);

El purtava i scarp del tennis (Enzo Jannacci).

In occasione del concerto verrà presentato il libro di Alessio Lega e Giangilberto Monti Strà Milano, lo stradario cantato della città (Altreconomia).

 Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Per informazioni: 348-3591215 02-5455428.

Email: secondomaggio@alice.iteury@iol.it;

On line: www.secondomaggio.org

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Doppio appuntamento oggi 29 novembre con gli autori e i libri di Cultura e dintorni Editore.

Doppio appuntamento oggi con gli autori e i libri di Cultura e dintorni Editore. Alle 14,00 appuntamento con Chiara Panzini per il firma copie dei suoi tre libri gialli Sotto anestesia , La testimone e Incidente sulla Kings Avenualla libreria Feltrinelli di Viale Libia 186 di Roma. Alle 19,00 appuntamento con Mariella Lo Sardo per la presentazione del suo libro di racconti Possibilandia alla libreria Feltrinelli di Messina in via Ghibellina 32.

Chiara Panzini

 

 

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“Shadowland” in concorso al 43° Torino Film Festival

Shadowland: un mondo occulto svela i segreti di un regista cult

Tra stregoneria e fenomeni sociali, dove la verità può essere distorta per ricercare potere e influenza. Il film è in concorso al 43° Torino Film Festival

In un enclave pirenaico di magia e stregoneria, i cercatori del Sacro Graal affrontano verità oscure sul regista hollywoodiano Richard Stanley, che si proclama profeta. Il film Shadowland è in concorso alla 43ª edizione del Torino Film Festival.

Shadowland, diretto da Otso Tiainen e prodotto da Kalle Kinnunen, sarà presentato ufficialmente nella sezione Documentari del Torino Film Festival il 26 novembre 2025. Il film esplora una comunità enigmatica di cercatori del Sacro Graal e praticanti di stregoneria, indagando al contempo la controversia pubblica che circonda il regista cult Richard Stanley. Mescolando un approccio investigativo a una narrazione atmosferica, Shadowland indaga il confine sfumato tra ignoto, immaginario e la passione spirituale che spinge le persone a cercare modi di vita alternativi.

Il documentario conduce lo spettatore in una valle isolata dove un gruppo eclettico di cacciatori del Graal, seguaci di Maria Maddalena e che si definiscono stregoni, ha creato un mondo in netto contrasto con la società convenzionale.

Tra loro c’è Richard Stanley, ex regista hollywoodiano che aspira a diventare una guida spirituale. Quando emergono dal suo passato accuse scioccanti di abusi domestici, i suoi seguaci locali sono costretti a confrontarsi con la complessità della loro comunità. La regione è davvero un luogo di trasformazione o sono stati manipolati da un falso profeta? “La nostra intenzione era esplorare una comunità nascosta, al tempo stesso affascinante e inquietante”, spiega il regista Otso Tiainen. “Le persone che vivono qui si sono allontanate dalla società per abitare un mondo di immaginazione e creare nuove identità. Questa contraddizione — tra apparenza e realtà — è il cuore del film”.

Shadowland doveva inizialmente raccontare la storia di Stanley come regista eccentrico in un ritorno inatteso. Negli anni ’90 Stanley si era fatto conoscere con film cult horror come Hardware (1990) e Dust Devil (1992), per poi sparire dall’industria cinematografica, fino al sorprendente ritorno con Color Out of Space (2019), con Nicolas Cage.

“Questo mondo di cercatori del Graal in queste valli remote sembrava quasi troppo meraviglioso per essere vero — e con Stanley al centro, era una storia che doveva essere raccontata”, afferma il produttore Kalle Kinnunen.

Con l’emergere del passato oscuro di Stanley, la narrazione ha subito una svolta radicale. “Invece di documentare un mondo felice di fantasia, abbiamo dovuto cambiare completamente prospettiva e indagare una realtà fatta di segreti e menzogne”, aggiunge Kinnunen. Pur raccontando un gruppo di persone alla ricerca di un significato spirituale, come la sacerdotessa Anaiya e l’elettricista diventato stregone cristiano Uranie, Shadowland si trasforma in un’esplorazione inquietante della fede, dell’evasione e del potere silenzioso della manipolazione spirituale. Offre uno sguardo raro su un mondo dove mito, identità e verità si intrecciano, invitando il pubblico a riflettere su cosa spinge le persone a cercare un senso oltre i confini della vita ordinaria.

Informazioni sul film ShadowlandIl film, girato in inglese e francese nell’arco di sette anni, ha debuttato al Beyond Fest, il festival di genere più frequentato negli Stati Uniti, ed è stato selezionato per i concorsi internazionali di documentari al Krakow Film Festival (Polonia) e al Nordisk Panorama (Svezia).

Prodotto dalla società Bufo, nota per film come The Other Side of Hope (2017) e Fallen Leaves (2023) di Aki Kaurismäki, e per co-produzioni in concorso a Cannes come Cairo Conspiracy (2022) e Eagles of the Republic (2025), Shadowland vanta tra i produttori esecutivi Sam Lake, creatore di videogiochi come Max Payne, Alan Wake e Control.

La fotografia è firmata da Peter Flinckenberg, direttore della fotografia di serie come Dune: Prophecy e Westworld, e da Max Smeds, collaboratore di Juho Kuosmanen e Pirjo Honkasalo. Shadowland è stato il documentario non in lingua inglese con il maggior incasso nelle sale finlandesi nel 2024, oltre a essere un successo sulle piattaforme VOD in Finlandia.

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Sabato 29 novembre, dalle 14 in poi, alla libreria Feltrinelli di viale Libia 186 di Roma nuovo firma copie dei libri gialli di Chiara Panzini “Sotto anestesia”, “La testimone” e “Incidente sulla Kings Avenue” editi per i tipi di Cultura e dintorni Editore

La ristampa è la rinascita, il risorgere a nuova vita di un libro… è appena uscita la terza ristampa del giallo di Chiara Panzini Sotto anestesia. Indagine di una detective per caso. Un traguardo importante, segno tangibile di qualità e valore di un’opera, da segnalare e a cui plaudire. Vi aspettiamo sabato 29 novembre, dalle 14 in poi, alla libreria Feltrinelli di viale Libia 186 di Roma per un nuovo entusiasmante firma copie. Ci saranno anche i due successivi libri della serie dedicata alle indagini della giovane detective Judith Lay La testimone e Incidente sulla King’s Avenue.

Chiara Panzini

 

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Sabato 29 novembre alle ore 19,00 alla libreria Feltrinelli di Messina presentazione della silloge di racconti della scrittrice e attrice Mariella Lo Sardo “Possibilandia”, edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore.

Sabato 29 novembre alle ore 19,00 alla libreria Feltrinelli di Messina in Via Ghibellina, 32 presentazione della silloge di racconti della scrittrice e attrice Mariella Lo Sardo Possibilandia, edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore. Dialogherà con l’autrice Milena Romeo (Pres. Cara beltá -Sicilia, dir. art. Cento Sicilie, pres. ass. Antonello da Messina). Non mancate!

per info su ordini e disponibilità del volume scrivere a: redazione@culturaedintorni.it

Si tratta di un nuovo importante ed evocativo tassello della nostra ricerca semantica e stilistica in quell’altalena di epifanica ricerca di senso che Renzo Pavese definiva argutamente come una sorta di continuo deambulare “dal vero fantastico al fantastico vero”. Temi cruciali, nel campo delle infinite possibilità evocato dall’autrice, da un lato la realtà con le sue dinamiche, i suoi (possibili) testimoni, i personaggi, con le loro luci e le loro ombre, le loro miserie e le loro nobiltà (l’autrice è anche attrice), scandagliati ognuno nella sua più vera e fragile essenza e (dis)umanità, protagonisti dei racconti dal diverso tasso di veridicità e/o verosimiglianza, dall’altro l’immaginazione la portentosa artefice, una sorta di deus ex machina foriera di quell’elemento disturbante il solo capace, capovolgendone i canoni, di disvelarne la vera essenza e natura. Da segnalare la splendida e significativa copertina di Clarissa La Viola, un pentagono dodecaedro a voler simboleggiare proprio la multiformità di una realtà tanto complessa e difficile da decifrare, misteriosa, in cui ciascun personaggio, i protagonisti delle dodici storie di questa composita e anche enigmatica raccolta, è chiamato a interrogarsi e a compiere una scelta sempre dirimente e decisiva.

 

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Sul palco di Fortezza Est dal 27 al 29 novembre “A little gossip never killed nobody” una favola oscura sul potere della parola, scritta da Chiara Arrigoni e diretta da Francesca Caprioli: in scena tre donne contemporanee, tre operaie che scoprono di avere il potere di cambiare la realtà.

A little gossip never killed nobody 

testo: Chiara Arrigoni
regia: Francesca Caprioli
con Chiara Arrigoni, Giulia Gallone, Ottavia Orticello
costumi: Francesca Caprioli, Paola Arcuria
Si ringrazia 2P Produzioni Plastiche
disegno luci: Francesca Caprioli

Spettacolo vincitore del Premio Scintille 2023
Testo scritto durante la residenza NEON_10, organizzata tra 2019 e 2020 da Fabulamundi Playwrighing Europe

 Fortezza Est
27-28-29 –novembre 2025 | h. 20:30

Sul palco di Fortezza Est dal 27 al 29 novembre “A little gossip never killed nobody” di Chiara Arrigoni, diretto da Francesca Caprioli con in scena Chiara Arrigoni, Giulia Gallone, Ottavia Orticello, protagoniste di una favola oscura sul potere della parola, così potente che può cambiare la realtà, crearne una nuova, spingerti immaginare, desiderare, manipolare, obbedire.

Klara, Agnes e Martha sono tre donne contemporanee, tre operaie costrette a un lavoro logorante che soffoca la speranza del futuro e la dimensione del desiderio. Le tre donne, insieme, sperimentano l’euforia di progettare un riscatto – personale e collettivo – e, nel bene e nel male, scoprono di avere il potere di cambiare la realtà.

Klara, l’aspirante leader, Agnese, la pigra mediatrice, e Martha, quella nuova. Tre donne ai margini. potrebbero essere straniere, venire da lontano, portarsi dietro un vissuto difficile, sono donne lavoratrici in un contesto opprimente in cui i loro corpi sono forza lavoro, e sono controllati, ma si apre sempre lo spazio per un riscatto o una ambiguità: i corpi delle tre donne sono, in modo diverso, un campo di battaglia, un luogo di auto-contestazione, di disarmonie, rabbia, ma anche eros, immaginazione, metamorfosi, liberazione.

Il testo si ispira al modello della fiaba: un mondo chiuso in cui il soprannaturale sembra fare irruzione nella realtà e il desiderio è una forza ambigua, che spinge l’essere umano a superare un confine vietato e, poi, a pagare un prezzo troppo alto. La fiaba è il contenitore in cui si muovono, però, istanze del nostro tempo. La fabbrica è il simbolo di un presente che è un pantano da cui non si può scappare e dell’oppressione che annienta la visione di un futuro. In questa oscillazione tra crudezza del reale e sospensione fiabesca, il soprannaturale è un elemento poetico a cui la regia allude senza mai darne una prova certa: non si sa se esista davvero, ma la realtà produce uno strano e inquietante meccanismo di coincidenze che si trasformano presto in una trappola e questo è lo spazio in cui è possibile, per il pubblico, credere nell’incredibile.

Ai margini di questa storia, gli uomini. Sempre nominati, ma non appaiono mai: depositari del potere, oggetto del desiderio, controparte di relazioni non paritarie. L’uomo è un grande assente che, però, incombe sulla narrazione e, soprattutto, ricadono sulla storia le conseguenze del potere che egli esercita, sulla piccola fabbrica e sulla vita delle tre donne.

A little gossip never killed nobody 


27-28-29 Novembre 2025 ore 20:30

POETICA Stagione Teatrale 2025/26 Fortezza Est

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 14.00€

Abbonamenti 3 spettacoli 30€/ 5 spettacoli 45€/ 10 spettacoli  70€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219

 

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com 

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“Shadowland”: un mondo occulto svela i segreti di un regista cult.

Shadowland: un mondo occulto svela i segreti di un regista cult. Tra stregoneria e fenomeni sociali, dove la verità può essere distorta per ricercare potere e influenza. Il film è in concorso al 45° Torino Film Festival.

In un enclave pirenaico di magia e stregoneria, i cercatori del Sacro Graal affrontano verità
oscure sul regista hollywoodiano Richard Stanley, che si proclama profeta. Il film
Shadowland è in concorso alla 45ª edizione del Torino Film Festival.
Shadowland, diretto da Otso Tiainen e prodotto da Kalle Kinnunen, sarà presentato ufficialmente nella sezione Documentari del Torino Film Festival il 26 novembre 2025. Il film esplora una comunità enigmatica di cercatori del Sacro Graal e praticanti di stregoneria, indagando al contempo la controversia pubblica che circonda il regista cult Richard Stanley. Mescolando un approccio investigativo a una narrazione atmosferica, Shadowland indaga il confine sfumato tra ignoto, immaginario e la passione spirituale che spinge le persone a cercare modi di vita alternativi. Il documentario conduce lo spettatore in una valle isolata dove un gruppo eclettico di cacciatori del Graal, seguaci di Maria Maddalena e che si definiscono stregoni, ha creato un mondo in netto contrasto con la società convenzionale. Tra loro c’è Richard Stanley, ex regista hollywoodiano che aspira a diventare una guida spirituale. Quando emergono dal suo passato accuse scioccanti di abusi domestici, i suoi seguaci locali sono costretti a confrontarsi con la complessità della loro comunità. La regione è davvero un luogo di trasformazione o sono stati manipolati da un falso profeta? “La nostra intenzione era esplorare una comunità nascosta, al tempo stesso affascinante e inquietante”, spiega il regista Otso Tiainen. “Le persone che vivono qui si sono allontanate dalla società per abitare un mondo di immaginazione e creare nuove identità. Questa contraddizione — tra apparenza e realtà — è il cuore del film”. Shadowland doveva inizialmente raccontare la storia di Stanley come regista eccentrico in un ritorno inatteso. Negli anni ’90 Stanley si era fatto conoscere con film cult horror come Hardware (1990) e Dust Devil (1992), per poi sparire dall’industria cinematografica, fino al sorprendente ritorno con Color Out of Space (2019), con Nicolas Cage. “Questo mondo di cercatori del Graal in queste valli remote sembrava quasi troppo meraviglioso per essere vero — e con Stanley al centro, era una storia che doveva essere raccontata”, afferma il produttore Kalle Kinnunen. Con l’emergere del passato oscuro di Stanley, la narrazione ha subito una svolta radicale. “Invece di documentare un mondo felice di fantasia, abbiamo dovuto cambiare completamente prospettiva e indagare una realtà fatta di segreti e menzogne”, aggiunge Kinnunen. Pur raccontando un gruppo di persone alla ricerca di un significato spirituale, come la sacerdotessa Anaiya e l’elettricista diventato stregone cristiano Uranie, Shadowland si trasforma in un’esplorazione inquietante della fede, dell’evasione e del potere silenzioso della manipolazione spirituale. Offre uno sguardo raro su un mondo dove mito, identità e verità si intrecciano, invitando il pubblico a riflettere su cosa spinge le persone a cercare un senso oltre i confini della vita ordinaria. Informazioni sul film. Il film, girato in inglese e francese nell’arco di sette anni, ha debuttato al Beyond Fest, il festival di genere più frequentato negli Stati Uniti, ed è stato selezionato per i concorsi internazionali di documentari al Krakow Film Festival (Polonia) e al Nordisk Panorama (Svezia).
Prodotto dalla società Bufo, nota per film come The Other Side of Hope (2017) e Fallen
Leaves (2023) di Aki Kaurismäki, e per co-produzioni in concorso a Cannes come Cairo
Conspiracy (2022) e Eagles of the Republic (2025), Shadowland vanta tra i produttori esecutivi Sam Lake, creatore di videogiochi come Max Payne, Alan Wake e Control. La fotografia è firmata da Peter Flinckenberg, direttore della fotografia di serie come Dune: Prophecy e Westworld, e da Max Smeds, collaboratore di Juho Kuosmanen e Pirjo Honkasalo. Shadowland è stato il documentario non in lingua inglese con il maggior incasso nelle sale finlandesi nel 2024, oltre a essere un successo sulle piattaforme VOD in Finlandia.

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*The Blonde Argonaut in via Margutta: Amanda Rosi presenta l’opera Animus Anima, anteprima della sua permanente in galleria*

The Blonde Argonaut torna a esporre Roma. L’artista Amanda Rosi sarà una delle protagoniste della rassegna collettiva “L’arte è donna”, che andrà in scena venerdì 21 novembre, alle 17, alla Galleria Internazionale Area Contesa ArteDesign di via Margutta 90.

L’artista Amanda Rosi

Nel corso del vernissage sarà presentata “Animus Anima”, una grande stampa fotografica (90×120) che segna l’ingresso ufficiale della giovane artista nel panorama artistico di via Margutta, anticipando la mostra permanente che aprirà a partire dal 5 dicembre negli stessi spazi della galleria.

L’identità artistica

The Blonde Argonaut è l’identità artistica con cui Amanda Rosi lavora da cinque anni, un alter ego nato per ricominciare radicalmente, abbandonando i suoi profili precedenti e costruendo un linguaggio basato sulla sperimentazione continua. La sua produzione ruota attorno al nudo e alla video art, rifiutando qualsiasi interpretazione estetizzante o erotica: il corpo non è un genere, ma un materiale da interrogare. Un territorio politico, complesso, spesso censurato, da sottrarre alle narrazioni che lo imprigionano.

La sua formazione visiva arriva dal cinema più che dalla fotografia, e in particolare dall’horror, che considera un linguaggio femminile, emancipatorio e profondamente politico. Nel body horror vede lo strumento più potente contro i sistemi di controllo, di abuso psicologico e di potere.

Presentazione Animus Anima: 21 novembre, Galleria Internazionale Area Contesa ArteDesign

“Animus Anima”, l’opera presentata nel vernissage, appartiene alla serie omonima che compone la “Trilogia dell’Incomunicabilità”, un progetto in tre sessioni fotografiche che richiama esplicitamente il cinema di Michelangelo Antonioni. La trilogia mette in scena il corpo come luogo di distanza, tensione e ricerca identitaria: un solo soggetto femminile nella serie da cui nasce l’opera esposta, e due differenti coppie uomo-donna nelle altre due sessioni.

Nell’opera scelta per L’arte è donna, il corpo diventa frammento e dichiarazione, un punto di origine che prepara il terreno all’esplorazione più radicale delle opere che l’artista esporrà successivamente nel corso della permanente.

Verso la Mostra permanente

Dal 5 dicembre, infatti, The Blonde Argonaut entrerà stabilmente nella galleria di via Margutta. Per sei mesi, saranno esposte a rotazione dodici opere fotografiche in grande formato dell’artista, appartenenti a serie e fasi diverse della sua produzione. Nudi, ritratti e lavori più astratti che mostrano la varietà sperimentatrice della sua opera, ma che allo stesso tempo hanno come comune denominatore il corpo e l’essere umano, sempre al centro della sua indagine artistica.

L’appuntamento di venerdì 21 novembre con l’opera “Animus Anima” è il primo passo dentro questo universo che continuerà il 5 dicembre e ci accompagnerà fino alla primavera 2026.

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