15 Giugno Alberto Sordi, il genetliaco di una maschera immortale

Voce bianca, voce di un basso, maestro, prete, soldato, dottore, sceicco, conte, marchese, imprenditore, magliaro, trafficante d’armi, piccolo borghese, tassinaro, pizzardone, ricco, povero, vitellone, cialtrone, straccione, ridanciano, opportunista, arrivista, servile, affabulatore, capocomico, chansonnier, mattatore, saltimbanco… Albertone, nella più o meno lecita pretesa di vedere riflessi in lui i caratteri come i vizi e i difetti di un intero popolo, al di là di facili generalizzazioni, da taluni incompresi forse perché fanno luce su una cattiva coscienza, è nel guizzo, imprevisto e imprevedibile, di una mossa, un gesto, uno sguardo, un passo, un salto, un timbro, mimesi dell’intero spettro espressivo di una voce e di un corpo, la grandezza, l’unicità e la genialità di un’arte sgorgata effervescente come argento vivo dall’anima a dare vita, senza falsità e ipocrisie, a una maschera immortale, comica e insieme tragica, dell’umana, umanissima essenza… Auguri Alberto!

Luca Carbonara

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