A Didacta va in scena FuoriClasse: la rassegna che dà voce alla scuola che innova

Tra gli ospiti di Gruppo Spaggiari Parma, Lorenzo Baglioni – ideatore delle “canzoni didattiche”, Luca Gaggioli – esempio virtuoso del fare scuola, Daniele Michienzi – che usa i social per parlare di inclusione e ascolto, e Melania Tacchella – giovane docente orientata al digitale.

Innovare, condividere, ispirare: con questi obiettivi, torna FuoriClasse, la rassegna ideata da Gruppo Spaggiari Parma per dare spazio alle voci di chi ogni giorno contribuisce a costruire la scuola del futuro. Dal 22 al 24 ottobre 2025, in occasione di Didacta – Edizione TrentinoFuoriClasse ospiterà incontri e dialoghi dedicati alle esperienze più autentiche della scuola che cambia: una scuola capace di rinnovarsi, di dialogare con il territorio e di creare connessioni tra formazione, impresa e società.

STORIE, OSPITI E PROGETTI PER RACCONTARE LA SCUOLA DEL FUTURO
Dirigenti, docenti, studenti e rappresentanti del mondo delle imprese si confronteranno su temi che toccano da vicino la vita delle scuole italiane: didattica innovativa, orientamento, sostenibilità e cittadinanza attiva.

Sul palco si alterneranno voci riconosciute del mondo educativo e culturale, come Lorenzo Baglioni, ex docente e oggi cantautore, che con le sue canzoni didattiche unisce rigore scientifico e linguaggi creativi per avvicinare i ragazzi allo studio; Daniele Michienzi, il professore che insegna latino sui social e riflette sul valore dell’ascolto per contrastare il bullismo; Luca Gaggioli, dirigente scolastico che ha trasformato il suo istituto in un laboratorio di partecipazione e cittadinanza attiva; e Melania Tacchella, giovane docente dell’ITS Rizzoli di Milano, che ha portato il digitale in aula come linguaggio comune tra studenti e insegnanti. Spazio anche alle esperienze nate dal dialogo tra scuola e impresa, come quelle sviluppate da Poste Italiane, CONAI e Fondazione Diasorin in collaborazione con La Fabbrica Società Benefit di Gruppo Spaggiari Parma. Esempi di percorsi educativi promossi dalle aziende nelle scuole che mettono in relazione apprendimento, territorio e competenze per il lavoro.

Le testimonianze e le buone pratiche condivise durante la rassegna FuoriClasse troveranno continuità su ClasseViva Extra, la piattaforma che dà voce alla buona scuola offrendo agli istituti la possibilità di valorizzare le proprie esperienze e di accedere a strumenti didattici innovativi. Pensata per condividere contenuti e buone pratiche con la comunità educante, ClasseViva Extra nasce con la missione di sostenere e promuovere esperienze che vadano oltre la normale attività didattica, perché – come spiega il CEO Nicola de Cesare – è nelle attività “extra” che spesso si coltivano talenti e competenze trasversali come il pensiero critico.

UN IMPEGNO CONCRETO PER L’INNOVAZIONE EDUCATIVA
La nostra missione è portare innovazione nel mondo della scuola creando ponti solidi tra comunità educante, studenti, territorio e mondo del lavoro,” commenta Nicola de Cesare, CEO di Gruppo Spaggiari Parma. “ClasseViva Extra rappresenta un ulteriore passo del percorso che abbiamo intrapreso con l’intento di promuovere la buona scuola, attraverso azioni concrete che uniscono merito, innovazione e responsabilità sociale.” Da quasi cent’anni al fianco della scuola italiana e oggi leader nell’EdTech, Gruppo Spaggiari Parma continua a promuovere un modello educativo basato su collaborazione, crescita e sostenibilità. In linea con questa filosofia FuoriClasse a Didacta sarà ancora una volta un luogo di incontro, confronto e ispirazione per chi immagina – e costruisce – la scuola del futuro.

Per favorire la più ampia partecipazione Gruppo Spaggiari Parma invita docenti, dirigenti e studenti a prendere parte agli incontri, offrendo l’ingresso omaggio alla manifestazione a chi si iscriverà a uno degli eventi FuoriClasse.

Didacta – Edizione Trentino 2025
22-24 ottobre 2025
Gruppo Spaggiari Parma: Padiglione C2, Stand 25
Per iscriversi agli eventi di FuoriClasse in presenza e in streaming: eventi.spaggiari.eu/didacta

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“Filmucci” – i cortometraggi tornano al Cinema Greenwich di Roma il 22 ottobre alle 21,00

Mercoledì 22 ottobre alle 21 la seconda serata di FILMUCCI – Piccoli film sul grande schermo, la rassegna mensile che porta i cortometraggi al Cinema Greenwich di Roma, in collaborazione con la sala stessa.

Programma dei film:

  • ANOCHE – Stefania Grondona, Luca Pedrinzani, Alessio Pierazzi

  • STELLA – Stella Mastrantonio, Rossanna Menduni De Rossi

  • IL CRIATURO SINTETICO – Sarah Narducci

  • CAZZO GUARDI, VIGLIACCO! – Adriano Gardumi

  • IL MONDO È NOSTRO – Marco Pinnavaia & Gabriele Lo Cascio

Le proiezioni saranno seguite da un dibattito con gli autori e le autrici in sala.

L’articolo sulla prima puntata: https://www.romatoday.it/eventi/filmucci-prima-rassegna-permanente-in-italia-cortometraggi-al-cinema-10-settembre-2025.html     

📆 Mercoledì 22 ottobre – ore 21
📍 Cinema Greenwich, via Bodoni 59, Roma (Metro B – Piramide)
🎟️ Biglietto 7€ – associati Chuormo 5€
🎫 Link biglietti

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Invito alla Tavola rotonda “Alta formazione, sapere critico e innovazione: Università e Istituzioni AFAM a confronto”. Roma, 16.10.2025

L’iniziativa propone una riflessione sul ruolo delle istituzioni di alta formazione nello sviluppo del pensiero critico e nella costruzione di una cittadinanza consapevole, mettendo a confronto le esperienze e le prospettive del sistema universitario e di quello AFAM.

La tavola rotonda riunirà rappresentanti di università, accademie e conservatori italiani per discutere del valore della libertà di insegnamento, della relazione tra ricerca e didattica e delle sfide poste all’alta formazione in un contesto di rapida trasformazione culturale e sociale.

L’ingresso libero su prenotazione all’indirizzo leonardo.damen@conservatoriosantacecilia.it

Tavola rotonda “Alta formazione, sapere critico e innovazione: Università e Istituzioni AFAM a confronto”

Giovedì 16 ottobre 2025, ore 15

Europa Experience – Spazio David Sassoli, Piazza Venezia 6c, Roma

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Un convegno inedito al Museo Civico di Bari: “Quando Venezia liberò Bari dai Saraceni” giovedì 16 ottobre ore 17.00

A.D. 1002: Bari e Venezia tra storia e mito.

La “tradizione popolana” della Vidua Vidue

Giovedì 16 ottobre – ore 17

presso il Museo Civico di Bari

Strada Sagges, 13 – Bar

Quando Venezia liberò Bari dai Saraceni:

un convegno sul legame tra le due città adriatiche

Un seminario di studio per approfondire una pagina del passato della città di Bari e il legame con Venezia nella storia. Un viaggio risalente a oltre mille anni fa tra mito e realtà, storia e tradizione. Se ne parlerà giovedì 16 ottobre alle ore 17 presso il Museo Civico di Bari (Strada Sagges 13) nell’incontro “A.D. 1002: Bari e Venezia tra storia e mito. La tradizione popolana della Vidua Vidue”, organizzato da Fondazione Nikolaos e Cavalieri di San Nicola in collaborazione con Museo Civico di Bari e Associazione Insieme per San Nicola di Venezia, Mondo Antico e Tempi Moderni di Bari.

Intervengono:

  • Vito Leccese, Sindaco di Bari
  • Paola Romano, Assessore alle Culture del Comune di Bari
  • Vito Giordano Cardone, Presidente della Fondazione Nikolaos
  • Francesco Carofiglio, Direttore del Museo Civico di Bari
  • Giuseppe Massimo Goffredo, Presidente Ordine dei Cavalieri di San Nicola
  • Nicola Cutino, Storico e saggista
  • Marina Faraguna, Responsabile dell’associazione “Insieme per San Nicola – Venezia”
  • Patrizia Lucchi Vedaldi, Ricercatrice e studiosa sulla storia del confine orientale italiano
  • Francesco Ciriolo, Avvocato e divulgatore storico

Introduce i lavori Giorgia Cutino, Direttore del Centro Studi Europeo Nikolaos (Ce.S.E.N.)

Obiettivo dell’incontro è far conoscere e celebrare la liberazione del capoluogo pugliese dall’assedio dei Saraceni, che durò dal maggio all’ottobre dell’anno 1002 (secondo alcune fonti, del 1003 o 1004), grazie all’intervento della flotta veneziana guidata dal doge Pietro Orseolo II, composta da circa cento galere.

La tradizione folkloristica risalente ai primi anni del Novecento e nota come “Vidua Vidue” deriverebbe dalle grida dei baresi che, osannanti alla vista delle navi venete accorse in soccorso, si riversarono sulla via delle Mura o Muraglia (oggi via Venezia) esclamando “la vì, la vì” (“la vedi, la vedi”), per salutare l’arrivo dei liberatori giunti dal mare. Questo episodio è diventato un vero e proprio “saluto a Venezia”, di carattere religioso e popolare, celebrato con una processione il giorno dell’Ascensione, mentre nella Serenissima, in contemporanea, si teneva la Festa della Sensa o Sposalizio del Mare.

Una vicenda in cui si intrecciano storia, mito e tradizione orale, ma anche rapporti politico-commerciali tra Bari e Venezia.

Il convegno prenderà il via alle 17.30 con l’intervento di Nicola Cutino, storico e saggista, che parlerà de “L’assedio e la liberazione di Bari soccorsa dai Veneziani: tra mito e realtà, storia e tradizione”. Successivamente, sarà la volta di Marina Faraguna, responsabile dell’associazione “Insieme per San Nicola – Venezia”, con il contributo “Venezia e il respiro del Mare, la Sensa”; seguirà Patrizia Lucchi  Vedaldi, ricercatrice, che racconterà “Il Doge Pietro Orseolo II e la sua potente flotta contro i pirati”. Chiuderà i lavori Francesco Ciriolo, avvocato e divulgatore storico, con l’intervento su “Alleanza e rapporti politico-commerciali tra Venezia e Bari dal IX al XVII secolo”.

«La Vidua Vidue – dichiara Vito Giordano Cardone, presidente della Fondazione Nikolaos – è il simbolo di un legame millenario tra Bari e Venezia, fatto di alleanze, contrasti e scambi culturali. Rievocarla significa dare valore alle nostre radici e rafforzare l’identità della città nostra».

L’iniziativa, gratuita e aperta al pubblico, intende valorizzare tradizioni storiche e popolari che hanno contribuito a forgiare l’identità storica e culturale della città di Bari.

Il seminario è organizzato da Fondazione Nikolaos e Cavalieri di San Nicola in collaborazione con Museo Civico di Bari e Associazione Insieme per San Nicola di Venezia e Mondo Antico e Tempi Moderni di Bari, con il patrocinio di Regione Puglia e Città di Bari, Camera di Commercio Bari, Confcommercio Bari – BAT, Aeroporti di Puglia, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Puglia Culture, AGCI Puglia e Banca Popolare di Puglia e Basilicata.

INFO
Museo Civico di Bari – Strada Sagges 13
Ingresso libero fino a esaurimento posti

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“La voce del bosco” di Ilaria Rita Bianconi

Torino, 14/10/2025, In occasione del Calendario avvento di Halloween, il 18 ottobre, su Instagram, il romanzo La voce del bosco di Ilaria Rita Bianconi, sarà gratuito. L’evento è organizzato dall’associazione “Muziki”. A partire dal 9 ottobre ogni giorno si possono trovare E-book gratis dei suoi autori.
Il 7 novembre 2025, “Romagna da vivere e dintorni” e la Banca del Tempo Bellaria Marina
Aps, con il patrocinio del Comune di Bellaria Igea Marina (RN), presentano la Rassegna
Letteraria “Viaggiare nel tempo” – 6° edizione, in cui sarà presente l’autrice Ilaria Rita
Bianconi, alla presentazione del libro “La voce del bosco”, alle ore 21.00, all’interno della
libreria L’isola del libro e altro.
Dal 15 al 16 novembre 2025, il libro sarà disponibile all’evento “FantaSia Book Party”, il
Festival internazionale del fantasy letterario, a Napoli con l’associazione “Muziki”. Festival
Il 29 – 30 novembre 2025, 6 – 8 dicembre 2025, 9 – 11 dicembre 2025, 12 – 14 dicembre 2025,
20 – 21 dicembre 2025, e 26 – 28 dicembre 2025, “La Voce del bosco”, sarà disponibile, in
vendita, con l’associazione “Muziki”, che sarà presente ai mercatini natalizi, in una location meravigliosa, a “Il Magico Parco di Natale 2025” – Parco del Grassano (San Salvatore Telesino, BN).
Nella sinossi si legge: “Un thriller sviluppato in poche pagine che vi trasformerà in una voce di vita familiare, una storia avvincente fra sogno e realtà”.

Per informazioni:
Ilaria Rita Bianconi, autrice
380/5464987 – irbianconi66@gmail.com
Ufficio Stampa
Chiara Casamassima, autrice
348/8537093- chiaraautrice75@gmail.com

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Il corto sull’Alzheimer “Io che non vivo”, con la canzone di Pino Donaggio, diretto e interpretato da Cristina Puccinelli, domani 15 ottobre 2025 ore 18,30 all’Auditorium Conciliazione di Roma, nell’ambito di Alice nella Città

Il dramma dell’Alzheimer è al centro di “Io che non vivo”, cortometraggio scritto, diretto e interpretato da Cristina Puccinelli con la omonima canzone di Pino Donaggio a titolo del film, che sarà presentato domani, mercoledì 15 ottobre alle ore 18:30 all’Auditorium Conciliazione di Roma nella sezione Onde Corte di Alice nella CittàDramedy prodotta da Fabrizio Larini per Cinema.T.S. con la produzione esecutiva di Valeria CorrealeIo che non vivo, girata interamente a Lucca, è interpretata, oltre che dalla regista nei panni della protagonista, da Betty Pedrazzi nel ruolo della madre, da Laura Giannatiempo nel ruolo di Laura e da Carlo De Ruggieri in quello dell’analista. Il film si avvale della direzione della fotografia di Michele D’Attanasio, delle musiche originali di Federico De Robertis, del montaggio di Paola Freddi e Antonio Cellini, dei costumi di Patrizia Chericoni Maria Vittoria Castegnaro, della scenografia di Laura Vannoli e dell’aiuto regia di Andrea Pagani.

Il corto racconta di Viviana, ex sognatrice che non riesce a trovare pace. La vita a 40 anni non è quello che pensava sarebbe stata, quando era piccola. Da sempre si rifugia nelle vite degli altri, è un’attrice, ma nemmeno il tanto amato lavoro le regala quello che cercava. Ancor meno gli uomini. Provare piacere è difficile. È sola, il suo più grande affetto è la madre, che inizia a perdere pezzi di vita e si scopre essere malata di Alzheimer. Dimenticherà anche la figlia, sebbene lei sarà lì, accanto a lei. Il dolore è incontenibile, straripa dal corpo di Viviana, sembra toglierle il fiato. Ma respirare, in un momento simile, è fondamentale, anche per sua mamma. Ora che tutto è buio come non mai, Viviana ha il dovere di cercare lucciole di felicità.                                                                                   Durata: 19’25”

Formato: Cinemascope a colori

NOTE DI REGIA
Questo corto viene dalla mia esperienza personale. Anche mia mamma si è ammalata di Alzheimer e questa cosa mi ha cambiato la vita. Questa malattia, sempre più frequente, non lascia speranza e ci mette nella condizione di avere costantemente paura che qualcosa vada storto. Le persone malate si rendono conto a sprazzi di come sta cambiando la loro vita, quando se ne accorgono stanno male e quando invece fanno cose inconsapevolmente sbagliate sono pericolose. La memoria è tutto quello che resta a una certa età e fa malissimo vedere le persone perderla. L’idea che si dimenticheranno anche di te è straziante. La malattia è volutamente vista come un punto di svolta, di non ritorno, che induce il personaggio a cambiare. La storia è un tardo coming of age di una quarantenne che impara a prendersi cura di sua mamma e di se stessa. La storia è breve per cui gli elementi sono solo tratteggiati ma le scelte sono tutte molto specifiche. La protagonista è un’attrice. L’ambiente del teatro serve a scandagliare come noi esseri umani trattiamo e usiamo il dolore. Saremo, da spettatori, molto vicini a lei, è lei che comanda il gioco anche se ne è comandata per buona parte della storia. Viviana sogna molto, si sforza di capire, quando sente il dolore che la inonda e non può farci niente. La sua creatività e fantasia parlano con il mondo reale in modo naturale e l’aiutano ad affrontare la vita. Vero e non vero, surreale e reale sono piani tutti compresenti nel nostro quotidiano, soprattutto in momenti come quello che sta passando la protagonista, danno una visione a trecentosessanta gradi della storia. Il film è girato in Toscana, a Lucca, che è la mia città natale. Ci tengo molto a questo lavoro, tanto che lo vorrei far diventare un film. Incontro molte persone che vivono la mia stessa situazione, soffrono e non possono farci niente, si fanno mille domande e sperano ogni giorno che il giorno dopo non sia peggiore di quello prima. Vorrei parlare a loro ma anche a tutti quelli che sono costretti a prendersi delle responsabilità e non vorrebbero, a chi come Peter Pan vorrebbe vivere sopra un’isola che non c’è, a chi fa brutti sogni e cerca un perché, a chi si sente sempre insoddisfatto e non capito, a chi sceglie l’amore e non l’odio, e soprattutto a chi ha paura di essere dimenticato. Il titolo è anche il titolo di una canzone che amo e che ho utilizzato dandole un senso diverso da quello che siamo abituati a pensare quando l’ascoltiamo. La trovo perfetta per descrivere lo stato emotivo della protagonista. Ringrazio Pino Donaggio per avermi permesso di dare al corto lo stesso nome del suo brano”.

BIOFILMOGRAFIA REGISTA
Cristina Puccinelli nasce a Lucca, ma subito dopo il liceo si trasferisce a Roma, per seguire la sua passione per il cinema. Mentre si laurea in Scienze della Comunicazione frequenta una scuola di recitazione e inizia subito a lavorare come attrice nel cinema, in tv e teatro. Nel 2007 dirige e scrive il primo corto. Inizia a frequentare corsi di sceneggiatura e segue diversi registi sul set. I suoi cortometraggi – tra i titoli Marilena, Come pesci rossi sul divano, La Settimana, FarEast, Stella Amore, Eppure io l’amavo e Koala – sono stati selezionati in numerosi festival nazionali e internazionali, hanno vinto premi e sono stati venduti a piattaforme italiane ed estere. Dirige e scrive anche documentari, spot e videoclip. Nuovi progetti sono stati selezionati in vari laboratori di scrittura come Biennale College Cinema e Racconti Idm, Torino Film Lab. È direttrice artistica di festival di cinema come Lucca Film Festival. Insegna sceneggiatura e regia.

BIOFILMOGRAFIA BETTY PEDRAZZI
Diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico inizia a lavorare con Luca Ronconi, suo primo maestro e regista. In quegli anni fonda la compagnia Il Quadro e gestisce il Teatro Nuovo Eden di Carpi. In teatro, tra i tanti, ha lavorato con G. Cobelli, V.Salemme, C.Cecchi, V. Binasco, T.Servillo e R.Andò. Vince il Premio Borgio Verezzi come Miglior attrice non protagonista nel ruolo di Emilia in Otello di Shakespeare ed è candidata al premio UBU per la Trilogia della villeggiatura di Goldoni. Il suo ultimo lavoro ancora in scena il prossimo inverno Tartufo di Molière con la regia di Jean Bellorini. Al cinema tra gli ultimi lavori più significativi 18 regali, regia di F.Amato, Figli di M.Torre, regia di G. Bonito, E’ stata la mano di Dio regia di P. Sorrentino, Il più bel secolo della mia vita regia di A. Bardani, la coproduzione internazionale Immaculate, regia di M.Mohan e Iddu di F.Grassadonia e A. Piazza. In televisione ha partecipato a diverse fiction, tra le più recenti: Vostro Onore, regia A. Casale, Il metodo Fenoglio – L’estate fredda, regia A. Casale, Imma Tataranni, regia di F.Amato e Antonia, regia C.Malta.

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Arte e Nuove Tecnologie | Palazzo Merulana, premiato il progetto “Imaginaria” di NuvolaProject con il Web3 Alliance Awards 2025.

Importante riconoscimento per l’esposizione permanente di arte immateriale di Palazzo Merulana a Roma

Web3 Alliance Awards 2025: premiato il progetto
  
“Imaginaria” di NuvolaProject                per la categoria Web3 e Immersive

Le opere digitali, in dialogo con la Collezione Cerasi attraverso un’innovativa app, creano un racconto performativo esperienziale fra “Storia dell’Arte e Storie dell’Arte” all’insegna dell’accessibilità

É con orgoglio ed emozione che Palazzo Merulana accoglie la notizia del  conferimento del Web3 Alliance Awards 2025 ai NuvolaProject (Gaia Riposati e Massimo Di Leo) per “Imaginaria”, l’innovativo progetto di arte aumentata, realizzato all’interno del museo di via Merulana 121 a Roma, nato dalla sinergia tra la Fondazione Elena e Claudio Cerasi CoopCulture.

Nell’ambito della prima edizione del premio, istituito da Web3 Alliance con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane nel campo della Gen AI, blockchain, metaverso, realtà aumentata e virtuale, un importante riconoscimento per la categoria Web3 e Immersive è stato assegnato ad “Imaginaria”,  ideato e realizzato dal duo artistico NuvolaProject nell’ambito del progetto “Open Merulana”, con il supporto del Ministero della Cultura e il contributo di Carta Etica di Unicredit, con l’obiettivo di valorizzare la fruizione delle opere della Collezione Cerasi all’insegna dell’accessibilità e della contemporaneità.

Si tratta di un’app di realtà aumentata che propone una lettura suggestiva e multisensoriale del patrimonio storico, reinterpretandolo in chiave contemporanea. Inquadrate attraverso l’applicazione, le opere iconiche della Collezione Cerasi prendono vita e performano in un’installazione artistica digitale, una vera e propria drammaturgia, un racconto esperienziale fra Storia dell’arte e Storie dell’arte, attraverso cui incontrare riferimenti agli autori, al loro tempo e alla visione delle opere che si svelano. L’esperienza coinvolge il visitatore in un dialogo emozionale e profondo con le opere, espandendo la percezione visiva e concettuale delle stesse.

Un progetto di arte per l’arte, diventato una vera e propria “esposizione permanente di arte immateriale”, all’insegna dell’accessibilità, avvalendosi dell’interpretazione di attrici segnanti LIS e IS.

Il trailer di Imaginariaimaginaria – Digital Art exhibition

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Educazione alla scelta: un nuovo modo di fare orientamento per aziende e scuola.

Educazione alla scelta: con Nice to Meet You – Unconference Lab, La
Fabbrica propone a scuole e aziende un nuovo modo di fare orientamento
Presentato all’Università Bocconi, il format mette in dialogo studenti e professionisti in
un confronto partecipativo che sviluppa consapevolezza e visione del futuro.

13 ottobre 2025: L’educazione alla scelta è una delle sfide più urgenti della scuola di oggi,
chiamata ad accompagnare studenti di tutte le età in un mondo della formazione e del lavoro in continuo cambiamento. Dall’esigenza di mettere in contatto scuole e aziende in modo autentico, partendo dall’ascolto attivo, nasce Nice to Meet You – Unconference Lab, il nuovo format dedicato al tema dell’orientamento. Un’occasione per i giovani di conoscere i professionisti e le professioniste del mondo del lavoro e i percorsi che li hanno portati ai ruoli che ricoprono; per le aziende un’opportunità di incontrare le nuove generazioni e i loro bisogni per offrire una visione di futuro. Il format – proposto da La Fabbrica Società Benefit di Gruppo Spaggiari Parma – si fonda sui principi dell’apprendimento attivo, della peer education e del collaborative learning per rendere le e gli studenti protagonisti del proprio cammino educativo e le aziende responsabili di un dialogo costruttivo e aperto con le nuove generazioni. Chi partecipa è, infatti, chiamato a mettersi in gioco in prima persona, sviluppando così competenze trasversali essenziali
per affrontare il futuro professionale e non solo. Nice to Meet You – Unconference Lab arricchisce l’ecosistema WonderWhat di La Fabbrica, di cui fa parte la piattaforma digitale wonderwhat.it dedicata all’orientamento e ai percorsi di Formazione Scuola-Lavoro, che nel solo anno scolastico 2023/2024 ha coinvolto oltre 30.000 studenti. Con il nuovo format, il percorso digitale trova un’estensione dal vivo, creando occasioni di confronto in cui la formazione si intreccia con esperienze concrete e prospettive reali. “Da oltre
quarant’anni affianchiamo le aziende per costruire connessioni autentiche con il mondo della scuola”, spiega Angela Mencarelli, Amministratrice Delegata de La Fabbrica. “Con Nice to Meet You – Unconference Lab vogliamo offrire agli studenti l’opportunità di porre domande, esprimere dubbi e confrontarsi con chi ogni giorno vive le dinamiche delle imprese, per orientarsi in modo più consapevole e vicino alla realtà professionale”.
“Essere al fianco della scuola e degli studenti significa supportare la comunità educante nel guidare i giovani verso scelte sempre più ponderate”, aggiunge Nicola de Cesare, CEO di Gruppo Spaggiari Parma, che con l’acquisizione di La Fabbrica ha dato vita a un’education company unica in Italia, impegnata a offrire strumenti e metodologie per la scuola del futuro. Il format Nice to Meet You – Unconference Lab è stato presentato in anteprima all’Università Bocconi di Milano, nello scenario del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, con un evento che ha visto studenti e docenti confrontarsi con manager di aziende come Sky Italia, Fondazione Unipolis, CiAl, Estra e Findomestic Banca, realtà che già collaborano con La Fabbrica nello sviluppo di progetti educational.
ABOUT LA FABBRICA SOCIETÀ BENEFIT
La Fabbrica Società Benefit è l’agenzia di comunicazione ed ente formatore certificato MiM che, da oltre 40 anni, facilita il dialogo tra scuola, aziende e istituzioni attivando progetti educativi e formativi ad alto impatto sociale e reputazionale. Ogni anno, raggiunge 15.000 scuole, supporta 200.000 docenti e ispira 1 milione di giovani partendo da due punti di contatto consolidati: – -il portale scuola.net, che mette a disposizione risorse innovative per una cittadinanza attiva e consapevole e per sviluppare conoscenze e competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro, la piattaforma wonderwhat.it, che si rivolge direttamente alla GenZ con percorsi di Formazione Scuola Lavoro (ex PCTO) e occasioni di confronto con il mondo del lavoro. Nel 2024 entra nel Gruppo Spaggiari Parma, realtà leader nelle tecnologie per la didattica: insieme danno vita a una education company unica in Italia.

Pinkommunication srl – Ufficio stampa di La Fabbrica Società Benefit – Gruppo Spaggiari Parma Cristina Cortellezzi – Laura Premoli – Claudia Valerani
info@pinkommunication.it

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Vernissage a Roma presso la Galleria Apollina della mostra di Roberto Franchitti. Le sue sculture presentate per la prima volta nella Capitale.

Roma, 10 ottobre 2025 | Da sabato 11 ottobre, e fino al 17 ottobre, quel luogo in bilico tra galleria d’arte e salotto culturale che è la Galleria Apollina del Circolo dei Viaggiatori, nel cuore del quartiere Parioli in Via Antonio Bertoloni 45, sarà abitato dalle sculture senza tempo di Roberto FRANCHITTI, scultore e architetto che dà forma all’informe, romano ma dalle radici molisane, quel Molise spesso, e a torto, dimenticato. La mostra, dal titolo “I custodi della memoria”, promossa e sostenuta dall’Associazione culturale “Cultura è libertà”, è curata da Gina Ingrassia e organizzata da Inmagina con la collaborazione di Strati d’Arte.

L’inaugurazione di sabato è stata aperta  da un reading per arpa, con la voce narrante della stessa Gina Ingrassia e l’arpa e armonica a bocca del Maestro Gian Mario Conti.

Franchitti espone per la prima volta nella Capitale. Circa venti i pezzi presentati, alcuni molti grandi, alcuni abbinati a brani poetici o letterari, disseminati lungo il percorso espositivo esterno e interno e uniti da un filo narrativo che ripercorre l’attività scultorea di un’artista che si muove con agilità ed eleganza tra identità, memoria, radice, trasformazione. Sono opere concrete, solide, dense, talvolta monolitiche altre volte effimere e sfuggenti, che si muovono con grazia a indagare dimensioni dello spirito e dell’esistenza, sfiorano il mito, si vestono di atemporalità, si soffermano sui grandi interrogativi etici senza concedersi a banali o presuntuose soluzioni, cavalcano la storia, tessono relazioni con la società e la sua evoluzione e involuzione.

Tra i temi rivelati dalle sculture, potenti quelli della metamorfosi e della trasformazione che attraversano tutta l’opera di Franchitti, in modo evidente già a partire dall’utilizzo dei materiali che sono sempre di recupero (pelli, ferri arrugginiti, radici cortecce e legni…) non solo riportati a nuova vita, ma assunti nella categoria dell’Arte. Il tema della trasformazione torna poi anche a livello concettuale, sintetizzato (e in qualche modo sublimato) nella bellissima opera dedicata a Perseo/Medusa il cui significato profondo viene restituito in maniera multisensoriale: scultura, musica e letteratura si fondono in un dialogo suggestivo. La scultura si veste infatti del suono angelico di un’arpa, attraverso le abili dita del Maestro Gian Mario Conti, mentre la voce della curatrice, Gina Ingrassia, tesse storie classiche di metamorfosi e rinascita.

Entrando nello spazio della mostra – avverte Gina Ingrassia  il tempo si sospende, invitandoci a perderci in una dimensione a metà tra l’onirico e il fiabesco, dove il suono di mille voci tesse storie di carmi antichi. Le sculture esposte chiedono di essere ascoltate, testimoni di un mondo lontano dalle voci avvolgenti di sirene. Nelle sculture di Roberto Franchitti si mescolano culture e mondi, collettivi e immaginari. L’artista ammalia e sorprende, affascina e seduce. È tutto e il contrario di tutto, logica e contraddizione, il nero che diviene bianco, Oriente e Occidente, il nulla e il tutto, sussurro che grida, la vita e la morte”.

Mostra I Custodi della Memoria

Opere di Roberto Franchitti

A cura di Gina Ingrassia

Organizzazione Inmagina con la collaborazione di Strati d’Arte 

Dove Roma, Galleria Apollina – Via Antonio Bertoloni 45

Quando Inaugurazione sabato 11 ottobre ore 18.30 – Ingresso libero

Info Apertura al pubblico su appuntamento fino a sabato 17 ottobre

Per appuntamenti e informazioni info@inmagina.it  gina.ingrassia@libero.it

Ufficio stampa Diana Daneluz | dianadaneluz410@gmail.com – T. 339-5785378

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Fratello Sangro, un fiume una storia.

Fiume Sangro, il Fiume in magra (estate 2025).

Non poteva essere più bella e arricchente la conclusione della Mostra di pittura collettiva “Locus 4”,a Villetta Barrea, dedicata quest’anno ai quattro elementi naturali (Aria, Acqua, Terra e Fuoco). Quello del 13 settembre è stato infatti l’ultimo evento collegato alla mostra: una conferenza dal titolo fortemente evocativo e coinvolgente: “Fratello Sangro: un fiume, una storia”.
Una storia del territorio, una storia di persone, una storia di luoghi, di boschi, di montagne e di vallate, dove la vita non sarebbe stata possibile senza quel vero e proprio “apparato circolatorio” che il fiume rappresenta. Perché il fiume non è soltanto un corso d’acqua: è un organismo vivo, ricco di biodiversità, “non un unico sistema ma un treno di ecosistemi aperti, da monte a valle”, che merita attenzione, studio e tutela costante. Lo ha ricordato nella sua bella relazione il prof. Giovanni Damiani (direttore tecnico di Arta Abruzzo, ambientalista e già Direttore Generale dell’ANPA). Di un fiume ne vanno monitorate le dimensioni, la portata idrica, il mutare del regime idrologico, la qualità dell’acqua attraverso analisi e misurazioni costanti, per verificarne la capacità di svolgere anche la funzione di depuratore naturale tipica di un fiume. Queste misurazioni purtroppo non si fanno più, mentre i fiumi, oggi più che mai, hanno bisogno di “buona politica e di competenze adeguate”. Ma il Sangro non è soltanto un’importante “arteria” della Valle che ne prende il nome. Con i suoi 122 km, è il secondo fiume d’Abruzzo dopo l’Aterno-Pescara. Nasce tra i monti del Parco Nazionale più antico d’Italia per scendere, tra boschi, paesi, forre, mulini e sbarramenti, fino a Fossacesia, sul mare Adriatico. Si “nutre” delle acque limpide dei suoi affluenti, il Fondillo e lo Scerto, che scendono dai monti della Camosciara. Lambisce per un tratto il Molise ma resta un fiume regionale, a differenza del Liri, che nasce tra i monti della Valle Roveto (Abruzzo) per poi sfociare nel Tirreno (Lazio). Una stimolante testimonianza della vitalità di questo terzo fiume abruzzese-laziale l’abbiamo ascoltata nella relazione dello storico del territorio, Sergio Natalia, che dell’alto Liri ha evocato la lunga storia: dagli antichi Romani con le loro mire sul fiume e sul vicino Lago del Fucino, ai monaci della fine del primo millennio che ne avevano compreso l’utilità economica per alimentare i mulini ad acqua, fino ai moderni industriali delle cartiere e ai produttori di energia con le centrali idroelettriche. Il suo libro Paesi d’acqua racconta anche di riti e miti, di rapporti tra acqua e potere, tra acqua e sacro, tra acqua e vita quotidiana della gente di montagna.
A conferma del rapporto profondo che lega la Valle del Sangro alla vicina Capitale per cultura, storia e migrazioni, non poteva mancare un breve ma interessante viaggio sui fiumi laziali, fratelli minori del “Biondo Tevere” della leggenda: spesso maltrattati, ma importanti e meritevoli di attenzione, se non di interventi di recupero. Lo scrittore Stefano Marinucci, Tecnico ambientale della Regione Lazio, ha raccontato all’attenta platea le storie dei Fiumi di Roma: dall’Almone, che scorre come può tra la Fonte Egeria (“l’Acqua Santa” dei Romani) e il Parco della Caffarella, al Melfa, citato nelle fonti antiche ma di cui ben poco rimane oggi, fino al Fosso dell’Incastro, che scende dal Lago di Nemi alla marina di Ardea, nella costa di Enea che evoca il mito della fondazione dell’Urbe. Con un appassionato racconto, ricco di riferimenti storico-culturali, l’archeologo Carlo Di Clemente ci ha poi riportato “a casa”, ripercorrendo il corso del Sangro da Pescasseroli – paese che diede i natali al filosofo Benedetto Croce e all’ingegnere Erminio Sipari, ideatore e progettista della prima centralina idroelettrica del territorio, inaugurata nel 1908, poi fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo nel 1922 e deputato del Regno d’Italia per tre legislature – fino alla forra di Barrea, dove, nel 1950, venne realizzato il primo sbarramento a fini industriali del corso del fiume. Un approfondimento scientifico diverso sul tema dell’acqua è stato proposto da Valentina Boldrini, nella sua relazione sul “comportamento sociale dell’acqua”: uno stimolante excursus sul concetto di “Quarto Stato dell’acqua” elaborato da Gerald Pollack, bioingegnere dell’Università di Washington, nel suo libro The Fourth Phase of Water. Pollack afferma che, oltre ai tre stati classici — solido (ghiaccio), liquido e gassoso (vapore) — esista un quarto stato dell’acqua: il gel, che lui chiama EZ water (Exclusion Zone water, cioè “acqua di zona di esclusione”). Nella lunga e interessante giornata dedicata all’elemento acqua e al Fratello Sangro, non poteva mancare un ricordo più emozionale di ciò che il fiume è stato per Villetta. Per Villetta e per i villettesi, il fiume è stato:
Sostentamento: con orti, campi e “i pantani” coltivati a patate e cereali.
Pesca di sopravvivenza: soprattutto nei difficili anni delle guerre.
Luogo sociale: lavatoi e mulini non erano solo strutture pratiche, ma spazi di comunità e
condivisione.
Energia e progresso: con la centralina idroelettrica del 1910, che portò la luce nelle case dei villettesi.
Trasformazione: con la diga e la nascita del lago di Barrea, oggi icona del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Ma per Villetta, oggi, il fiume non è solo memoria: è paesaggio, turismo, bellezza da vivere e rispettare. La passeggiata che accompagna il Sangro fino al lago è diventata un simbolo di armonia tra uomo e natura. A Villetta, il Sangro è radice e futuro. Chi si ferma ad ascoltarne il canto non sente solo lo scorrere dell’acqua, ma le voci delle generazioni che lungo le sue sponde hanno vissuto, lavorato, amato e sognato.

Alberto D’Orazio (per il Groppo Organizzatore Fratello Sangro).

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