Cultura | Roma, 8 e 9 novembre | SublimAzionI. Tracce di Umano e AI a Palazzo Merulana | Ingresso gratuito

8 | 9 novembre 2025

SublimAzionI. Tracce di Umano e AI

a Palazzo Merulana

Un fine settimana tra opere, sogni e intelligenza poetica

Roma, Via Merulana 121

Ingresso gratuito

Dopo i rifugi antiaerei del Bunker Museum, a Monopoli, un’eco visiva e sensibile della mostra SublimAzionI – Tracce di Umano e AI di NuvolaProject, promossa dalla Fondazione Pino Pascali e dal comune pugliese, sabato 8 e domenica 9 novembre 2025, dalle 10 alle 20, arriva a Roma negli spazi di Palazzo Merulana.

Un fine settimana per ascoltare ciò che resta, ciò che si trasforma, ciò che risuona: alcune opere, provenienti dal Bunker Museum, saranno esposte in una installazione che evoca il paesaggio interiore di SublimAzionI, come lampi di memoria che si accendono nel cuore della città. Sabato 8 novembre, alle ore 18, un incontro performativo con gli artisti Gaia RiposatiMassimo Di Leo e alcuni compagni di cammino aprirà uno spazio di dialogo vivo e poetico tra naturale e artificiale, tra corpo e algoritmo, tra umano e intelligenza artificiale. Una performance inedita darà voce alla performer e a Noesis, l’intelligenza artificiale co-creativa che ha attraversato l’intera mostra, in un dialogo evocativo e immaginifico.

L’evento sarà anche l’occasione per presentare il catalogo libro d’artista, volume phygital prodotto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli, pensato come parte integrante dell’opera, nato dal confronto tra arte, scrittura e IA: una traccia viva e interattiva, capace di conservare e rigenerare quell’esperienza. Il catalogo, edito da Sfera Edizioni, diventa ora una testimonianza viva e interattiva, capace di conservare e rigenerare quell’esperienza, mantenendo la connessione tra i luoghi, le persone e le idee che l’hanno resa possibile.

SublimAzionI è un progetto di NuvolaProject, con Noesis, intelligenza artificiale co-creativa, che esplora la materia della memoria per trasformarla in visione. Un esperimento poetico, visivo e phygital che fa vibrare insieme tracce d’umano e scintille di AI. Interverranno la direttrice di Palazzo Merulana Paola Centanni, gli artisti Gaia Riposati e Massimo Di Leo, il curatore della mostra e storico dell’arte Carmelo Cipriani, l’artista Alain Fleischer, il changemaker ed esperto di performing media Carlo Infante, la storica dell’arte Giovanna dalla Chiesa, la storica dell’arte e docente universitaria Antonella Sbrilli, la storica dell’arte e curatrice co-fondatrice di Re-Humanism Daniela Cotimbo, il data scientist Piero Savastano, l’assessora alla cultura del comune di Monopoli Rosanna Perricci, il direttore della Fondazione Pino Pascali Giuseppe Teofilo e l’editore di Sfera Edizioni Nando Bossis.

Ufficio Stampa di Palazzo Merulana

Leeloo Comunicazione

ufficiostampa.leeloo@gmail.com

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A Napoli lo spettacolo teatrale “Le ragazze salveranno il mondo” – venerdì 7 novembre in scena nella Basilica di San Giovanni Maggiore

Le ragazze salveranno il mondo

del Teatro dell’Orsa in scena a Napoli

Lo spettacolo, scritto e interpretato dall’attrice e regista Monica Morini e dall’ingegnera, attivista climatica e autrice Annalisa Corrado, chiuderà l’ottava edizione del Festival Il mondo salvato dai ragazzini.

«Io vorrei che tutti cominciassimo a sognare a progettare un mondo diverso. Un mondo più giusto. Un mondo di uomini e di donne più felici e più fedeli a sé stessi. Ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quello che insegniamo alle nostre figlie. Dobbiamo cambiare anche quello che insegniamo ai nostri figli»: Monica Morini e Annalisa Corrado citano la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie per introdurre Le ragazze salveranno il mondo, spettacolo che venerdì 7 novembre alle ore 19 nella Basilica di San Giovanni Maggiore a Napoli chiuderà l’ottava edizione, dal titolo-tema Verde premura, del Festival Il mondo salvato dai ragazzini a cura dell’Associazione culturale Kolibrì.

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«La Terra è da sempre madre. Il legame fra la Terra e il femminile ha radici profonde e ci parla urgentemente nel presente» continua Monica Morini, autrice, regista e attrice del Teatro dell’Orsa «Da più di un secolo sono le donne a scandire, con la loro determinazione, la grande lotta del movimento ecologista. Presentiamo il racconto appassionato di donne che hanno fatto della difesa del Pianeta e del diritto a vivere in un ambiente sano, la loro battaglia. Partendo da Rachel Carson, la donna che sconfisse le multinazionali del DDT, passando per il premio Nobel Wangari Maathai, per l’instancabile attivismo di Jane Fonda fino alla mobilitazione generata da Alexandria Ocasio-Cortez e da Greta Thumberg, raccontiamo un’alleanza intergenerazionale tra donne che non smettono di combattere in difesa della Terra».

Aggiunge l’ambientalista e scrittrice Annalisa Corrado: «L’ecologia moderna ci insegna che non può esistere giustizia ambientale senza giustizia sociale».

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«È uno spettacolo, creato per persone dagli 11 anni e per ogni età, che si interroga sul mondo in cui viviamo» conclude Monica Morini «che ci domanda come tracciare un filo di speranza, antidoto ad ogni rassegnazione e invito ad agire».

Le ragazze salveranno il mondo è liberamente tratto dall’omonimo libro di Annalisa Corrado, edizioni People, 2020. Lo spettacolo si avvale dei contributi alla ricerca di Annamaria Gozzi e della collaborazione artistica di Bernardino Bonzani. Regia Monica Moriniproduzione Teatro dell’Orsa. In collaborazione con Orticelli Ribelli Festival.

Ingresso libero e gratuito.

Info e prenotazionikolibrinapoli@gmail.com, WhatsApp 349 5192655.

Info sul Teatro dell’Orsa: www.teatrodellorsa.com

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Roma: Iress Lazio, il 7 novembre il convegno “I caduti nelle lotte popolari dal 1944”

Roma, 04 nov 15:37 – (Agenzia Nova) – Si terrà venerdì 7 novembre 2025 il convegno “I caduti nelle lotte popolari a Roma e nel Lazio dal 1944: per non dimenticare”, promosso dall’Istituto di ricerche economiche e sociali del Lazio (Iress) in collaborazione e con il patrocinio dell’università Roma Tre e in collaborazione con l’associazione Proteo Fare Sapere Lazio. L’iniziativa si svolgerà presso l’Aula Magna “Adalberto Libera” del dipartimento di Architettura, ex Mattatoio di Testaccio. Lo comunica, in una nota, l’Iress Lazio. La giornata di studio, divisa in due sessioni, intende ripercorrere oltre trent’anni di storia sociale e politica, dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, attraverso un itinerario di ricerca e memoria collettiva che racconta le lotte popolari, le battaglie per la casa, le rivendicazioni operaie e studentesche, il ruolo delle periferie nella costruzione della democrazia, il protagonismo dei movimenti e delle donne – si legge nella nota -. I lavori, introdotti da Eugenio Ghignoni (Iress Lazio) e coordinati da Simona Maggiorelli, direttrice di Left, si apriranno con i saluti di Paolo Carusi, coordinatore Public history dell’Università Roma Tre, e di Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura di Roma Capitale. La prima sessione affronterà le radici delle mobilitazioni popolari nel dopoguerra. Davide Conti (Iress Lazio) analizzerà la trasformazione della legislazione sull’ordine pubblico, dai decreti luogotenenziali al decreto sicurezza; la ricercatrice Ilenia Rossini ricostruirà il clima di violenza ed emergenza sociale tra la Liberazione e 1948; Giada Polillo (Iress Lazio) porterà l’attenzione sullo sciopero generale contro i licenziamenti a Isola Liri (Fr) nel febbraio 1949.

A seguire, Giuseppe Sircana (Archivio storico Cgil Roma e Lazio) racconterà la giornata del 6 luglio 1960 a Porta San Paolo, mentre Giuseppe Cappucci (Iress Lazio) rievocerà i 34 giorni di sciopero del saponificio di Ceccano nel 1962. La seconda parte sarà dedicata agli anni delle grandi mobilitazioni. Francesco Santimone (Iress Lazio) parlerà delle manifestazioni contro la visita di Nixon a Roma il 27 febbraio 1969; Luciano Villani (Sapienza Università di Roma) ripercorrerà la vicenda di San Basilio (8 settembre 1974), uno degli episodi più drammatici della lotta per la casa; Mario Di Vito, giornalista de Il Manifesto, parlerà della legge Reale del 1975 e dei suoi effetti. Il percorso si concluderà con l’intervista di Laura Sudiro (Iress Lazio) a Tano D’Amico, il fotografo degli anni Settanta; Eugenio Ghignoni (Iress Lazio) ricostruirà la giornata del 12 maggio 1977 e la morte di Giorgiana Masi; la scrittrice Lidia Ravera riprenderà un suo racconto sulla figura di Giorgiana; infine Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio, sottolineerà l’importanza della memoria delle lotte popolari come radice della democrazia”.

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“Ho rapito Paolo Mieli” di Diego Frisina apre la stagione teatrale “Poetica” di Fortezza Est: dal 6 all’8 novembre in scena un monologo satirico e brillante capace di accendere riflessioni sull’attualità dei nostri tempi.

Ho rapito Paolo Mieli

di e con DIEGO FRISINA

regia di MARIO PIZZUTI e DIEGO FRISINA

suoni e musica ALESSANDRO SCORTA e GIANLUCA FRADDOSIO

Ho rapito Paolo Mieli – Diego Frisina

animazioni MARINA ANGELUCCI

co-prodotto da FORTEZZA EST

FORTEZZA EST

6-7-8 –novembre 2025 | h. 20:30

Apre la Stagione Teatrale 2025-26 “Poetica” di Fortezza Est Diego Frisina con lo spettacolo “Ho rapito Paolo Mieli”, che dopo il successo dello scorso anno torna in scena dal 6 all’8 novembre con il suo esilarante e surreale monologo da lui scritto e interpretato, diretto insieme a Mario Pizzuti Una satira irriverente e geniale che la scorsa stagione ha conquistato l’entusiasmo di pubblico e critica attraverso una performance unica e brillante capace di accendere riflessioni sull’attualità dei nostri tempi.

Diego Frisina è un giovane uomo dall’acuto senso critico che cerca costantemente di ampliare e    integrare la sua visione del mondo. Un giorno, sopraffatto dal senso di impotenza di fronte alla faziosità dei mezzi di informazione e spaventato dalla prospettiva di una nuova guerra mondiale, decide di compiere un gesto estremo: rapire il noto giornalista Paolo Mieli. Le difficoltà che      incontrerà come novello terrorista saranno diverse e impreviste: dal trovare un modo di far           pervenire le sue ragioni ai mezzi di informazione, a come preparare un cappuccino alla soia per far fronte all’intolleranza al lattosio di Paolo Mieli. Le cose prenderanno una piega imprevista quando, a seguito di una incontrollata reazione geopolitica, il rapimento di Paolo Mieli porterà il mondo sulle soglie di un conflitto mondiale. Diego, nel tentativo di arrestare l’escalation militare da lui accidentalmente innescata, scoprirà il sordido intreccio che lega la stampa al potere politico e finanziario.

La spaccatura è specialmente evidente nei mezzi di informazione, siano essi giornali o trasmissioni televisive. In reazione a questo sistema, che non è così improprio

Ho rapito Paolo Mieli – Diego Frisina

definire corrotto, è stato pensato e scritto questo spettacolo. Anche se pensato non è la parola adatta: il testo si è formato nell’organismo del suo autore come una reazione immunitaria ad un corpo estraneo; un corpo estraneo che i più non faticheranno ad identificare anche dentro sé: un profondo senso di sfiducia, di assenza di prospettive e rappresentanza, la disarmante sensazione di essere costantemente manipolati, dirottati, ingannati, mentre il mondo galoppa verso un disfacimento che sembra inarrestabile.

“Paolo Mieli mi guarda, io lo guardo. Mi chiede cosa voglio, gli rispondo -Giustizia-. Mi chiede se sono pazzo, gli rispondo che non sono mai stato così lucido. Mi dice che ha paura, gli dico che fa bene, la paura è una reazione adeguata. Lui si mette a singhiozzare e io sento una fitta al cuore, evidentemente non l’ho indurito abbastanza, avrei dovuto guardare più episodi di “Piazza Pulita””.

Come si intuisce lo spettacolo è una satira oraziana, dove il crescendo di assurdità delle vicende che vive il protagonista ha sempre lo scopo di smascherare alcuni aspetti della società occidentale contemporanea. Un one-man show che strizza l’occhio alla stand up comedy, pur non rinunciando mai allo storytelling e ai diversi mezzi espressivi che il teatro offre per riuscire a veicolare contenuti ed esperienze.

Lo spettacolo è uno dei vincitori del bando “Pillole #tuttoin12minuti” 2024 di Fortezza Est

Ho rapito Paolo Mieli

6-7-8 novembre 2025 ore 20:30

POETICA Stagione Teatrale 2025/26 Fortezza Est

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 14.00€

Abbonamenti 3 spettacoli 30€/ 5 spettacoli 45€/ 10 spettacoli  70€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219 

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com 

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Domenica 9 novembre alla libreria Feltrinelli di Viale Libia di Roma secondo firma copie della nuova silloge di racconti della scrittrice e attrice Mariella Lo Sardo “Possibilandia” edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore.

Domenica 9 novembre alla libreria Feltrinelli di Viale Libia 186 di Roma dalle 10,30 fino a chiusura secondo firma copie della nuova silloge di racconti della scrittrice e attrice Mariella Lo SardoPossibilandia edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore. Vi aspettiamo!!

Si tratta di un nuovo importante ed evocativo tassello della nostra ricerca semantica e stilistica in quell’altalena di epifanica ricerca di senso che Renzo Pavese definiva argutamente come una sorta di continuo deambulare “dal vero fantastico al fantastico vero”. Temi cruciali, nel campo delle infinite possibilità evocato dall’autrice, da un lato la realtà con le sue dinamiche, i suoi (possibili) testimoni, i personaggi, con le loro luci e le loro ombre, le loro miserie e le loro nobiltà (l’autrice è anche attrice), scandagliati ognuno nella sua più vera e fragile essenza e (dis)umanità, protagonisti dei racconti dal diverso tasso di veridicità e/o verosimiglianza, dall’altro l’immaginazione la portentosa artefice, una sorta di deus ex machina foriera di quell’elemento disturbante il solo capace, capovolgendone i canoni, di disvelarne la vera essenza e natura. Da segnalare la splendida e significativa copertina di Clarissa La Viola, un pentagono dodecaedro a voler simboleggiare proprio la multiformità di una realtà tanto complessa e difficile da decifrare, misteriosa, in cui ciascun personaggio, i protagonisti delle dodici storie di questa composita e anche enigmatica raccolta, è chiamato a interrogarsi e a compiere una scelta sempre dirimente e decisiva.

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BUKOWSKEGGIANDO

Almeno per un giorno, Scano Montiferro sarà la capitale di tutti i bukowskiani d’Italia. Si terranno infatti proprio in questo piccolo centro della Sardegna, a cavallo tra maggio e giugno, le premiazioni della seconda edizione di Bukowskeggiando, il concorso letterario nazionale dedicato alla figura di Henry Charles BukowskiScano Bukowskiano, questo il nome scelto dall’amministrazione comunale per la manifestazione, richiamerà in Sardegna legioni di cultori dello scrittore losangelino.

La direzione del concorso è stata affidata all’associazione culturale cagliaritana CartaBianca, che già nel 2017 aveva curato la prima edizione dell’evento. Bukowskeggiando – Scano Bukowskiano è un concorso letterario (per racconti brevi, poesie e aforismi) a cui è possibile partecipare (gratuitamente, senza “tasse di lettura”, spese di spedizione, gabole associative et similia)  anche con una vignetta o una illustrazione (a proposito, tra i giurati c’è anche Bepi Vigna). Il regolamento completo del concorso è disponibile su www.associazionecartabianca.it .

E così, a distanza di otto anni dalla prima edizione (quando all’Hotel Panorama di Cagliari, in occasione delle premiazione, il grande Mario Faticoni diede spettacolo), ecco il ritorno in Sardegna di Bukowski e di tutti i suoi numerosi accoliti, sparsi per tutto l’italico stivale, isole comprese. “La venerazione che ho per Bukowski – dice il dottor Fabrizio Manca Nicoletti, direttore artistico della manifestazione – mi ha portato quasi a sentirmi in colpa per non essere riuscito ad organizzare una nuova edizione dell’evento in questi ultimi anni. Spero che l’opportunità dataci dal Comune di Scano venga ben sfruttata e quello di quest’anno possa essere solo il primo di una lunga serie di capitoli bukowskiani. L’obiettivo dichiarato è quello di fare del Montiferro in particolare e della Sardegna più in generale un centro di aggregazione nazionale per tutti coloro che amano Bukowski. Agli autori il compito di tradurre in una poesia, un aforisma, un racconto breve o, perché no, in una vignetta, lo spirito e lo slancio vitale di Hank Chinaski”.

Le premiazioni verranno precedute da una sorta di dibattito, a cui tutti gli autori saranno chiamati a partecipare, sullo scrittore americano e sulle tematiche a lui più care. Il sesso, l’alcol, le risse e i bar di periferia. Ma soprattutto la poesia che si nasconde nei contesti più sordidi e marginali e più in generale nel lato oscuro del sogno americano, spesso diventato incubo nella produzione letteraria di Bukowski.

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Halloween Nights a Cinecittà World: il divertimento è diabolico! 666: 6 eventi, 6 aree a tema, fino alle 6 am

Zucche, labirinti, balle di fieno, attrazioni horror, scenografie immersive, show dal vivo, zombie walk ed esperienze spaventose per tutti: fino al 2 novembre prosegue l’Ottobre da Brividi di Cinecittà World. Il clou dell’evento è il 31 ottobre e il 1° novembre: dal mattino fino all’alba nel Parco divertimenti del Cinema di Roma esplodono le Halloween Nights, due serate da paura tra cene a tema, dj set e attrazioni aperte fino a mezzanotte.

halloween nights cinecittà world

Croccante, Latino, Western, Hardcore, Revival e Iconico: a Halloween Cinecittà World scatena l’Inferno. Numeri diabolici per la Notte delle Streghe: non solo un party ma 6 eventi nelle 6 aree tematiche del Parco per ballare fino alle 6 del mattino. Il 31 ottobre Halloween Croccante, una notte fuori dagli schemi con visual immersivi e la musica di dj e producer di fama mondiale come Riva Starr. Per un’esperienza techno estrema arriva Go Hard or Go Hardcore di Rebekah, con una line up internazionale: Mad Dog, Gabber Eleganza e AnD. Mentre la Halloween Street si accende con il ritmo sensuale di Señorita Halloween Night, una noche de fuego tra musica reggaeton e commerciale. Nel Villaggio del Dead Far West musica, performance e suggestioni horror-western con MEGA – The Last Saloon: gli ospiti diventano protagonisti di un mondo popolato da cowboy zombie e saloon girls. Ma dopo la notte più dark dell’anno, il 1° novembre la festa continua con Halloween Resurrection, il festival musicale più iconico della Capitale, con performer internazionali e Special Guest il rapper Kid Yugi. Per i nostalgici Hit Generation celebra tre decenni di musica 80-2000 con DJ set, ballerini e live karaoke.

“Halloween è ormai una festa entrata nel costume italiano, amata da adulti e bambini – dichiara David Tommaso Direttore Generale Cinecittà World – Offriamo agli ospiti un’esperienza ogni anno più ricca e coinvolgente, pensata per tutte le età: dal divertimento spaventosamente mostruoso per i più piccoli a quello più horror e adrenalinico per un pubblico adulto. Il Gran finale sono le Halloween Nights6 feste diaboliche per soddisfare tutti i gusti del divertimento, dal mattino fino a notte fonda”.

Tante le novità di Halloween 2025, tra cui il Villaggio Piccoli Brividi con attrazioni a misura di famiglia, come il Labirinto di fieno, il Truccabimbi, la Horror Baby Dance, l’Halloween Magic Show, la Caccia al Tesoro, l’irresistibile Urletto Maledetto e Dolcetto o Giretto.

Lungo la Halloween Street, spazio al Cine Halloween con l’Halloween Show, il black carpet al palco ispirato ai capolavori di Tim Burton, da Beetlejuice a Mercoledì, il Cimitero del Cinema e il nuovo Halloween Musical – L’Ultimo Ciak, dove lo spirito inquieto di un regista torna a dare vita a un film horror mai concluso.

Per i più temerari, Horror Halloween propone esperienze estreme: la Horror House con scene cult da The Ring a Nightmare, L’Esorcista, Venerdì 13, Saw, Hannibal Lecter e il nuovo Profondo Rosso; la montagna russa indoor Inferno ispirata ai gironi danteschi; il nuovo U571 Missione Zombie, sottomarino infestato da morti viventi e l’inedito Horror Hotel – Il Risveglio, un misterioso ballo in maschera dal finale sorprendente. Tra le nuove attrazioni, il Cinetour Blackout, dove un improvviso blackout nel Museo del Cinema trasforma le statue dei film horror in presenze inquietanti tra luce e buio.

Anche Roma World celebra la festa con la Fattoria delle Zucche e i laboratori di intaglio e decorazione, dove ogni bambino può creare e portare a casa la propria zucca personalizzata.

Il programma aggiornato è su www.cinecittaworld.it

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Le nuove forme di bullismo nell’era dell’AI. Da Didacta parte l’appello: la cultura può rompere il silenzio

A lanciare il messaggio è Daniele Michienzi, professore e divulgatore digitale noto sui social come @loquendum, che invita i giovani a riscoprire il valore della parola.
“La cultura può salvarci. Parlarne resta il primo passo per combatterlo”.

Il bullismo non si consuma più solo nei corridoi delle scuole o negli spogliatoi, ma si manifesta nei feed, nelle chat e nei deepfake. È qui che si muove oggi il nuovo volto di una violenza più sottile e invisibile, amplificata dai social e dall’intelligenza artificiale. A lanciare un appello contro la vergogna e l’omissione è Daniele Michienzi, professore di latino al liceo Tito Livio di Milano e volto noto dei social con il progetto @loquendum, in cui porta la lingua dei classici nel presente per parlare di cultura, linguistica e società.

L’occasione è stata FuoriClasse, la rassegna che dà voce alla scuola che innova organizzata da Gruppo Spaggiari Parma in occasione di Didacta TrentinoSul palco, Michienzi ha condiviso la propria esperienza personale, trasformando una ferita in un messaggio collettivo. Vittima di bullismo da ragazzo, ha raccontato come la mancanza di reazione da parte degli adulti — l’omissione — possa essere una seconda violenza. “Il silenzio e l’indifferenza sono ciò che fanno più male — ha spiegato —. Ecco perché ho scelto di parlarne, per restituire voce a chi non riesce ancora a trovarla”.

Secondo il Rapporto ISTAT 2023 “Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi, il 68,5% dei giovani italiani tra 11 e 19 anni dichiara di essere stato vittima di offese o atti di bullismo, online o offline. Dati che confermano l’urgenza di un’educazione alla parola, alla consapevolezza e alla responsabilità digitale. E oggi, il bullismo, oltre ad essere presente, si sta anche trasformando, come ha spiegato Michienzi: “È diventato più carsico, più difficile da riconoscere. I social e l’AI lo stanno amplificando, permettendo di manipolare facilmente immagini, voci, identità. Da qui l’invito del professore a usare la parola che ha il potere di rompere il silenzio. “Parlarne resta il primo passo per combatterlo”.

Daniele Michienzi

L’intervento di Michienzi non solo ha raggiunto il pubblico di FuoriClasse, ma è stato seguito da tantissime persone collegate in live streaming. “La nostra missione è portare innovazione nel mondo della scuola creando ponti solidi tra comunità educante, studenti, territorio e mondo del lavoro. Con queste iniziative vogliamo offrire spazi di incontro e confronto sui grandi temi sociali, favorendo il dialogo tra scuola, famiglie e istituzioni”, ha aggiunto Nicola de Cesare, Amministratore Delegato di Gruppo Spaggiari Parma, leader dell’Edtech da quasi cent’anni al fianco della scuola italiana. Le testimonianze e le buone pratiche condivise durante FuoriClasse troveranno continuità su ClasseViva Extra, la piattaforma che dà voce alla buona scuola, offrendo a istituti, docenti, famiglie e studenti di tutta Italia la possibilità di accedere a risorse culturali e strumenti didattici innovativi.

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Domenica 26 ottobre il Premio Santercole presso la Sala Alessandrina dei Musei Vaticani

La seconda edizione del Premio Santercole avrà luogo domenica 26 ottobre 2025, alle ore 18, nella Sala Alessandrina dei Musei Vaticani, in Lungotevere in Sassia 3, Roma. L’evento, curato nella direzione artistica da Alberto Zeppieri e in quella organizzativa da Bruno Targusi per SEGECOPIÙ di Rieti, è realizzato con la collaborazione della Fondazione “Area Cultura ETS” di Roma. L’ingresso sarà libero e aperto al pubblico fino ad esaurimento dei posti. A fine serata è prevista una raccolta fondi destinata a UNICEF e Caritas delle province di Rieti e L’Aquila. Si ricorda inoltre che il Doc Music Contest Premio Secondo Cecilia, inizialmente in programma  al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti dal 23 al 26 ottobre 2025, è stato rinviato. I direttori Bruno Targusi, Stefano Pozzovivo e Paolo Di Sabatino stanno lavorando al nuovo calendario dell’evento, per garantirne la migliore realizzazione.

Per aggiornamenti e informazioni: www.dmcontest.com

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Dall’acciuga al gioiello: dieci donne e un itinerario tra i luoghi nascosti di Genova

Il racconto di chi resiste all’omologazione e trasforma la tradizione in futuro: dalle ceramiste alle ristoratrici, dalle alchimiste alle artigiane. Unexpected Italy lancia un percorso in rosa tra le mura della “Signora del Mare”. Elisabetta Faggiana, la founder della travel tech premiata all’Onu: “Chi firma il nostro manifesto etico sceglie di custodire l’Italia più autentica”.

Genova è città di mare e di vento, di pietre antiche e vicoli che sanno di sale e mistero. Ogni strada racconta una storia, ma solo a chi si ferma ad ascoltare. È in questo intreccio di passato e futuro, di scambi e incontri, che Unexpected Italy presenta “Genova al femminile”, un itinerario dedicato a dieci donne genovesi che con il loro talento, la loro creatività e la loro visione tengono viva l’anima più autentica della città. Il progetto, firmato dalla startup travel tech fondata da Elisabetta Faggiana (vicentina) e Savio Losito (barlettano), premiata anche alle Nazioni Unite e di cui ha parlato anche il The Guardian per il suo approccio etico e innovativo al turismo, invita viaggiatori e cittadini a scoprire Genova attraverso i mestieri e le storie di chi, ogni giorno, la abita con passione. Dieci donne, dieci visioni, dieci mani che intrecciano sapori, forme, profumi e tessuti: dalle botteghe storiche alle cucine creative, dagli atelier d’arte alle dimore che accolgono, ognuna rappresenta una sfumatura della Genova di oggi – una città viva, femminile, capace di sorprendere chi la attraversa con curiosità.
Non è un caso che Genova, nei secoli, sia stata descritta come città al femminile. Petrarca la chiamava “Signora del Mare”, Enea Silvio Piccolomini la immaginava come la nuova dimora di Venere, e nel 1519 Fadrique Enriquez de Ribera scriveva: “Le genovesi sono le più libere d’Italia, stanno sempre per la strada parlando con chi vogliono, senza preoccuparsi dell’opinione del marito”.
Quella libertà di spirito, dell’indipendenza, si ritrovano oggi nelle protagoniste di questo viaggio firmato Unexpected Italy, che restituisce alla città il suo volto più vero. In un’epoca in cui il turismo rischia di omologare e svuotare i luoghi della loro identità, la scelta di questi luoghi e il progetto sul Manifesto dell’Ospitalità Etica nasce come antidoto alla banalizzazione: un invito a scoprire l’Italia, e in questo caso Genova, con occhi nuovi, attraverso chi la vive e la trasforma ogni giorno. Il Manifesto, oggi firmato da quasi 500 host in tutta Italia, unisce ristoratori, albergatori, artigiani e produttori che scelgono l’etica alla scorciatoia, la qualità al compromesso, la responsabilità alle mode passeggere. Sono i “Ribelli con le Radici”, custodi della vera autenticità italiana.
“Sottoscrivere il Manifesto dell’Ospitalità Etica,” spiega Elisabetta Faggiana, “è il primo passo per abbracciare un impegno condiviso e autentico. Alle parole devono seguire azioni concrete e responsabili, supportate da verifiche e raccomandazioni locali, per assicurare che ogni realtà mantenga un approccio etico e di valore. Chi accoglie con professionalità ed etica c’è, e va valorizzato. Genova, ancora una volta, si conferma “Signora del Mare”. Ma anche signora del coraggio e della creatività, sospesa tra tradizione e innovazione, con lo sguardo fiero e libero delle sue donne. Con questo nuovo itinerario dedicato al mondo femminile, rinnoviamo la nostra missione: raccontare un’Italia diversa, fatta di persone, storie e territori che non cedono al turismo di massa ma continuano a coltivare bellezza, rispetto e identità”.
“Il turismo non dovrebbe consumare, bensì custodire, tutelare e rispettare i luoghi e le persone” dice Savio Losito. “Le donne di Genova che abbiamo incontrato sono un esempio concreto di tutela e rispetto per il territorio. Lo fanno ogni giorno, con gesti concreti e scelte responsabili. Sono il volto più sincero di un’Italia che resiste alla scorciatoia. Ognuna di loro porta con sé un gesto creativo che diventa atto civile: cucinare, accogliere, creare profumi, forgiare la materia. È così che Genova continua a essere una città viva, libera ed in continua evoluzione. Proprio come le sue protagoniste. Vogliamo costruire un modo nuovo di viaggiare: più lento, più consapevole, più rispettoso. Genova è una città che si nasconde e si svela solo agli occhi di chi la sa apprezzare e queste donne ci hanno aiutati a scoprire i lati più veri e “unexpected” della città e ce ne siamo innamorati”.

LE STORIE DELLE DIECI DONNE DI GENOVA
Il viaggio inizia tra i vicoli di via Prè, una delle strade più complesse della città, dove Giorgia Losi all’età di 27 anni ha voluto scommettere lasciando un lavoro sicuro a Milano per tornare nella sua amata Genova. Senza esperienza nel settore, ma con dedizione e determinazione, trasforma un locale abbandonato in un’icona della cucina genovese: la Trattoria dell’Acciughetta. Vulcanica e solare, Giorgia si circonda di un team affiatato, a partire dai soci Matteo e Simone, seleziona accuratamente i fornitori locali, le cantine con cui collabora, gli artisti e artigiani con cui ha arredato lo spazio. La cucina unisce creatività e tradizione, diventando presto uno dei locali più in voga della città. Tanto che, a furia di dire no ai clienti che volevano prenotare, nasce un secondo locale, Quelli dell’Acciughetta, unendo accoglienza, sperimentazione e legame con il territorio.
Poco distante, in Piazza delle Vigne, Laura Sailis apre le porte dell’Hotel Palazzo Grillo e del Residence Le Nuvole, trasformando l’ospitalità in un racconto. In una città sempre più dominata da affittacamere e case vacanze, Laura porta avanti un’ospitalità sincera e professionale, all’interno di due palazzi storici e affrescati. Ogni soggiorno, che sia a Residenza Le Nuvole o a Palazzo Grillo, che gestisce con il marito Matteo Paini, diventa esperienza: le stanze raccontano la storia di Genova. Come presidente di Federalberghi Genova, Laura promuove la città come destinazione d’eccellenza, valorizzando il centro storico e costruendo relazioni autentiche.
Genova è una città che sa unire prodotti d’eccellenza a una forte sensibilità sociale, come dimostra Martina Francesconi con il suo Gelatina in via Garibaldi 20. Qui il gelato diventa arte, cultura e memoria del territorio. Il laboratorio unisce gelateria artigianale, caffetteria e libreria gastronomica, con attenzione alla sostenibilità e all’inserimento di giovani diversamente abili. Ogni gusto racconta storie e ricordi, trasformando materie prima di altissima qualità, che seguono rigorosamente le stagioni, in un atto di cura e memoria collettiva. Dal gelato alle fragranze, a Genova si respira anche una forte corrente alchemica, incarnata dall’atelier La Strega del Castello di Caterina Roncati. Alchimista contemporanea, Caterina crea profumi “fatti a naso” che evocano emozioni e ricordi, trasformando ogni fragranza in un racconto sensoriale. Il progetto, interamente femminile, unisce intuizione, ricerca e capacità imprenditoriale, restituendo alla figura della “strega” il suo significato originario: donna libera, sapiente e profondamente connessa alla natura. La Strega del Castello nasce dalla storica Farmacia del Castello, il cuore di una storia tutta al femminile guidata dalle tre sorelle Giovanna, Emanuela e Caterina, che hanno trasformato l’eredità paterna in un microcosmo di creatività e ricerca sensoriale. Questa forte vena femminile scorre anche tra i tanti laboratori artigiani disseminati in città, tra cui Unexpected Italy ha selezionato due ceramiste contemporanee. Emanuela Biraghi, nel suo Studio Bira, trasforma la ceramica in poesia e spiritualità. Ceramista e artista ligure d’adozione, Emanuela fonde la passione per la ceramica con la sua esperienza nella pratica delle  arti marziali orientali, creando un linguaggio poetico dove ogni opera nasce dal dialogo tra istinto e forma, equilibrio e metamorfosi. All’interno dello studio, i visitatori possono ammirare opere originali, commissionare pezzi su misura e accedere gratuitamente alla suggestiva galleria sotterranea. Architetta e ceramista, Martina Geroni riscopre la manualità dopo esperienze in Italia e in Messico, trovando nella materia naturale il suo centro creativo. La sua ricerca nasce dall’antica tradizione rinascimentale dell’Impagliata, quando alla puerpera si regalava un set di ceramiche impilate per il primo pasto del neonato. Da questa ispirazione prendono vita creazioni come il Tablino e la Brocca Airone, oggetti quotidiani che si trasformano in sculture modulabili e armoniche, portando l’arte direttamente nella vita di tutti i giorni.
Anche la cultura a Genova è donna, con molte figure femminili al timone dei musei, dai Musei del Mare al Museo di Arte Orientale, fino a Via del Campo 29. Tra queste, Raffaella Besta si distingue come una delle personalità più influenti del panorama culturale genovese, unendo competenza, passione e determinazione nella valorizzazione del patrimonio artistico della città. Dal 2019 ricopre l’incarico di Responsabile del Polo Musei di Arte Antica, coordinando le strutture dei Musei di Strada Nuova, tre straordinari palazzi dei Rolli che custodiscono capolavori di Veronese, Van Dyck, Caravaggio, Rubens e Canova, fino al prezioso Violino di Paganini. A pochi passi dai Musei di Strada Nuova, in via dei Macelli 60, il ristorante I Canovacci racconta un legame profondo tra famiglia, territorio e autenticità. Le sorelle Federica e Alessandra, con il supporto della sorella più grande Paola, hanno scelto di ribaltare i ruoli tradizionali: l’uomo ai fornelli, le donne ad accogliere. Ogni piatto è un omaggio a Genova e alle sue terre, realizzato con farine selezionate, pesce fresco, carni piemontesi e materie prime di qualità che arrivano direttamente dai contadini con cui collaborano, in un ambiente rilassato e familiare. Un luogo sincero, aperto solo a pranzo, per mantenere un equilibrio armonioso tra lavoro e vita personale.

Il nome I Canovacci nasce dal negozio di tessuti che un tempo occupava lo stesso locale, gestito da un’altra donna che oggi sta lasciando la sua impronta tra le case dei genovesi: Luisa Mongiardino. Con il suo progetto Le Tele, Luisa dà nuova vita alla tradizione tessile genovese, realizzando tovaglie, tende e poltrone che intrecciano memoria, artigianato e sostenibilità. Ogni creazione diventa un’esperienza sensoriale e poetica, capace di raccontare la Genova delle botteghe storiche e il profondo legame tra materia e territorio. Infine in via di Scurreria si trova il laboratorio di Elisabetta Comotto che porta avanti con eleganza la storica tradizione orafa genovese di Carlo Sforza. Cresciuta tra laboratori, pietre e ceselli, Elisabetta respira fin da bambina la magia del mestiere. Le sue creazioni uniscono linee essenziali, materiali selezionati e lavorazioni antiche, trasformandosi in gioielli che dialogano tra storia e contemporaneità: piccoli capolavori che raccontano identità e memoria.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – UNEXPECTED ITALY
È nata a Londra, ma ha il cuore in Italia la startup Unexpected Italy, progetto travel tech fondato da Elisabetta Faggiana e Savio Losito, lei di Vicenza e lui di Barletta, recentemente premiato anche alle Nazioni Unite per il suo approccio etico e innovativo al turismo. Oggi l’app, descritta dal The Guardian come “una bussola per viaggiatori consapevoli”, è attiva in 13 territori italiani, tra cui Venezia, Roma, Torino, Padova, Vicenza e la Valle d’Itria, e si propone come un antidoto alle trappole del turismo di massa. L’idea alla base è semplice ma rivoluzionaria: mappare luoghi autentici, incontrare personalmente artigiani, osti, produttori e piccoli albergatori, ed entrare in contatto con quelle realtà che ancora oggi resistono all’omologazione. La loro app funziona come una “Lonely Planet 3.0”, geolocalizzata e targetizzata, in grado di suggerire itinerari costruiti su misura, con l’obiettivo di far sentire il viaggiatore parte della comunità locale, non un semplice consumatore di luoghi. Premiata con il Roma Startup Award per l’originalità della proposta e la capacità di creare valore per il territorio, la piattaforma ha raccolto l’attenzione anche dei media internazionali: BBC e The Guardian hanno dedicato articoli approfonditi all’iniziativa, in particolare per l’analisi del territorio vicentino e torinese.
Il lavoro di mappatura, condotto in prima persona dai due founder, ha permesso di costruire una rete selettiva e dinamica di migliaia di esperienze autentiche, molte delle quali impossibili da trovare sui canali turistici convenzionali. In città come Roma e Venezia, dove secondo recenti studi oltre il 70% dei turisti finisce in trappole commerciali, Unexpected Italy propone alternative concrete: ristoranti veri, botteghe vive, quartieri ancora abitati. Unexpected Italy parte dal presupposto che il turismo, per essere sostenibile, debba tornare a essere relazione e trasformazione. Il loro “algoritmo relazionale” non si basa su tendenze, ma su passioni e affinità, con alcune destinazioni suggerite solo a chi dimostra attenzione e rispetto. “Non tutti i luoghi sono per tutti,” spiegano. “La nostra missione non è portare tutti negli stessi posti, ma far incontrare le persone giuste con i luoghi giusti.” Un’idea di viaggio che non consuma, ma cura. E che dell’Italia restituisce finalmente l’anima.

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