Sulla scia dei “Racconti del lunedì”, la recensione alla nuova silloge di racconti edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore

Sulla scia dei Racconti del lunedì

La silloge di racconti edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore I racconti del lunedì. Antologia di racconti degli allievi dei corsi di Scrittura Creativa si inscrive a pieno titolo in quel solco caro alla casa editrice che ai racconti, e al relativo genere, ha sempre prestato e dedicato la massima attenzione sin dalla sua nascita. Più nello specifico, il particolare filone narrativo che vale la pena distinguere, nel più vasto e onnicomprensivo ambito della collana di narrativa “I Narratori del Nostro Tempo” che comprende sia i romanzi che i racconti, è quello delle opere collettanee di racconti che conta già diversi titoli meritevoli di citazione per valore e tasso qualitativo. Si tratta delle antologie di racconti Partita di domino sulla sabbia. Raccontincatenati (2012), L’isola che c’è. Acqua Amara (2014) e Il filo di Arianna. Diciassette donne, un libro e una storia da raccontare (2017). Proprio rispetto a questi importanti precedenti l’opera I racconti del lunedì si distingue per due caratteristiche che la rendono così peculiare. L’essere i racconti il frutto di un lungo percorso di formazione, i corsi di scrittura creativa appunto, e l’assoluta indipendenza di ogni singolo racconto e di ogni singola storia. Nel primo dei libri citati, infatti, i racconti sono “incatenati”, collegati cioè l’uno all’altro, nel secondo i racconti sono ispirati e dedicati, geograficamente e idealmente, a quell’”isola che c’è”, nel terzo i racconti, oltre che essere declinati al femminile, sono attraversati da un invisibile comune motivo ispiratore, un misterioso topos letterario da scoprire, che li unisce indissolubilmente. Ecco, dunque, che I racconti del lunedì si distingue per essere composto da partiture singole, indipendenti, storie molto diverse tra loro per caratteri e motivi di ispirazione. È perciò un viaggio che se prende le mosse da una matrice comune, un percorso formativo, il medesimo per tutti, che ha unito gli autori, anche sul piano umano, portandoli a incontrarsi e a confrontarsi, si sviluppa lungo direttrici completamente diverse sia in termini di concepimento delle storie, dei relativi motivi di ispirazione, che di stili che restano però, e questa è una delle importanti considerazioni da fare, personalissimi e unici, pur essendoci, e questo può essere un buon esercizio per il lettore, una qualche forma di amalgamazione derivante dall’aver appreso dalla stessa docente curatrice dell’opera (Patrizia Cotroneo Trombetta) le stesse tecniche e accorgimenti di scrittura. Per gli autori senz’altro una grande opportunità di crescita: non si può scrivere senza avere talento ma apprendere a scoprire e ad affinare il proprio può essere senz’altro un ottimo viatico. Racconti, perciò questi, particolarmente eterogenei in termini di stili e di vicende narrate ma che hanno, invece, rispetto ai personaggi e alle loro traiettorie, la comune impellenza, dopo aver vissuto, ognuno a suo modo, la propria anche inconsapevole sconfitta, a guardarsi dentro, specchio forse dei tempi che hanno portato e conducono sempre di più l’essere umano a un ripiegamento, a un’introversione, a una salvifica ri-scoperta di sé. Questi racconti richiamano anche le considerazioni e le riflessioni che non si possono non fare sul genere “racconto”, spesso sottovalutato, sottostimato, considerato, a torto, meno impegnativo, mentre si tratta di una delle forme più difficili e complesse di scrittura dovendo, lo stesso singolo racconto, essere un’opera conchiusa in sé, completa, non potendo il suo autore contare sulle infinite praterie concesse e messe a disposizione dal romanzo che offre, al contrario, spazi e occasioni di redenzione allo stesso autore. Il racconto, proprio nella sua brevità, nella sua rapidità, nella sua “corsa” al finale, che è poi il motivo topico, la ragione stessa della sua esistenza, deve compiersi ed esaurirsi. Ed è sempre un’ardua impresa. Non a caso i più grandi narratori, da Moravia, a Calvino, a Fenoglio, a Hemingway, a Levi e a molti altri ancora si sono misurati con il racconto. Ma, ed è bene sottolinearlo ancora questo, un’opera collettanea come I racconti del lunedì, di cui riporto volentieri i nomi degli autori: Elisabetta Ceravolo, Paola Crisostomidis Gatti, Alessandra Ferrero, Catia Lupinetti, Samantha Marenda, Maria Luisa Natale, Furio Panizzi, Maria Ramicone, Maria Luisa Rivosecchi, Silvia Rosati, Alessandro Seveso, Vincenza Zanchelli,  è soprattutto l’incontro-confronto di una pluralità di voci, di stili, di sensibilità. È un fitto e mutuo dialogo di anime perennemente in cerca, è l’asilo della parola cercata e bramata, è il continuo leggersi, negli occhi e nell’anima. È il non smettere mai di cercare, di cercarsi…

                                                                                                        Luca Carbonara

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